martedì 23 luglio 2019

Gli Assistenti all'autonoma ed alla Comunicazione.

L’audizione alla Commissione Istruzione del Senato del 25 giugno scorso ha prodotto un risultato molto importante, anche se non conclusivo, in direzione della soluzione delle vicende che riguardano gli Assistenti all’Autonomia ed alla Comunicazione. La Commissione doveva dare l’indirizzo sui temi della riforma del decreto legislativo n. 66 sulla inclusione scolastica degli studenti con disabilità.


La Commissione, infatti, approva un parere su una tematica che è stata una delle richieste più pressanti che il SUL nazionale ha presentato, ossia ottenere il riconoscimento giuridico della figura professionale degli Assistenti, definirne il ruolo e le funzioni, dare loro una veste riconoscibile e operare per unificare i trattamenti economici e normativi su tutto il territorio nazionale, anche, abbiamo detto, con un Contratto nazionale che venga da un lodo del Ministero del Lavoro.

Per citare testualmente il paragrafo che riguarda gli Assistenti all’Autonomia ed alla Comunicazione, riportiamo il preciso parere: “ si valuti un ampliamento dell’oggetto dell’intesa in sede di Conferenza unificata, ferma restando l’esigenza di individuare prioritariamente i criteri per una progressiva uniformità su tutto il territorio nazionale della definizione dei profili professionali del personale destinato all’assistenza per l’autonomia e per la comunicazione personale. Risulta quanto mai opportuno, al fine di non determinare sovrapposizioni o disallineamenti nel servizio di assistenza previsto per gli alunni e gli studenti con accertata condizione di disabilità, anche alla luce dei compiti assegnati nella medesima norma ai collaboratori scolastici, definire al contempo i profili professionali del personale destinato allo svolgimento delle competenze attribuite agli enti territoriali nel campo dell’inclusione scolastica”.

Insomma, finalmente si pone la questione di far uscire dall’ombra questi professionisti, di regolamentarli e di riconoscerne i diritti, oltre che definirne i doveri e le responsabilità.

Sappiamo bene che il lavoro che stiamo svolgendo non è finito e siamo ben coscienti che ci saranno altri ostacoli da superare. Occorrerà accertarsi che le Amministrazioni locali giochino il loro ruolo a difesa del servizio nella Conferenza Unificata, che non ci siano marce indietro rispetto al parere chiarissimo della Commissione, che si riesca ad interloquire positivamente e rapidamente con il Ministero del Lavoro per la redazione del primo Contratto Nazionale di riferimento, che non si snaturi la battaglia che stiamo facendo per la piena dignità professionale degli Assistenti e, non certamente come ultima considerazione, che si passi a ragionare sulla stabilizzazione che abbiamo richiesto e per la quale abbiamo presentato una proposta ragionata ed articolata che potrebbe essere accolta immediatamente, non contenendo aggravi di spesa per il bilancio dello Stato.

Siamo ben contenti di questo primo risultato e tuttavia siamo coscienti che quanto avvenuto è importantissimo e apre la porta alla soluzione dei problemi che abbiamo sempre sottolineato, ma non è ancora finita, c’è tanta strada da fare. Ci auguriamo che, contrariamente a quanto avvenuto nell’audizione del 25 giugno, anche altri sindacati vogliano spendere una parola per il raggiungimento di obiettivi che sono nel cuore e nella testa degli Assistenti all’Autonomia ed alla Comunicazione.
Aldo Libri. Segretario SUL. Sindacato Unitario Lavoratori. Fonte: sullavoro.eu


Assistenti all'Autonomia e alla Comunicazione: verso il riconoscimento professionale
Intervista ad Aldo Libri 

Aldo Libri è nato a Reggio Calabria il 13 maggio 1954. Appassionato di politica, nel 1974 inizia la sua militanza sindacale in Cgil con l’incarico di costruire le Leghe dei Disoccupati. Nel 2013 ha fondato il SUL in cui riveste la carica di segretario con delega agli Affari Sociali (ASACOM inclusi).


1) Che cos’è il SUL?

Il SUL (Sindacato Unitario Lavoratori) è un sindacato indipendente, definizione molto cara a Giuseppe Di Vittorio. Nasciamo come sindacato di base soprattutto nel settore del trasporto pubblico locale e, in seguito, nel sistema portuale. Siamo infatti un sindacato maggioritario nel Porto di Gioia Tauro e con buona presenza in quello di Cagliari. Col tempo abbiamo esteso la nostra rappresentanza ad altri settori e a diverse realtà territoriali. Attualmente siamo particolarmente presenti in Calabria in tante categorie (enti pubblici, sanità, settore terziario, industria, servizi alle famiglie, ecc.). Abbiamo sposato la causa degli Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione perché si tratta di una categoria di professionisti che svolgono un lavoro importantissimo e delicato ma che non sono rappresentati da altre sigle sindacali.


2) Cosa prevede la proposta di legge da voi presentata? 

Il primo obiettivo che ci siamo posti è il riconoscimento giuridico della funzione professionale. Abbiamo chiesto che si istituisca un albo, se non un ordine professionale, che identifichi questi professionisti che ad oggi sono fantasmi. Manca l’indicazione dei titoli necessari, un mansionario, un contratto, un elenco dei diritti e dei doveri. Insomma, non c’è nulla che certifichi chi sono e cosa fanno. A seguire abbiamo posto il problema del Contratto Nazionale, perfino sotto forma di lodo del Ministero del Lavoro, quasi un contratto senza contrattazione. Sappiamo che è una procedura sindacalmente poco ortodossa, eppure bisogna dare un contratto con quel che concerne e in tempi rapidi. Siamo disposti a fornire al Ministero tutti gli elementi in nostro possesso e tutte le proposte per un contratto dignitoso. Terza questione è la stabilizzazione. Un servizio così importante e delicato non può essere lasciato all’improvvisazione e alla gestione di chi si trova ad averne la responsabilità (è irrilevante che siano essi Comuni, Province, Cooperative, scuole o società in house). Abbiamo chiesto che i dipendenti attuali vengano stabilizzati ricorrendo a un Ente Pubblico. Il MIUR sarebbe la soluzione più congrua oppure le Regioni, gli Enti Locali sottostanti, le società in house o le aziende speciali pubbliche. Di questo aspetto si può anche discutere. Abbiamo anche proposto una stabilizzazione a costo zero, cioè impegnando le somme che a vario titolo le amministrazioni pubbliche, a cominciare dai Ministeri, mettono in bilancio per il sostegno al servizio. Questi mi sembrano i punti fondamentali, per noi irrinunciabili, della nostra proposta.


3) Qual è stato l’esito dell’audizione in Senato del 25 giugno scorso? 

L’audizione ha prodotto il massimo risultato possibile in questo momento. Non significa che tutto è risolto, ma che si sono fatti considerevoli passi in avanti. Intanto è la prima volta che una sede istituzionale parlamentare cita espressamente gli ASACOM. Un paragrafo del dispositivo dice che bisogna dare riconoscimento giuridico e contrattuale nonché unificare il servizio su scala nazionale. Siamo molto soddisfatti. Tuttavia la strada è ancora molto lunga e molto dipende da variabili che esulano dalla nostra attività sindacale. Ad esempio, quando giornali autorevoli parlano di possibile crisi di governo comprendiamo che questo possa essere un intoppo alla nostra battaglia. Se si dovessero sciogliere le Camere, si dovrebbe ricominciare tutto daccapo. Tuttavia abbiamo ottenuto un buon risultato e continueremo a lavorare per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, ossia l’assunzione a tempo indeterminato presso un’istituzione pubblica.

4) Si arriverà al riconoscimento professionale degli ASACOM? 
Speriamo di sì. Siamo contrari a vendere chiacchiere e ci andiamo molto cauti. Ci stiamo lavorando provando a scansare tutti gli ostacoli. Il primo passo è stato fatto ed era, forse, la parte più difficile: far inserire in agenda professionalità ufficialmente sconosciute. Come abbiamo tenacemente perseguito questo primo risultato, continueremo a fare le battaglie necessarie. Abbiamo dimostrato che un sindacato, sebbene non grandissimo come il SUL, se si batte con chiarezza, avanza proposte ragionate e credibili, guadagnandosi la fiducia dei lavoratori. Siamo stati in grado di smuovere acque che sembravano stagnanti, determinati a migliorare le condizioni di lavoro e di vita delle persone.
Michele Peretti. viverefermo.it

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