Un nuovo studio, che indaga sulle performance scolastiche di bambini affetti da sordità severa e profonda, dimostra quanto incida l’intervento precoce di impianto cocleare sui risultati dell’apprendimento. Importante, a questo proposito, è stato considerato anche il sostegno dell’ambiente familiare.
Arriva finalmente un chiarissimo e degno riconoscimento destinato a dimostrare il peso significativo dell’intervento precoce di riabilitazione dell’udito nei pazienti pediatrici. Infatti, la rimediazione non soltanto aiuta il processo di acquisizione del linguaggio, ma anche i risultati nello studio nelle fasi successive della crescita. Come a dire, ancora una volta, che la disabilità uditiva diventa un handicap soltanto se non curata, mentre quando viene recuperata con adeguati approcci terapeutici consente al soggetto interessato di raggiungere livelli di completamento individuale che non hanno nulla da invidiare a quelli dei coetanei normoudenti. Lo studio in oggetto, peraltro, si spinge oltre, giungendo anche a determinare il valore del coinvolgimento dei genitori e della lettura in relazione a questo successo.
È fondamentale ribadire l’impatto che il recupero riabilitativo produce sull’apprendimento, perché la possibilità di una diagnosi precoce e del relativo intervento terapeutico cambia davvero la vita di un bambino affetto da sordità grave e profonda, ponendo le basi – a dispetto della disabilità sensoriale – per consentirgli di esprimersi e svilupparsi come tutti i suoi coetanei. Già soltanto questo basterebbe a sciogliere, una volta per tutte, le resistenze di chi non accetta il percorso di cura della sordità.
Il lavoro di ricerca citato, dal titolo “Risultati scolastici per bambini in età scolare con perdita uditiva grave e profonda e impianti cocleari unilaterali e bilaterali precoci”, si è posto proprio l’obiettivo di determinare se i risultati scolastici dei bambini portatori di impianti siano appropriati rispetto alla loro età, inoltre di accertare se l’uso bilaterale dei dispositivi possa migliorare significativamente quei risultati, e verificare altri fattori predittivi.
Alla ricerca hanno partecipato quarantaquattro bambini di otto anni affetti da sordità grave e profonda: i loro progressi in matematica, nella lingua orale, nella lettura e nella lingua scritta sono stati valutati utilizzato un test standardizzato sul rendimento scolastico. Gli studiosi hanno constatato quanto segue: in tutte le aree didattiche, la percentuale degli allievi risultati nella media o al di sopra della media è stata inferiore al previsto per i normoudenti, la materia più forte è stata la lingua scritta mentre la matematica la più debole; i bambini portatori di impianto cocleare bilaterale hanno raggiunto punteggi significativamente più alti nella lingua orale, in matematica e nella lingua scritta, dopo il controllo per i fattori predittivi, rispetto agli impiantati unilateralmente, e in questo l’età più giovane al momento del secondo impianto è risultata predittiva di più ampi miglioramenti; infine, elevati livelli di coinvolgimento parentale ed un maggior tempo speso dai bambini nella lettura sono risultati predittivi in maniera significativa del successo scolastico, insieme ad altri fattori. In conclusione, i risultati raggiunti in media da questi bambini sono stati inferiori a quelli dei coetanei normoudenti, ma aver ricevuto un impianto cocleare bilaterale in tenera età è stato considerato un fattore predittivo di migliori risultati. Ed anche l’ambiente familiare è parso importante, per il conseguimento di un buon rendimento.
Fonte: Sarant JZ et al. “Academic outcomes for school-aged children with severe-profound hearing loss and early unilateral and bilateral cochlear implants”. J Speech Lang Hear Res. Da audiology-infos.it
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"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini
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