Nata il 18 luglio 1971 a Valdagno, nel Vicentino, Stefani ha studiato giurisprudenza all’università di Padova. È entrata in politica alle amministrative del 1999 con una lista civica come consigliera del Comune di Trissino (piccolo Comune sempre in provincia di Vicenza). Da questo momento in poi, la sua è stata una lunga carriera maturata a livello amministrativo e territoriale. E l’avvicinamento alla Lega è arrivato in corsa. Alle elezioni Comunali del 2009 si è presentata come candidata del Carroccio a Trissino, è stata eletta e ha ricoperto le cariche di vicesindaca e assessore all’Urbanistica. La «svolta» politica vera e propria c’è stata «solo» nel 2013, quando alle politiche è stata eletta senatrice con la coalizione di centrodestra.
Durante la legislatura, è stata vicepresidente del gruppo Ln-Aut dal 15 luglio 2014, membro della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, componente della commissione Giustizia. Inoltre, ha fatto parte della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere; del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa; della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Era anche membro della commissione di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.
Alle elezioni del 4 marzo 2018 ha ripetuto il successo ottenuto alle precedenti politiche ed è stata rieletta nel collegio uninominale di Vicenza. Poi è approdata, con Giuseppe Conte, al ministero chiamato ad occuparsi dei rapporti con le Regioni. Ora torna in campo con Draghi. Solo giovedì Matteo Salvini era tornato a proporre di far «rinascere» il ministero per le disabilità. Stefani, che si è occupata molto di giustizia, femminicidi e autonomie, durante la prima esperienza come ministra, aveva anche presentato le iniziative per il turismo accessibile definendole «un’occasione di inclusione sociale».
Fonte: corriere.it
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