mercoledì 10 maggio 2017

Chi è l’udente

«Ho deciso di proporre una serie di ritratti fotografici di persone sorde in primo piano tra le quali, però, vi è anche una persona udente, il tutto per far capire se e quali siano i piccoli dettagli che fanno la differenza»: così Giacomo Albertini, fotografo e laureato in architettura, persona sorda che da alcuni anni lavora sulla fotografia sociale, dedicandosi in particolare alla disabilità e alle malattie rare, presenta il proprio interessante progetto intitolato appunto “Facce da sordi”, che si concretizzerà nei prossimi giorni nell’omonima esposizione di Reggio Emilia


Cartolina della mostra di Giacomo Albertini "Facce da sordi", Reggio Emilia, maggio 2017
Alcuni ritratti fotografici realizzati da Giacomo Albertini, per la mostra di Reggio Emilia “Facce da sordi”
«Questa idea mi è nata perché anni fa avevo conosciuto una signora che lavorava all’Ufficio Anagrafe del Comune di Trento, la quale mi disse che sapeva distinguere le foto ritratto dei sordi da quelle degli udenti. Ho deciso quindi di proporre una serie di ritratti fotografici di persone sorde in primo piano, ma tra queste vi è anche una persona udente, il tutto per far capire se e quali siano i piccoli dettagli che fanno la differenza».
Così Giacomo Albertini, fotografo e laureato in architettura, persona sorda che da alcuni anni lavora sulla fotografia sociale, dedicandosi in particolare alla disabilità e alle malattie rare, presenta il proprio interessante progetto intitolato appunto Facce da sordi, che si concretizzerà nei prossimi giorni nell’omonima esposizione di Reggio Emilia (Via Roma, 22), all’interno del Festival di Fotografia Europea Circuito OFF.
L’inaugurazione di Facce da sordi è in programma per domani, venerdì 5 maggio (ore 19) e la mostra sarà poi visitabile a ingresso libero sabato 6, domenica 7, sabato 13 e domenica 14. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: albertinigiacomo@gmail.com.
Fonte: superando.it

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«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
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