La manifestazione di «Le siecle sourd en marche» dei sordi francesi giunti a Milano il 28 giugno 2012 per protestare contro il mancato riconoscimento delle lingue dei segni francese e italiana, pare in ottemperanza a quanto era stato decretato 133 anni prima dal Congresso di Milano, in quell'occasione era stato rispolverato il nome dell'abate Carlo Michele De l'Epèe, (1712-1789), il quale aveva dato una svolta all'insegnamento e all'educazione dei sordi non solo di nazionalità francese e di alto rango, come fino allora conveniva nelle famiglie benestanti, ma il suo metodo sulla condizione educativa e sociale dei sordi ha interessato tutta l'Europa comprendendo anche i soggetti che fino a quel momento erano rimasti privi di qualunque forma di insegnamento.
È opportuno conoscere anche un contemporaneo di De l'Epèe, il germanico Samuel Heinicke (1727-1790), anch'esso un pioniere dell'educazione dei Sordi. Ha usato il metodo orale rispetto ai metodi manuali del pioniere lingua dei segni francese Charles-Michel de l'Epée con il quale ha avuto uno scambio di lettere che discutono sul modo migliore per insegnare. Heinicke ha dato il via allo scambio quando scrisse all'educatore francese contestandogli il suo metodo, per cui ne è nata una controversia riportata nel 1906 dallo storiografo Ernesto Scuri (1854-1927), il quale riporta in «Heinicke e De l'Epèe nella controversia intorno ai metodi d'insegnamento pei sordomuti», 100 pagine in 16x24, dove è riportato integralmente sia il testo delle missive che si erano scambiate i due maestri, sia la Decisione, decretata infine dall'adunanza dei dottori dell'Università di Zurigo, circa quella controversia. Ed è interessante leggere quel libro, ora a disposizione nella Biblioteca "Benefica-Cardano" di Milano.
Prima di entrare nel fulcro della polemica è meglio capire gli orientamenti di Heinicke. Egli praticò due metodi di insegnamento della lingua tedesca: in un primo momento utilizzò anche lui la scrittura e i segni gestuali per poi imparare a parlare; in seguito privilegiò la parola artificiale come propedeutica all'insegnamento della lingua, diventando estremamente oralista.
L'accusa a de l'Épée era quella d'aver preso i meriti degli inventori del metodo segnico, quando lo avevano già utilizzato lo spagnolo Giovanni Paolo Bonet (circa 1620) e il tedesco J. K. Amman di Sciaffusa, esposto in una pubblicazione del 1692.
Le critiche legittime, ma piene di arroganza di Heinicke, vennero discusse tramite un carteggio che fu inviato alle più importanti Società d'Europa, in modo che diventasse un dibattito aperto.
De l'Épée non prese proprio in considerazione la prima critica mossa dall'istitutore tedesco; alla seconda invece rispose in modo chiaro, secondo la teoria dell'equivalenza del suono e del segno nel loro rapporto con le idee che sono espresse.
La disputa tra i due grandi personaggi fu esaminata dall'Accademia di Zurigo che asserì la teoria della sensibilizzazione dei sensi quando uno di questi cessa di funzionare gli altri si attivano per cercare di colmare il deficit e quindi in questo caso si ha uno sviluppo migliore della memoria visiva. Inoltre i segni sono scelti in modo arbitrario e hanno la funzione che ha la parola per gli udenti. Ciò legittimava la posizione del De l'Epèe nei confronti delle critiche di Heinicke.
Inoltre, la vita di De l’Épèe è anche la storia che i sordi possiedono nel loro bagaglio culturale, l’inizio più o meno ufficiale di quel periodo di cambiamento sociale e educativo a cui l’Abate dette sicuramente un grande slancio.Marco Lué
È opportuno conoscere anche un contemporaneo di De l'Epèe, il germanico Samuel Heinicke (1727-1790), anch'esso un pioniere dell'educazione dei Sordi. Ha usato il metodo orale rispetto ai metodi manuali del pioniere lingua dei segni francese Charles-Michel de l'Epée con il quale ha avuto uno scambio di lettere che discutono sul modo migliore per insegnare. Heinicke ha dato il via allo scambio quando scrisse all'educatore francese contestandogli il suo metodo, per cui ne è nata una controversia riportata nel 1906 dallo storiografo Ernesto Scuri (1854-1927), il quale riporta in «Heinicke e De l'Epèe nella controversia intorno ai metodi d'insegnamento pei sordomuti», 100 pagine in 16x24, dove è riportato integralmente sia il testo delle missive che si erano scambiate i due maestri, sia la Decisione, decretata infine dall'adunanza dei dottori dell'Università di Zurigo, circa quella controversia. Ed è interessante leggere quel libro, ora a disposizione nella Biblioteca "Benefica-Cardano" di Milano.
Prima di entrare nel fulcro della polemica è meglio capire gli orientamenti di Heinicke. Egli praticò due metodi di insegnamento della lingua tedesca: in un primo momento utilizzò anche lui la scrittura e i segni gestuali per poi imparare a parlare; in seguito privilegiò la parola artificiale come propedeutica all'insegnamento della lingua, diventando estremamente oralista.
L'accusa a de l'Épée era quella d'aver preso i meriti degli inventori del metodo segnico, quando lo avevano già utilizzato lo spagnolo Giovanni Paolo Bonet (circa 1620) e il tedesco J. K. Amman di Sciaffusa, esposto in una pubblicazione del 1692.
Le critiche legittime, ma piene di arroganza di Heinicke, vennero discusse tramite un carteggio che fu inviato alle più importanti Società d'Europa, in modo che diventasse un dibattito aperto.
De l'Épée non prese proprio in considerazione la prima critica mossa dall'istitutore tedesco; alla seconda invece rispose in modo chiaro, secondo la teoria dell'equivalenza del suono e del segno nel loro rapporto con le idee che sono espresse.
La disputa tra i due grandi personaggi fu esaminata dall'Accademia di Zurigo che asserì la teoria della sensibilizzazione dei sensi quando uno di questi cessa di funzionare gli altri si attivano per cercare di colmare il deficit e quindi in questo caso si ha uno sviluppo migliore della memoria visiva. Inoltre i segni sono scelti in modo arbitrario e hanno la funzione che ha la parola per gli udenti. Ciò legittimava la posizione del De l'Epèe nei confronti delle critiche di Heinicke.
Inoltre, la vita di De l’Épèe è anche la storia che i sordi possiedono nel loro bagaglio culturale, l’inizio più o meno ufficiale di quel periodo di cambiamento sociale e educativo a cui l’Abate dette sicuramente un grande slancio.Marco Lué
PER SAPERE DI PIU'
Carlo Michele De L'Epée
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«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it
"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini