mercoledì 24 luglio 2013

Ezechiele, il profeta “muto”

Il 23 luglio la Chiesa Cattolica fa memoria di Ezechiele profeta.  Egli nacque verso la fine del regno di Giuda, intorno al 620 a.C. Pur appartenendo ad una famiglia di sacerdoti, visse ed operò da profeta. Fu deportato in Babilonia nel 597 a.C. Caratteristica degli scritti e dell’attività profetica di Ezechiele è l’abbondanza di visioni, simboli, azioni simboliche a volte anche stranissime, e altri espedienti allegorici.

Le sue visioni più famose sono:

- quella del campo cosparso di ossa che tornano a rivivere al soffio di Dio, vista dai cristiani quale simbolo della resurrezione della carne.            
- quella che mostra quattro viventi (uomo, leone, bue e aquila) attorno al trono dell'Eterno, nei quali si sono visti i simboli degli evangelisti.

Spesso Ezechiele non parla, ma parlano le sue azioni. Ecco alcuni brani che rivelano il suo “mutismo”

«Allora uno spirito entrò in me e mi fece alzare in piedi ed egli mi disse:  Và e rinchiuditi in casa. Ed ecco, figlio dell'uomo, ti saranno messe addosso delle  funi, sarai legato e non potrai più uscire in mezzo a loro. Ti farò aderire la lingua al  palato e resterai muto; così non sarai più per loro uno che li rimprovera, perché sono una genìa di ribelli. Ma quando poi ti parlerò, ti aprirò la bocca e tu riferirai loro: Dice il Signore Dio: chi vuole ascoltare ascolti e chi non vuole non ascolti; perché sono una genìa di ribelli».  (Ez 3, 26-27)  

«Tu, figlio dell'uomo, il giorno in cui toglierò loro la loro fortezza, la gioia della loro gloria, l'amore dei loro occhi, la brama delle loro anime, i loro figli e le loro figlie, allora verrà a te un profugo per dartene notizia. In quel giorno la tua bocca si aprirà per parlare con il profugo, parlerai e non sarai più muto e sarai per loro un segno: essi sapranno che io sono il Signore».(Ez 24, 25-27)  

«La sera prima dell'arrivo del fuggiasco, la mano del Signore fu su di me e al mattino, quando il fuggiasco giunse, il Signore mi aprì la bocca.

La mia bocca dunque si aprì e io non fui più muto. (Ez 33, 21-22)

P. Vincenzo Di Blasio
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