mercoledì 8 aprile 2020

Andrea De Santis e Coronavirus

“E’ dura la vita del sordo ai tempi del Covid-19”. Andrea De Santis, 38enne, originario di Bassano Romano, sordo dall’età di 3 anni, racconta all’associazione SuperAbile Viterbo l’esperienza della sua famiglia in questa fase emergenziale.


“Sono cresciuto a Bassano Romano fino ai 12 anni – spiega Andrea, insieme alla moglie Isabella, anche lei sorda -. Lì ho frequentato la scuola elementare di cui non ho un bel ricordo, in quanto l’insegnante di sostegno non c’era. In prima, seconda e terza elementare stavo seduto sempre in prima fila guardavo la maestra parlare ma perdevo solo tempo, non riuscivo ad imparare niente.

Mi sono sforzato molto, provavo a parlare e a concentrarmi il più possibile ma perdevo l’attenzione in continuazione perché leggere il labiale è un lavoro che richiede forte concentrazione e impegno. Mi stancavo molto!

In una giornata di lezione composta da 5-6 ore la stanchezza aumentava sempre di più e quindi iniziai ad avere difficoltà. In terza elementare è arrivata l’insegnante di sostegno che non restava vicino a me in aula insieme agli altri bambini per spiegarmi le lezioni, ma ci recavamo da soli in un’altra aula, lei parlava e spiegava e io dovevo guardare attentamente il labiale e sforzarmi di capire.

L’insegnante di sostegno non ricopriva tutto l’orario scolastico, restava qualche ora e poi andava via e io restavo solo, si è andato avanti così fino alla quinta elementare. Trascorso il periodo delle scuole elementari ho iniziato le scuole medie. In prima di nuovo la stessa situazione.


L’insegnante di sostegno non c’era e quindi mi sono ritrovato a vivere la stessa condizione: perdevo le lezioni, guardavo a bocca aperta, ho avuto molte difficoltà, 5 ore di lezione a guardare fisso, ma era come guardare un cielo stellato. Ricordo bene che l’insegnante mi chiamava alla cattedra, mi consegnava un libro e mi diceva che avrei dovuto studiarlo, io rimanevo un po’stranito, l’insegnante di sostegno qualche volta c’era ma venne per pochissimi mesi e per poche ore, alla fine venni bocciato.

Dopo grazie all’aiuto del preside che si è mobilitato per aiutarmi sono stato trasferito nell’istituto speciale per sordi “Severino Fabriani” a Roma, dove ho frequentato la terza media e ho recuperato tutto il tempo perso precedentemente imparando tanto.

Successivamente ho frequentato l’istituto superiore “A. Magarotto” e anche lì sono riuscito a recuperare grazie ai loro insegnamenti. In generale posso dire che ho perso solo gli insegnamenti delle scuole elementari, infatti qualcosa ancora mi manca.

Ad oggi a livello scolastico è avvenuta un’evoluzione con l’inserimento di interpreti della lingua dei segni e degli assistenti alla comunicazione. Precedentemente c’erano tanti istituti speciali sparsi in tutta Italia, adesso no. Si può restare a casa insieme ai genitori, si può avere a disposizione un assistente alla comunicazione vicino agli studenti che può utilizzare varie tecniche, a seconda della scelta dei genitori, come ad esempio l’italiano segnato esatto, il metodo bimodale o la lingua dei segni italiana. Adesso anche attraverso l’inserimento della figura dell’assistente c’è più integrazione e più rapporto con i docenti, possiamo dire che è una grande fortuna.

Tra il 2006-2007 ho lavorato come assistente alla comunicazione, il mio ruolo era quello di educatore sordo un’esperienza bellissima che porterò sempre nei miei ricordi. Dopo sono entrato a far parte dell’Ente Nazionale Sordi e ho ricoperto il ruolo di presidente della sede provinciale di Viterbo. Mi sono impegnato tanto per il sociale, per i diritti dei sordi, per la vita scolastica e molto altro. In generale qualcosa si è ottenuto ma superare tutte le difficoltà comunicative non è facile, anzi, è molto difficile.

A Salerno ho iniziato ad innamorarmi di Isabella, la mia attuale moglie, anche lei sorda. Nel 2017 abbiamo avuto nostro figlio, udente, nel 2018 ci siamo sposati e abbiamo costruito la nostra famiglia in Basilicata, a Lagonegro; non abbiamo difficoltà, viviamo a casa da soli tranquillamente, ragioniamo insieme su tutto. Quando esco e di casa incontro le persone riesco ad affrontarle senza problemi, quando poi ho qualche difficoltà chiamo l’interprete Lis che traduce dal parlato ai segni e viceversa.

Ho una vita autonoma. Anche con mio figlio udente non ho alcuna difficoltà, lui va all’asilo insieme ai bambini udenti, è bilingue, utilizza sia la lingua dei segni che la lingua parlata e proprio nella sua scuola sarà attivato un progetto di sensibilizzazione alla lingua dei segni italiana.

Io credo che i bambini sordi abbiano bisogno di comunicare, la comunicazione è un valore importante. Bisogna dare ai bambini la felicità, la giusta integrazione, la comunicazione! Comunicazione che sia di qualsiasi tipo: parlato o attraverso la lingua dei segni, così il bambino può sentirsi ricco di autostima.

Bisogna evitare che i sordi rimangano soli, bisogna evitare di privarli delle giuste informazioni. Bisogna sempre avere contatto con l’Ens oppure con persone udenti che hanno genitori sordi, chiamati Coda, che hanno esperienza a riguardo.

Avere a disposizione un assistente alla comunicazione è importante, serve perché può dare ai bambini sordi la giusta tranquillità, comunicando attraverso i segni il bambino sordo sicuramente cresce bene, può avere una vita felice, i genitori possono scegliere se il bambino deve utilizzare la lingua parlata, il bilinguismo o la lingua dei segni.

Tutto questo è fondamentale per crescere ed imparare velocemente al pari degli udenti percorrendo la stessa strada, senza restare indietro.

Il Covid-19? Qui da noi il Coronavirus è arrivato così all’improvviso. Mai nella mia vita ho avuto un’esperienza simile. Affrontare questa situazione è veramente pesante: per i sordi c’è una mancanza di informazione, il problema principale è che le persone usano la mascherina, quindi io non sentendo ho difficoltà a leggere il labiale. È un periodo difficile da affrontare, ad esempio, andare dal dottore, al supermercato, domandare informazioni o altro ci si trova in forte difficoltà. 

Fortunatamente in Basilicata hanno attivato un servizio di comunicazione a distanza con tre interpreti Lis pronti a rispondere istantaneamente alle richieste dei sordi, attraverso una videochiamata e a tradurre dalla lingua dei segni al parlato e viceversa, quindi dico grazie a loro che ci aiutano in questa fase di emergenza. In più bisogna ringraziare l’Ens, che ci da sempre tante informazioni. 

La situazione a casa, in “quarantena” quasi da un mese, posso dire che sto bene. All’inizio ero un po’ preoccupato per mio figlio, ha 3 anni  ed era abituato ad andare all’asilo, io lo accompagnavo tutte le mattine , invece all’improvviso si è ritrovato in casa insieme alla famiglia, la mia preoccupazione era che mio figlio iniziasse ad avere difficoltà. Invece, alla fine, restando a casa , non abbiamo avuto problemi: lui colora, disegniamo insieme, gioca con la farina e prova ad impastare la pasta, poi però diventa tutto sporco e tocca dappertutto, tutti i giorni mia moglie deve pulire, ma pazienza.

Vedo mio figlio contento insieme alla famiglia, si diverte a colorare, è curioso e simpatico ed è felice di trascorrere tante ore insieme alla mamma e al papà”.

Anche questa testimonianza va nella direzione di accelerare il più possibile, compatibilmente con i tempi attuali, l’iter di approvazione della legge Lis: l’Italia è maglia nera in Europa. Tutti gli altri Stati comunitari hanno approvato la norma sulla lingua dei segni, il nostro paese è fermo al palo.
SuperAbile Viterbo

PER SAPERE DI PIU'
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«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
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