martedì 14 gennaio 2014

Buon Anno con la Legge di Stabilità

Il 27 dicembre 2013 è stata definitivamente approvata dai due rami del Parlamento la Legge di Stabilità 2014 n.147 (in passato Legge Finanziaria), composta da un UNICO ARTICOLO e 749 commi; una legge per la verità assai difficile da comprendere trattandosi tra l’altro di norme scritte in modo per nulla semplice e chiaro e prive delle opportune integrazioni con altre norme ancora in vigore.


Nell’intento del legislatore e del Governo, l’obiettivo era la sostanziale riduzione del costo del lavoro e l’abbattimento graduale del cuneo fiscale per le cosiddette fasce deboli di cui nella Legge di stabilità ci sono solo tracce evanescenti. Sarebbe interessante leggere con più attenzione l’articolo e i commi ,ma serve molto tempo e soprattutto competenza tecnico-giuridica per capirne di più e meglio. Un “aggiustamento” positivo il governo comunque ha fatto anche se piccolo, ponendo lo stop alle penalizzazioni dei permessi previsti dalla Legge 104 che -come ricorderemo- con la riforma pensionistica targata Monti – Fornero, aveva escluso dal calcolo delle pensioni tutti i congedi e/o permessi, scatenando fortissime proteste da parte di Associazioni delle Famiglie e delle persone con disabilità, con l’introduzione del comma 327 della legge in questione, è stato ripristinato a tutti gli effetti il diritto dei diretti beneficiari a usufruire dei “congedi e dei permessi di cui all’art.33 della legge 5 febbraio 1992 n 104″ in aggiunta precisamente all’art.6 comma 2-quater del decreto legge 29 dicembre 2011,n.216 convertito con modificazioni dalla legge 24 febbraio 2012 n. 14.

Una boccata di ossigeno soprattutto per le famiglie che hanno in carico persone con disabilità che avevano subito una grave discriminazione e tuttora vivono tra mille difficoltà burocratiche, economiche, lavorative e temporali.

Una grande conquista? Non direi, credo si sia trattato di una presa di coscienza tardiva e, speriamo definitiva, della Politica che ne aveva riconosciuto la grave disparità di trattamento solo dopo le vibranti manifestazioni di protesta che le famiglie e i soggetti destinatari del provvedimento avevano attuato anche con azioni estreme.

Purtroppo i soggetti affetti da sordità di cui alla legge 381 potenziali beneficiari del riconoscimento della situazione di gravità (legge 104), sono in un certo senso ancora discriminati perché la valutazione della gravità, proprio in forza di norme e circolari non chiare, varia da Regione a Regione se non addirittura da Asl ad Asl posto che il tutto è rimesso alla discrezionalità delle Commissioni mediche che spesso e volentieri negano alla sordità il connotato di gravità semplicemente perché chi ne è affetto ha un’istruzione, un lavoro, guida la macchina; in poche parole è “autonomo” sia con l’oralismo sia con la lis. Ma le gravissime difficoltà della comunicazione e della vita di relazione sempre in agguato e ben nascoste, si scoprono solo nella quotidianità degli atti che ogni persona sorda compie nella sfera individuale e relazionale…… atti che in molti casi la Commissione medica continua a eludere e ignorare.

Nella Legge di stabilità la questione non è stata nemmeno sfiorata nonostante sia stato riconfermato l’impegno e le relative risorse economiche per fronteggiare con estremo rigore il fenomeno dei falsi invalidi; dunque occorre un intervento normativo urgente che faccia chiarezza sulla definizione stessa di “gravità” per le persone sorde di cui alla L.381 e superi l’interpretazione restrittiva della legge stessa che fissa in termini anagrafici ovvero entro il 12^ anno di età, l’insorgenza della sordità e conseguentemente il riconoscimento giuridico della persona che ne è affetta, sia che si tratti di minori, di adulti, di anziani. Oltre tale età infatti la legge riconosce l’invalidità civile. Ritengo perciò tanto urgente quanto opportuno integrare una norma precisa, chiara e semplice che definisca il termine stesso di gravità e si metta mano all’aggiornamento del Nomenclatore Tariffario sulle protesi e ausili non aggiornato dal ’99 e dar modo alle Regioni di emanare circolari chiare e omogenee alle Commissioni territoriali preposte.

Altra nota dolente è l’ISEE che riguarda non solo il mondo della disabilità ma milioni e milioni di cittadini: l’accesso alle prestazioni e ai servizi è un labirinto di regolamenti, modalità e campi di applicazione talmente complessi e burocratici da rendere quasi inaccessibile il godimento stesso del beneficio, per i titolari di pensioni e indennità di accompagno, di comunicazione e di frequenza, vengono conteggiati l’Indicatore della Situazione Reddituale (ISR) e – dulcis in fundo – l’ISEE non viene più calcolato a livello personale ma a nucleo familiare.

Insomma, che cambiamenti porta questa Legge di stabilità? A mio avviso, sostanzialmente nulla, anzi, ci complica un po’ di più la vita! Ma, come ha ricordato Letta, dobbiamo fare attenzione a non sfasciare i conti dell’Italia altrimenti l’Europa ci mette ancora in quarantena. Ma, bontà divina, perché la Politica non presta più attenzione mettendo mano ai costi pazzeschi della politica e agli stipendi e affitti d’oro dei parlamentari e dei manager?

Questa Legge è andata ma lascia scontenti e non convince: pochissime risorse per la non autosufficienza/assistenza domiciliare, nuovi balzelli e altro caos per la imposte sulla 1^ e 2^ casa al punto che questo governo un po’ maldestro e pasticcione da un anno a questa parte prova a introdurle/ripudiarle solo a parole per tranquillizzarci: l’Imu data per morta e stata poi fatta resuscitare sotto mentite spoglie (Iuc, Tasi, Tares, Trise) e, né il governo, né i Comuni – visti i costi per le tasche dei cittadini e ovviamente le loro casse comunali, riescono a trovare soluzioni eque.

La tracciabilità dei pagamenti per gli affitti , la rottamazione delle cartelle Equitalia, l’ imposta di bollo sui conti correnti al 2 per mille, la rivalutazione piena per le pensioni fino a 1.486 euro e il contributo di solidarietà su importi oltre 90 mila euro, sono alcune voci che troviamo nella Legge; sul fisco parecchi ritocchi e zero strategie….

Do atto al governo di aver gettato solo una goccia di acqua nell’oceano e, alla Politica, di aver fallito ancora una volta sulla semplificazione della burocrazia, sulla riduzione delle tasse, degli sprechi, sull’evasione fiscale, sulla web economy, su una scuola di qualità e di merito, sul lavoro per i giovani (vedremo lo Iobs Act di Renzi cosa propone). Questo governo, lasciatemelo dire, ha tutt’altro che osato per alleggerire il “carico” economico/sociale che pesa come un macigno sulle famiglie disagiate, sulla disabilità e sui servizi in generale. 
Indignarsi o rassegnarsi? Né l’uno, né l’altro; continuare a vigilare a far sentire la propria voce con il coraggio e la dignità delle idee affinché la Politica torni ad essere vero strumento di democrazia rappresentativa di tutti i cittadini italiani. 

Ecco, SERVIVA PIU’ CORAGGIO! Facile accanirsi contro i DEBOLI, molto più difficile contro i FORTI! 
Ida Collu. Fonte: nonsolonoi.it

PER SAPERE DI PIU'
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