martedì 16 febbraio 2016

Problemi di udito possono portare alla demenza

Scienziati trovano una correlazione tra i problemi di udito e il declino cognitivo. Un trattamento precoce dell’ipoacusia potrebbe prevenire la demenza. Attenzione ai problemi di udito perché, secondo gli scienziati, potrebbero portare a declino cognitivo più rapido e precoce. I problemi all’udito, come l’ipoacusia, non solo possono di per sé essere causa di un peggioramento della qualità della vita ma, secondo un nuovo studio, potrebbero anche portare a un precoce declino cognitivo, o demenza.


Sono i ricercatori della Johns Hopkins University ad aver condotto uno studio su 1.984 soggetti anziani, che sono stati seguiti per 6 anni. I risultati, pubblicati sulla rivista JAMA Internal Medicine, mostrano che vi è un collegamento tra la sordità o la perdita di udito e il restringimento del cervello, che causerebbe la demenza.

Un prima ipotesi è che l’ipoacusia possa causare isolamento sociale, a causa della difficoltà di comunicare che, a sua volta, favorirebbe il declino cognitivo.

I partecipanti, al basale (ossia all’inizio dello studio) sono stati sottoposti a test di abilità mentale e analisi per valutare lo stato dell’udito. Durante i 6 anni di studio, periodicamente, i partecipanti hanno continuato a sottoporsi a visite e test per valutare l’udito e la salute mentale. Come previsto, con il passare degli anni per molti dei partecipanti si è verificato un peggioramento nei test cognitivi, tuttavia per i pazienti che soffrivano di ipoacusia si è mostrato un peggioramento più rapido del 40%.

Sebbene il meccanismo che favorisce la demenza nelle persone con perdita dell’udito non sia chiaro, secondo il dottor Frank Lin – che ha coordinato lo studio – l’isolamento sociale può essere una delle cause del maggiore declino cognitivo, per via della mancata interazione con gli altri e anche la riduzione delle conversazioni cui si va incontro.

In sostanza, curare l’udito può non solo migliorare le interazioni sociali, ma può anche proteggere da un declino cognitivo precoce e più rapido.
Fonte: lastampa.it



Il Consensus Paper "Sentire bene per allenare la mente" mette in luce la relazione tra ipoacusia e demenza. Oltre 7 milioni di italiani e 590 milioni di persone nel mondo convivono con un deficit dell'udito e vanno incontro a un rischio maggiore di sviluppare forme di demenza. Messo in luce dagli esperti il "paradosso della longevità": ipoacusia e demenza si moltiplicheranno nei prossimi 30 anni e nel 2050 rischieremo di arrivare tutti a 100 anni, ma senza accorgercene.

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