martedì 26 luglio 2016

Sordi e Sordità: LEA. Livelli Essenziali di Assistenza. Urgente di servizio garantito dalla Costituzione Italiana. La denuncia FISH

Disabilità e Sordità: Fish, appello alla Conferenza delle Regioni per “verifica” decreto sui nuovi Lea. 
Un appello alla Conferenza delle Regioni affinché “verifichi con attenzione” il decreto sui nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) “non solo sotto il profilo meramente finanziario, ma anche del rispetto dei diritti umani e dei potenziali contenziosi che deriveranno dalla loro violazione. A rivolgerlo è la Fish (Federazione Italiana per il superamento dell’Handicap), secondo la quale il testo dello schema di decreto contiene “molte serie criticità”.

In particolare, denuncia la Fish, “è assente l’adozione di un linguaggio – e quindi di un impianto – adeguato, rispettoso della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilita e delle stesse prescrizioni dell’Oms”. A riprova di ciò, la Fish cita “l’assenza di una adeguata prescrittività del consenso informato sul quale si fonda il diritto di scelta, in particolare per le persone con disabilità intellettive, relazionali e mentali sancito in modo netto all’articolo 12 della Convenzione Onu”. 

Tradite, inoltre, anche la legge 134/2015 in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie, oltre alla recentissima legge 22 giugno 2016, n. 112/2016 sul “Dopo di noi”. Tutte “norme approvate dal Parlamento”, fa notare Vincenzo Falabella, presidente della Fish, denunciando anche “l’assenza di servizi di diagnosi precoce e screening neonatale realmente rivolti a tutte le disabilità, l’assenza di qualsivoglia riferimento all’articolo 26 della Convenzione Onu sui concetti di abilitazione e il perpetuarsi del vetusto principio di ‘compensazione della menomazione’ nell’erogazione degli ausili e delle protesi, al contrario di quanto prevede l’Onu in termini di diritto alla salute, alla mobilità”. Non vi è, infine, “alcun accenno alla partecipazione della persona con disabilità riguardo alle decisioni che la riguardano, né a misure che contrastino realmente la segregazione, l’istituzionalizzazione e i ricoveri impropri”.
Fonte: agensir.it

LEA - AusiliLo schema di Decreto che contiene i nuovi LEA è dunque all’esame della Conferenza delle Regioni per l’approvazione preventiva che avrebbe dato parere favorevole condizionandolo ad una ulteriore valutazione di copertura finanziaria.

È convinzione del movimento delle persone con disabilità e della FISH in particolare che il testo proposto contenga molte serie criticità.

Fra queste è assente l’adozione di un linguaggio – e quindi di un impianto – adeguato, rispettoso della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilita e delle stesse prescrizioni dell’OMS, deludendo quindi sia diritti umani che scientificità.

Su questo difetto vi sono numerose riprove. Una di queste è l’assenza di una adeguata prescrittività del consenso informato sul quale si fonda il diritto di scelta, in particolare per le persone con disabilità intellettive, relazionali e mentali sancito in modo netto all’articolo 12 della Convenzione ONU. Ma non è certo questa l’unica norma ad essere “tradita”: lo sono anche la legge 134/2015 in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie e ancora la recentissima legge 22 giugno 2016, n. 112/2016 sul “dopo di noi”. Norme approvate dal Parlamento!

Un’altra: l’assenza di servizi di diagnosi precoce e screening neonatale realmente rivolti a tutte le disabilità. Oppure ancora l’assenza di qualsivoglia riferimento all’articolo 26 della Convenzione ONU sui concetti di abilitazione e il perpetuarsi del vetusto principio di “compensazione della menomazione” nell’erogazione degli ausili e delle protesi, al contrario di quanto prevede l’ONU in termini di diritto alla salute, alla mobilità. Non vi è poi alcun accenno alla partecipazione della persona con disabilità riguardo alle decisioni che la riguardano, né a misure che contrastino realmente la segregazione, l’istituzionalizzazione e i ricoveri impropri.

“Vi sono anche altri numerosi punti di criticità in quel documento sia in termini di rispetto dei diritti umani che di reale promozione della salute di tutti i Cittadini, anche di quelli con disabilità, anche in violazione di recenti norme quali la legge 112/2016 (c.d. Dopo di noi) oppure alle norme sull’autismo (legge 134/2015) – commenta Vincenzo Falabella, Presidente della FISH – Per questo motivo rivolgiamo un appello alla Conferenza affinché verifichi con attenzione il testo non solo sotto il profilo meramente finanziario, ma anche del rispetto dei diritti umani e dei potenziali contenziosi che deriveranno dalla loro violazione. È una rivisitazione che va operata subito! Se non ora, quando?”
Fonte: fish.it

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