venerdì 16 gennaio 2015

Meeting della storia dei sordi: La lingua dei segni e l'impianto cocleare

La raccolta degli articoli in questo periodo (gennaio, n.d.r.) sulle alcune questioni riguardanti la lingua dei segni e l'impianto cocleare. Si tratta dell'argomento più letto e concentrato dai lettori di questo sito. Che discuterà nel prossimo meeting della storia dei sordi in programmazione.

Perchè la lingua dei segni rischia di creare isolamento.
Si va diffondendo sempre più il linguaggio dei segni, destinato alla comunicazione fra e con i non udenti. Sono state e sono più d’una  le proposte perchè questo linguaggio, detto LIS (lingua italiana dei segni), sia riconosciuto come lingua ufficialmente. Corsi di LIS i svolgono anche online, mentre più d’una Università ne propone l’apprendimento nel corso di laurea e l’approfondimento in master. “Teoria e tecniche di traduzione e interpretazione italiano-lingua dei segni italiana (LIS)” forma traduttori e interpreti che possano lavorare in ambito scolastico, universitario, formativo, sanitario, giuridico.

Credo bisogni riflettere su questa sempre più viva tendenza, anche nelle scuole, ad insegnare il linguaggio dei degni a udenti e non udenti.

Ho chiaro il ricordo di aver dialogato scioltamente, tanti anni fa, con persone (una delle quali era un architetto affermato) che ho compreso essere non udenti solo quando ho parlato mentre non mi guardavano. Era tanti anni fa, quando le scuole specializzate in insegnamento a coloro che allora erano senza pietà definiti sordi insegnavano perfettamente a leggere il labiale e a parlare riproducendo correttamente suoni e parole.  Uscivano dalla scuola in grado di stare negli ambienti di lavoro e  di stringere amicizie, ridotte al minimo le difficoltà dovute alla loro menomazione.
Oggi, si vuole creare una comunità di non udenti e di interpreti: diffondendosi questa pratica, che richiede comunque uno studio e un tirocinio, proprio come  quella dell’insegnamento del labiale,  i sordi potranno comunicare solo con chi sa questo linguaggio.
Cioè, i non sordi parleranno una lingua fra di loro e una diversa con i non sordi, che viaggeranno sempre in terra straniera. Se pensiamo al disagio di quando si è  in uno stato di cui non si conosce la lingua, possiamo dedurre che si metteranno i sordi in questa situazione perenne.

Si confonde  in questo modo fra integrazione e isolamento: se i non udenti potessero seguire corsi, nella scuola dell’obbligo, per imparare il linguaggio labiale sarebbe assai meno costante il ricordo della loro sordità, per loro stessi e per gli altri.
Federica Mormando. Fonte: scuoladivita.corriere.it

“Lingua dei segni italiana (Lis) superflua e costosa”.
Sordi divisi sulla proposta di legge. La legge per il riconoscimento della Lingua dei Segni italiana (Lis) è destinata a far discutere ancor prima che venga esaminata dalla commissione Affari costituzionali del Senato, dove è ferma dall’11 febbraio 2014.

Rappresenta infatti uno spartiacque nel mondo delle persone affette da problemi uditivi: divise tra chi, come l’associazione Fiadda (famiglie italiane associate per la difesa dei diritti degli audiolesi), è “contrario all’uso della Lis” ed a favore della riabilitazione uditiva e chi, come l’Ente Nazionale Sordi, la ritiene indispensabile per una “comunicazione completa” e per l’abbattimento delle barriere che si interpongono tra i “segnanti” e il loro vivere quotidiano. Nel mezzo si trovano i sordi. Quelli che con la rieducazione ortofonica hanno imparato a parlare e quelli che hanno invece trovato nella Lis la loro possibilità di integrazione. Tutti aspettano dalla politica – ritardataria, come spesso capita quando si tratta di diritti – una risposta che non lasci spazio ad alcuna zona d’ombra  di Max Brod.
Fonte: ilfattoquotidiano.it


Mio figlio grazie a tutti voi e' diventato "chiacchierone"
CUNARDO (VA). «Il vostro spirito di condivisione, il vostro esempio, rinnovano e ravvivano il vero valore di questo premio»: così ha esordito il sindaco Jonathan Papamarenghi, rivolgendosi ai premiati del prestigioso riconoscimento alla Bontà 2014. «Dopo 30 anni di attestati di merito, sarebbe facile cadere nella retorica ed affievolire il desiderio di proseguire, invece sono proprio questi vostri gesti a ridare a tutti noi una speranza per il futuro».

I più felici sono senza dubbio i ragazzi della seconda media di Cunardo, in provincia di Varese, che hanno ricevuto il trofeo, ma ad esprimere tutta la sua gioia è la mamma di Amine, il ragazzo arrivato in Italia con problemi di analfabetismo e sordità che, con l'aiuto di tutti, sono stati superati. «Di certo non mi aspettavo di ricevere questa accoglienza - dice Fatima - sono felicissima; all'inizio non era così, mio figlio spesso si isolava e faceva fatica a capire, per comunicare con lui usavo un codice fatto in casa, a gesti e labiale ma diciamo "casalingo" e sicuramente molto meno efficace di quello attuale - prosegue Fatima - Da quando ha cominciato a seguire la tecnica Lis, la lingua italiana dei segni, e ha cominciato a interagire con i suoi compagni di classe, è diventato un chiaccherone», sorride la mamma, e continua: «Quando torna da scuola, non la smette più di gesticolare, mi vuole raccontare tutte le sue nuove esperienze, a volte gli devo dire di rallentare perché non riesco a seguirlo; anch'io adesso ho cominciato a seguire un corso per imparare la lingua dei segni e così riesco a comunicare con Amine sempre meglio. Non ho parole per esprimere tutta la mia gioia; la mia vita è cambiata radicalmente, in meglio». Era presente Matteo Rancan, neo consigliere regionale: «E' la prima volta che presenzio a questa bellissima iniziativa, mi ha colpito vedere queste persone così profondamente impegnate nel sociale e colgo l'occasione per fare i miei più grandi complimenti alle associazioni di volontariato ed all'amministrazione comunale di Lugagnano che ha voluto e saputo valorizzare l'importanza di un gesto di bontà che non è così scontato e purtroppo non sempre viene riconosciuto».

Grande emozione ha espresso Padre Ermenegildo Baggio, insignito con la Congregazione Missionari San Carlo dei Padri Scalabriniani: «Vedere queste vostre valli mi ha emozionato, non ero mai stato su queste splendide colline, le stesse terre che hanno dato l'ispirazione al nostro fondatore piacentino, il Beato Giovanni Battista Scalabrini; solo un mese fa ero a Saigon e davanti ad ottanta studenti vietnamiti parlavo proprio di questi luoghi, di come si viveva alla fine del 1800, di come i muli aiutavano il lavoro dell'uomo solcando questi stessi sentieri, sono quindi doppiamente felice di aver ricevuto questo premio». Con questa missione di condivisione e spirito di squadra Rustigazzo è stata per un giorno, come spesso ricorda il sindaco Papamarenghi, capitale della bontà.
Fabio Lunardini. Fonte: Libertà

Gl impianti cocleari nel trattamento della sordità
L’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Anna di Cona (Ferrara) è un centro di riferimento per l’installazione di impianti cocleari. Per questo motivo, abbiamo incontrato il direttore dell’Unità Operativa, Antonio Pastore, che ci ha spiegato l’importanza dell’impianto e soprattutto della necessità di seguire il paziente anche nel decorso post-operatorio. L’impianto cocleare è costituito da un elettrodo multicanale che viene inserito nell’orecchio interno (la coclea, appunto). Esso fornisce degli impulsi elettrici che, stimolando le fibre del nervo acustico, sono interpretati come suoni. Viene inserito in sede operatoria ed è prassi consolidata inserire l’impianto bilaterale nello stesso intervento.

“Ad oggi abbiamo inserito circa 700 impianti, da quando abbiamo iniziato, nel 1996 – dichiara il prof.. Pastore – Una buona parte dei pazienti, circa il 60%, è costituita da bambini, nati affetti da sordità. Vengono però trattati anche adulti e anziani, dopo un’accurata valutazione dei casi”. Tutti i pazienti, infatti, prima di essere sottoposti a intervento, vengono attentamente selezionati, perché in molti casi può bastare una protesizzazione.

Viene costantemente eseguito lo screening neonatale, molto importante per valutare se esistono deficit uditivi. Anche prima che fosse una pratica nazionale, lo screening veniva già effettuato per quei bambini giudicati a rischio, per esempio quei pazienti che erano stati ricoverati in terapia intensiva neonatale.

“La sordità alla nascita riguarda il 2/3 per mille dei pazienti – continua Pastore – quando si notano problemi, il bambino viene preso in carico e seguito. Terminato il percorso di valutazione, se si ritiene necessario e con il consenso dei genitori, viene inserito nel protocollo chirurgico”.
Grazie all’Azienda Ospedaliera e alle ditte produttrici di impianti cocleari che intervengono con progetti di assistenza gratuita, vengono operati e seguiti bambini provenienti dai paesi poveri. Anche persone anziane affette da sordità, possono, sempre dopo accurata valutazione, essere sottoposti ad intervento.
“Per un adulto o per un anziano, la sordità è un dramma – prosegue Pastore – la persona si isola, entrando in un circuito di auto-emarginazione. Se affetto da sordità profonda, si esegue l’impianto”. Attualmente è in atto un protocollo di studio per ricercare il collegamento tra il decadimento cognitivo dell’anziano e la perdita dell’udito.

Il Direttore rileva che “la chirurgia impiantistica non è difficile, gli impianti sono migliorati, facilitando il tutto. La cosa più importante è la presa in carico del paziente, che significa seguirlo dal momento della diagnosi alla riabilitazione. È presente infatti, in ospedale, il centro di riabilitazione audiologico, composto da foniatri, logopedisti, audiologi, per consentire al paziente una ripresa adeguata del linguaggio”.

Il follow-up riguarda sia bambini che adulti. Il direttore sottolinea che si tratta di un lavoro d’équipe, che vede una stretta collaborazione tra varie figure professionali. Il team è composto dalla professoressa Aimoni che segue l’audiometria infantile, le audiometriste, dottoressa Laura Negossi, che si occupa della valutazione dei potenziali cerebrali e uditivi, dottoressa Rosignoli, ingegnere che segue la parte tecnologica degli impianti, dottoressa Mazzali, chirurgo che inserisce gli impianti, e la dottoressa Tazzari, che si occupa della riabilitazione logopedica. Un’équipe dedicata alla presa in carico del paziente.

A testimonianza di quanto sia centrale quest’ultimo aspetto e dell’importante lavoro svolto dal team, si è tenuta lo scorso maggio la “Festa dell’udito” nella suggestiva cornice del Castello Estense. Voluta per festeggiare i diciott’anni trascorsi dall’installazione del primo impianto, la festa è stata anche l’occasione per toccare con mano la relazione strettissima che si è instaurata tra pazienti e medici del centro di Audiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Anna di Cona.
Veronica Capucci. Fonte: insalutenews.it

Sentire per crescere

Nuova struttura all'ospedale San Paolo per bambini ipoacusici di Milano. Ci sono i mezzi per curare le sordità infantili, ma è indispensabile intervenire in tempo. Per questo le diagnosi precoci sono fondamentali

Ci sono problemi di udito, che diventano problemi esistenziali, isolando spesso chi ne soffre. Chi fa fatica a sentire, fa fatica a parlare, e individuare questi problemi all’inizio, significa spesso riuscire a risolverli. A Milano c’è un nuovo centro, all’interno dell’Ospedale San Paolo di Milano, specificatamente dedicato alla cura dei bambini ipoacusici o affetti da patologie otorinolaringoiatriche. L’ipoacusia interrompe il più importante canale di comunicazione tra le persone provocando l’isolamento di chi ne è affetto. Questa condizione, invalidante a ogni età, è ancora più grave nei bambini poiché una normale funzione uditiva è essenziale per lo sviluppo del linguaggio, per l’apprendimento scolastico e per l’integrazione sociale. Non di secondaria importanza risultano essere le patologie otorinolaringoiatriche estremamente frequenti in età pediatrica. In molte aree del nostro Paese le strutture dedicate alla cura di queste delicate patologie sono insufficienti, soprattutto nell’ottica di rendere lo screening neonatale delle sordità obbligatorio in tutta il territorio italiano come da tempo accade in altre Nazioni, in conformità a quanto sostenuto dalla comunità scientifica internazionale.

Impianti cocleari
Nel nuovo centro del San Paolo ci sono a disposizione i mezzi terapeutici adeguati alla cura delle sordità infantili (protesi acustiche, impianti cocleari, terapia logopedica). Questi presidi, se impiegati entro i primi mesi di vita, permettono al bambino di sviluppare correttamente il linguaggio favorendone l’integrazione sociale. La diagnosi precoce per le ipoacusie infantili è quindi essenziale. Determinare con certezza la presenza di un deficit uditivo nel bambino prevede un percorso diagnostico complesso che deve essere realizzato da personale specializzato con l’impiego di strumentazione adeguata. L’U.O. di Otorinolaringoiatria dell’A.O. San Paolo-Polo Universitario per rispondere all’esigenza di fornire un servizio di Audiologia infantile e di Otorinolaringoiatria pediatrica alla vasta area del Sud di Milano ha fondando l’Associazione Sentire e Crescere ONLUS. Nel 2012, grazie alle donazioni dei sostenitori dell’Associazione è stata acquistata la strumentazione necessaria per la diagnosi dei deficit uditivi del bambino creando, con la collaborazione dell’A.O. San Paolo, un ambulatorio dedicato ai piccoli pazienti.
Per tutte le informazioni si può consultare il sito www.sentirecrescere.org
Stefano Rodi. Fonte: corriere.it



PER SAPERE DI PIU'
La Lingua dei Segni Italiana
L'impianto cocleare

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«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini