Già rappresentato con grande successo al Royal Court Theatre di Londra e al Barrow Street Theatre, off-Broadway, arriva a Roma, al Piccolo Eliseo dal 6 al 24 gennaio, Tribes della drammaturga britannica Nina Raine. Un testo tragicomico che affronta con acutezza e un punto di vista originale il tema vivo eppure poco frequentato della sordità.
Mai scontato. Divertente. Emozionante. Di un’intelligenza feroce. Lo spettacolo diretto da Elena Sbardella e interpretato da Stefano Santospago, Ludovica Modugno, Barbara Giordano, Luchino Giordana, Federico D’Andrea, Alice Spisa / Deniz Özdogan, muove dalla storia di una famiglia politicamente scorretta di origini ebraiche.
Una comunità familiare udente, con le sue regole, i suoi valori, le sue idiosincrasie. A capo della tribù ci sono Beth e Christopher, genitori di Daniel, Ruth e Billy. Billy è sordo dalla nascita.
Quando Billy incontra Sylvia, una giovane donna nata da genitori sordi che sta per perdere l’udito, entra in contatto con la lingua dei segni e con la famiglia allargata della comunità sorda. Gli equilibri si alterano: Billy è disposto ad abbandonare il suo nucleo di provenienza, Sylvia ormai quasi del tutto sorda, non riconosce più neanche se stessa in tutto quel silenzio.
Ho iniziato il lavoro coinvolgendo in un primo tempo gli attori udenti, tutti con notevoli esperienze alle spalle, poi la ricerca dell’attore sordo – spiega Elena Sbardella.
Volevo che il ruolo di Billy, che nella commedia è sordo dalla nascita, fosse interpretato da una persona davvero sorda. Nel poco tempo a disposizione per allestire una mise en espace ero certa di non riuscire a fare un lavoro così approfondito sulla costruzione del personaggio con un attore udente per quanto bravo. Ho scoperto poi con piacere che questa era anche un’indicazione e una volontà chiara dell’autrice. Da qui l’incontro con Federico D’Andrea, un giovane e talentuosissimo attore sordo che ha interpretato Billy con una finezza e leggerezza, incantevoli.
La mia è una direzione chiara e semplice, finalizzata a sondare le pieghe dei personaggi e a metterli in relazione tra loro. Potevo farlo perché il testo davvero ha una scrittura intelligente, profonda, chiara. Dal riso al pianto, le liti, l’amore: Tribes passa dal dramma alla più alta commedia inglese senza soluzione di continuità. Una messa in scena popolare e non per questo meno ricercata.
Nina Raine ha debuttato come regista nel 2002. Nel 2003, seguendo dei laboratori di drammaturgia, ha iniziato a scrivere Rabbit, con il quale, tre anni più tardi, si è inserita nel novero dei drammaturghi britannici contemporanei. Dopo alcuni infruttuosi tentativi per concordarne la messa in scena, ne ha curato la regia all’Old Red Lion Theatre. Grazie al successo riscosso, lo spettacolo si trasferì sul palco dei Trafalgar Studios, per poi essere presentato al festival newyorkese Brits Off Brodway.
Per questo lavoro, Nina Raine ha ottenuto due premi come drammaturgo più promettente: il Charles WintourAward del quotidiano Evening Standard e il Critic’s Circle Award. Nello stesso anno le è stato conferito il premio TMA per la miglior regia dello spettacolo Unprotected, messo in scena al teatro Everyman di Liverpool.
Lo spettacolo è stato presentato all’interno della rassegna TREND a Roma, diretta da Rodolfo di Giammarco in forma di mise en espace, il 2 e 3 novembre 2015.
Elvia Gregorace. Fonte: La Prima Pagina
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