venerdì 4 ottobre 2013

Il 4 ottobre il Papa ad Assisi. Prima tappa e primo discorso ai sordi e ciechi dell'Istituto Serafico.

L’attesa del Serafico per il Papa. “Emozionanti e commossi. Lo aspettiamo con gioia”. Il pontefice ha accettato l’invito rivoltogli lo scorso 12 giugno. Il centro di riabilitazione per persone con disabilità grave sarà la prima tappa il prossimo 4 ottobre, festività di San Francesco, del viaggio del papa ad Assisi. Sono circa 150 i ragazzi presenti quotidianamente

“Aspettiamo con infinita gioia papa Francesco”. A questa speciale “attesa” l’istituto Serafico di Assisi ha voluto dedicare una pagina del proprio sito internet già all’indomani della notizia della visita. Un omaggio e l’espressione di una gratitudine profonda per la scelta di papa Bergoglio. “Il suo primo discorso ad Assisi sarà per i nostri ragazzi e loro lo attendono con un entusiasmo speciale”. L’Istituto Serafico di Assisi, centro di riabilitazione per persone con disabilità grave, sarà la prima tappa, il 4 ottobre mattina festività di San Francesco, del viaggio del papa ad Assisi.

Un po’ di storia. Fondato dal francescano padre Ludovico da Casoria, il primo nucleo dell’Istituto Serafico risale al 1871. Padre Ludovico accoglieva ragazzi sordi e ciechi, da lui definiti “creature infelici e abbandonate”, nella convinzione che anche essi potessero avere un futuro. Nella sua azione fu affiancato dai frati Bigi della Carità, Istituto religioso da lui stesso fondato. L’opera di padre Lodovico si distinse per aver saputo coniugare l’assistenza dei ragazzi con la loro educazione e istruzione. Ai sordomuti fu data la possibilità di apprendere un mestiere produttivo; così, dal Serafico uscirono sarti, calzolai, fotografi, falegnami, intagliatori, ceramisti, operai. I non vedenti, invece, impararono la lettura mediante il sistema Braille e studiarono la musica conseguendo diploma di insegnanti, organisti e maestri di musica. Un inizio nel segno dell’integrazione che arriva fino ad oggi, quando il Serafico – dopo l’ultima ristrutturazione seguita al terremoto del 1997 – è un moderno e funzionale centro di riabilitazione di 4 piani e circa 10.000 metri quadrati, punto di riferimento dell’assistenza ai disabili gravi e gravissimi.

Integrazione e autonomia.
“Abbiamo adottato strumenti metodologici che prediligono una “diagnosi funzionale” – viene spiegato – in grado di rilevare le capacità residue e le abilità su cui è possibile investire, piuttosto che la sola diagnosi clinica”. Da qui discendono le professionalità impiegate e l’organizzazione. Lo staff medico comprende neuropsichiatra, fisiatra, neurologo, psicologo, pedagogista, otoiatra, oculista, assistente sociale, odontoiatra, dietista. C’è poi un programmatore informatico per lo sviluppo di software. Inoltre terapisti (logopedisti, musicoterapisti, psicomotricisti), educatori e operatori socio-sanitari. Tra le attività c’è la ricerca scientifica, in collaborazione con istituti e singoli esperti, il counselling alle famiglie degli utenti e lo sportello di segretariato sociale. Uno spazio/appartamento (“Profumo di casa”) è riservato alle famiglie che possono condividere piccole esperienze di vita domestica con il proprio figlio in ambiente protetto. Il Serafico ospita poi il Centro di consulenza tiflodidattica per consulenza sul materiale didattico disponibile per alunni con minorazione visiva. Particolare attenzione è posta all’autonomia degli ospiti grazie a modificazioni dei piani di calpestio, corrimano, segnalatori tattili, variazioni di illuminazione e di colore per gli ipovedenti. Nella parte residenziale si trovano 4 nuclei abitativi, ognuno dei quali composto da 2 appartamenti. I ragazzi vivono in appartamenti di sei persone.

Prima tappa del viaggio papale.
I ragazzi che ogni giorno sono presenti al Serafico sono circa 150: 70 sono residenti, 30 semiresidenti, 60 usufruiscono da esterni dei servizi. Il 4 ottobre ci saranno tutti. Un quarto d’ora prima delle 8, dopo la partenza dall’eliporto del Vaticano alle 7 in punto, l’elicottero papale atterrerà sul campo sportivo dell’Istituto. Ad attenderlo in questa prima tappa della giornata su suolo italiano sarà un rappresentante del governo italiano e poi l’arcivescovo e il sindaco di Assisi, la presidente della Regione, il presidente della Provincia di Perugia, l’ambasciatore in Italia presso la Santa sede, il nunzio apostolico in Italia, il prefetto di Perugia. Quindi l’ingresso nella chiesa dell’Istituto e l’incontro con i ragazzi ospiti della struttura, bambini e ragazzi disabili. A loro il papa si rivolgerà nel suo discorso, a loro saranno dedicate le sue parole e il suo sguardo.
L’invito a giugno e la risposta del papa. Del clima che si respira, in questi giorni di attesa dell’incontro con il papa, e di come ci si sta preparando all’evento parliamo con la presidente dell’Istituto, Francesca Di Maolo: “Siamo emozionati e commossi, e pieni di idee per il futuro. La notizia che papa Francesco ha scelto il Serafico come prima tappa del suo pellegrinaggio ad Assisi è un segnale importante per i ragazzi e le loro famiglie, che finalmente sentono riconosciuta in maniera forte la loro presenza e importanza nella società. La cosa che ferisce di più infatti – prosegue di Maolo – è rendersi conto che questi ragazzi siano relegati ai margini, come se dovessero essere dimenticati o nascosti, la loro voce non è mai ascoltata. Papa Francesco li ha messi al primo posto. Il Serafico da più di 140 anni lavora per dare loro la migliore vita possibile, e da oggi, più che mai lavoreremo anche per far sentire la loro voce in questa società“.

Lo scorso 12 giugno i ragazzi e la presidente Di Maolo hanno incontrato il papa a Roma.
E da quell’udienza è nata l’idea della visita al Serafico: “In quell’occasione ho avuto modo di consegnare una lettera a papa Francesco, in cui lo invitavo ufficialmente a farci visita il 4 ottobre. Il nostro colloquio, seppure breve, è stato più lungo di quanto mi aspettassi, forse pensavo di avere appena la possibilità di salutarlo – racconta Di Maolo – invece per lunghi minuti mi ha tenuto le mani strette nelle sue, mi guardava negli occhi con un sorriso che riscaldava il cuore e mi ha ringraziato per la lettera”. Qualche tempo dopo la risposta dal Vaticano: “Non pensavo che mi sarebbe arrivata da parte di monsignor Wells una risposta ufficiale poche settimane dopo, in cui venivamo ringraziati per la lettera. È stata un’emozione per l’intero Istituto. In quel momento abbiamo sperato davvero che stesse pensando di venire a trovare i ragazzi. Ed era così”. 
Elisabetta Proietti. Fonte: superabile.it (segnalato da P.Vincenzo Di Blasio)

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