Arriva per la prima in Italia, (dopo un’unica rappresentazione in lingua inglese del 1980 al Festival dei Due Mondi di Spoleto) l’allestimento teatrale di “Figli di un Dio minore” di Mark Medoff, che vede protagonisti l’attore Giorgio Lupano nei panni dell’insegnante di logopedia James Leeds e Rita Mazza, nel delicato ruolo di Sarah, ragazza sorda.
Lo spettacolo, diretto dal regista Marco Mattolini e prodotto da Artisti Associati e Sala Umberto, debutterà il prossimo 2 e 3 agosto al Festival Teatrale di Borgio Varezzi (Savona), per arrivare a Roma alla Sala Umberto dal 10 al 22 novembre e dal 10 al 29 novembre al Teatro Duse di Bologna.
Si tratta del primo spettacolo concepito sia per un pubblico di udenti che per quello dei sordi, ai quali il teatro “tradizionale” è precluso e che invece in questo caso sarà coinvolto nella storia. Rita Mazza, è un’attrice sorda italiana che per lavorare è dovuta andare all’estero perché in Italia non esistono compagnie teatrali per sordi se non amatoriali.
“Figli di un Dio minore – dice Giorgio Lupano (foto) – è un’occasione, come sicuramente me ne sono capitate poche, di usare il teatro in un senso più ampio del semplice raccontare una storia o lasciare un messaggio o porre delle questioni – cose che sempre il teatro dovrebbe fare-: questo è un viaggio all’interno di un mondo che è di fianco a noi, che vive con noi, che ci osserva… e che chiede di poter parlare con noi. Il testo è una pietra miliare per la comunità internazionale dei sordi, negli anni è stato rappresentato e premiato in tutto il mondo e deve la sua fama anche al film del 1986, anche questo vincitore di Oscar, Golden Globe e di molti altri riconoscimenti.
La nostra è la prima produzione italiana”.
Breve sinossi
“Figli di un Dio minore”, descrive l’incontro tra un insegnante di logopedia (James Leeds) e una serie di alunni sordi dell’Istituto nel quale Leeds è chiamato a lavorare, ed in particolare il complesso rapporto con Sara, sorda dalla nascita e per nulla intenzionata ad apprendere i rudimenti della lingua parlata che potrebbero farla uscire dall’Istituto e ambire a un lavoro e a una posizione nella società degli udenti.
Fonte: chedonna.it
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