Monsignor Agnesi benedice il reparto che restituisce l’udito ai sordi, Il Vicario episcopale ha fatto visita all'audiovestibologia del Circolo, un reparto con una storia quasi trentennale, considerato tra i migliori in Italia e al mondo
Nell’audiovestibologia dell’ospedale di Varese si lavora per restituire l’udito ai sordi. Non c’è nulla di miracoloso: è tutta tecnologia e professionalità. La grande bellezza sta nelle storie di bambini e adulti che riescono a vivere una vita normale, dimenticando la ghettizzazione a cui la sordità può causare.
Per conoscere da vicino la realtà e incontrare quanti, quotidianamente, operano piccoli miracoli, questa mattina, lunedì 23 maggio, il vicario episcopale Monsignor Franco Agnesi ha visitato il reparto dell’ospedale di Circolo diretto dalla dottoressa Eliana Cristofari.
La dottoressa ha raccontato al vicario i progressi tecnologici, il funzionamento degli impianti, le prospettive future. Ha spiegato il percorso che un sordo profondo affronta per emergere dal silenzio in cui si trova. Si è soffermata sulla componente chirurgica ma anche su quelle preparatoria e riabilitativa. Ha spiegato il valore della gratitudine che si riceve, la soddisfazione dei risultati che i pazienti ottengono nella vita, la gioia di saperli perfettamente integrati.
La casistica del centro varesino parla soprattutto di bambini, in un rapporto di due bimbi e un adulto: « Ma anche gli anziani riescono a raggiungere livelli di autonomia sorprendenti, dimostrando che la plasticità del nostro cervello non scomparse in età avanzata, purché la sia mantenga allenata» ha commentato la primaria.
Non sono mancati i momenti di critica a un sistema sanitario che, proprio in quanto limitato nei mezzi e nei finanziamenti, dovrebbe organizzare meglio l’offerta di assistenza limitando i centri altamente specializzati ma sostenendoli nelle diverse esigenze: « Purtroppo, invece, in questo momento il centro di Varese, pur garantendo professionalità casistica e bravura indiscusse, non potrebbero lavorare senza il contributo dell’Associazione Agav – ha sottolineato la presidente Tiziana Basso Roi, a capo da decenni dell’associazione di parenti e pazienti dell’audiovestibologia – un terzo del personale presente viene stipendiato da noi. Ma la nostra associazione può permettersi solo contratti semestrali e, per questi giovani capaci e bravi, non è una certezza così, alla prima occasione, scelgono di andare a lavorare in un’altra sede più sicura».
Al fianco del reparto e dell’associazione c’è il Pio Istituto dei Sordi che lamenta la scarsa attenzione della chiesa nei confronti di chi non sente: « Ora stiamo lavorando con la Curia di Milano per poter almeno ottenere la recita delle preghiere con il linguaggio dei segni».
Sicuramente colpito dalla realtà, Monsignor Agnesi ha chiesto come poter intervenire: « È una questione di cultura – ha commentato il direttore dell’ospedale di Circolo Andrea Larghi – tutti devono essere coinvolti e farsi promotori di un diverso approccio che favorisca il progresso tecnologico e scientifico in questo campo. Non è solo questione di un responsabile, ma tutti devono contribuire con il proprio ruolo».
Un invito che Monsignor Agnesi ha subito raccolto: « Magari nei nostri oratori, tra i ragazzi ci possiamo impegnare per promuovere la cultura di un progresso tecnologico che mira a migliorare la qualità della vita».
Tutti devono fare la propria parte, come in questo ambulatorio dove lavorano insieme medici, infermieri, logopedisti ma anche pedagogisti: un’equipe capace di fare i miracoli.
Alessandra Toni. Fonte: varesenews.it
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