È un effetto a catena. Se in una casa di riposo del Sud un anziano non potrà avere un nuovo apparecchio acustico, o se una mamma del Nord non riuscirà a dare al figlio con disabilità uditiva l'assistenza necessaria per proseguire gli studi potrebbe non dipendere dall'associazione locale che li ha seguiti fino a quel momento, ma da un ente diverso, che sarà toccato dalla nuova aliquota IRES.
Il piccolo gruppo di volontari locale potrebbe infatti non possedere immobili e quindi non dover pagare più tasse, ma essere, come spesso accade, beneficiario di finanziamenti elargiti da fondazioni con patrimoni su cui il nuovo regime fiscale inciderà in maniera consistente.
«I conti sono chiari - spiega Daniele Donzelli, presidente del "Pio istituto dei sordi", fondazione di partecipazione per l'assistenza delle persone con disabilità uditive - i 200mila euro che pagavamo di tasse sugli immobili che possediamo diventeranno il doppio.
Questo significa che avremo 200mila euro in meno per finanziare i progetti che ci vengono sottoposti». Significano, per esempio, meno soldi alla ricerca del reparto di eccellenza di audio-vestibologia di Varese per curare sordità e vertigini, oppure, meno strutture per il parco giochi a Lugo di Romagna, dove la fondazione ASD Miele voleva acquistare strutture usufruibili anche da parte di bambini diversamente abili e con il contributo, appunto, del Pio istituto. E perfino la cultura in generale potrebbe risentirne, perché la fondazione sostiene anche i progetti artistici delle persone sorde. Dalle borse di studio per i ragazzi agli apparecchi, avremo 200mila euro in meno.
Cristina Nadotti. Fonte: larepubblica.it
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"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini