martedì 3 agosto 2021

Bellocchio e “Il senso di colpa di non aver amato abbastanza un fratello”

CANNES – 1965, un cerchio si apre. 2021, un cerchio si chiude, forse. La prima data, quella de I pugni in tasca, film d’esordio dell’allora ventiseienne Marco Bellocchio, un prodigio dell’arte cinematografica, che con la sua ultima opera, Marx può aspettare, sembra cercare di portare a compimento la geometria circolare cominciata con la sua opera prima, quella in cui mette in scena una famiglia abbastanza numerosa, in una casa dell’Appennino piacentino, con una figura materna cieca e centrale, e alcuni “difetti” umani a fare da tratto distintivo dei fratelli.