martedì 7 gennaio 2014

Napoli. L'intitolazione del largo: a San Filippo Smaldone davanti all'Ospedale Loreto Mare.

Il 1° giugno San Filippo ha fatto “ritorno” nella sua terra natia, allorquando l’Arcivescovo Sua Em. Il Cardinale Crescenzio Sepe ha benedetto la targa della piazza antistante l’Ospedale Loreto, posta nel quartiere Mercato in cui il santo è nato, con la seguente intestazione:
Largo San Filippo Smaldone
Apostolo dei sordomuti (1848-1923)
Questo atto di riconoscimento da parte della pubblica amministrazione al suo concittadino, pioniere dell’opera sociale e caritativa a favore dei sordi nel Meridione d’Italia, e oggi in tutto il mondo grazie alle Sue figlie spirituali, ha fatto gioire molti: le salesiane dei sacri cuori, la famiglia del santo, i suoi devoti e i sordi tutti che vedono in San Filippo il loro patrono e protettore. Da Suore Salesiane dei Sacri Cuori


Una Piazza a San Filippo. Napoli ha restituito onore al suo concittadino Santo.
La giornata del 1 giugno 2013, a Napoli, si presentava variabile e incerta; il sole faceva capolino e poi veniva oscurato da nuvolette che sembrava portassero tanta pioggia; il vento soffiava così dolcemente da allontanare le nuvolette bianche e grige… Non si poteva prevedere il cambiamento atmosferico. Eppure l’attesa e il desiderio della comunità religiosa di Napoli e di quanti erano stati invitati all’evento storico, da svolgersi all’aperto, era che non piovesse per non rovinare il tutto, preparato con tanta cura dalle consorelle e, in simbiosi, dal Consigliere dell’Associazione Missione Effatà onlus, Filippo Smaldone.
Ma di che cosa si trattava? Napoli riaccoglieva, dopo tanti anni di silenzio, il suo concittadino, San Filippo Smaldone, dando lustro e riconoscimento della sua opera benefica e sociale con l’intitolazione di una piazza nella zona Mercato, precisamente nello spiazzale antistante l’antico Ospedale Loreto. L’Amministrazione partenopea aveva finalmente esaudito la preghiera della comunità religiosa delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori e quella della famiglia di sangue del Santo, presente attraverso una catena di pronipoti, forza operosa nella società.
Alle ore 11.00, una schiarita, il sole comincia a riscaldare l’aria e illuminare con i suoi raggi la piazza, creando riflessi argentati sulle acque del mare, visibili dal posto dove in molti attendiamo l’Arcivescovo e le Autorità per l’inizio della cerimonia. Queste non si fanno aspettare e puntualmente inizia la cerimonia con il saluto del presentatore, l’intervento di approfondimento del Santo da parte dell’Avv. Salvatore Memoli, quello della Vicaria Generale Suor Ines De Giorgi, dell’Arcivescovo Sua Em.za il Card. Crescenzo Sepe e, infine il canto a San Filippo da parte degli alunni della Scuola Filippo Smaldone di Napoli. Viene tolto il drappo alla targa della piazza e l’Arcivescovo benedice. Segue un applauso prolungato e il lancio di palloncini gialli e bianchi che arrivano su, nel cielo, volteggiandosi a far festa e a rendere memorabile il momento.
Quale significato ha questo evento per la città di Napoli, per le Suore Salesiane dei Sacri Cuori, per l’Associazione Missione Effatà?


L’intervento della Vicaria Generale Sr Ines De Giorgi
Eminenza Rev.ma, Sig Card. Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli; Signor Sindaco, Autorità civili e religiose presenti, rappresentanti dell’Associazione Missione Effatà, amici e cari alunni ed exalunni, il cordiale saluto di Madre Maria Longo, impossibilitata a presenziare per impegni sopraggiunti ma spiritualmente unita a noi in questo momento storico. Il saluto ancora dell’intera famiglia smaldoniana.
Con grande gioia stiamo vivendo questo evento dell’intitolazione della ex piazza Orticello Loreto in Largo San Filippo Smaldone, proprio alla vigilia della festa liturgica del Santo. Se San Filippo appartiene alla Chiesa universale, è pur vero che le radici umane, sociali, culturali e cristiane dell’Uomo di Dio, affondano nel terreno della benemerita famiglia Smaldone e nell’humus di questa bellissima città partenopea in cui si è formato;affondano anche nella città salentina di Lecce, dove ha speso le sue energie di mente e di cuore per l’evangelizzazione del sordo attraverso l’educazione e l’istruzione e ha dato vita nel 1885 ad un Istituto religioso femminile dedito al carisma specifico della carità “intelligente” per la promozione del fratello sordo: le Suore Salesiane dei Sacri Cuori.
Le opere di Dio resistono al tempo e non seguono la legge dell’usura, né della dimenticanza.
Non s’intende parlare della fissità delle Istituzioni perché nella vita tutto si trasforma, tranne i valori non negoziabili, ma s’intende parlare del carisma del Santo - dono dello Spirito alla Chiesa e alla società: l’attenzione agli ultimi - a chi non ha voce, trasmesso da don Filippo alla sua famiglia religiosa ed oggi vissuto anche da tanti laici riuniti in aggregazioni, movimenti, associazioni. È doveroso richiamare la vastità della risonanza del Santo nel tempo: è sorta l’Organizzazione di volontariato “Filippo Smaldone”, l’Associazione Missione Effatà onlus, qui rappresentata dal Presidente avv. Fabio Mastrorosa, il Movimento laicale smaldoniano, i Gruppi di preghiera, la Gioventù smaldoniana.
Quello che ci sorprende è che l’umiltà di don Filippo – tanto da non attribuire mai a sé l’opera, “L’Opera è di Dio… Lui la guida” e a consentire che il Vescovo di Lecce del tempo fosse riconosciuto il Superiore delle Case da Lui fondate, oggi è diventata glorificazione in tanti luoghi e spazi geografici, anche là dove le sue figlie spirituali non sono presenti – come in Germania, o si sono recate successivamente come in Polonia.“L’umiltà e la carità vanno di pari passi. L’una glorifica e l’altra santifica” - ripeteva Padre Pio da Pietrelcina e Don Filippo “Senza umiltà non vi è soda e duratura virtù. Con essa le virtù crescono e si radicano più profondamente nell’anima”.
Con questi sentimenti di lode al Signore, ringraziamo il Sig. Cardinale e tutte le autorità presenti, in particolare il sig. Sindaco, rappresentato dal vice, che con grande sensibilità ha accolto l’istanza inoltrata dal pronipote del Santo e dalla comunità religiosa operante in Napoli.
Auguriamo che chiunque attraversi questo spazio fisico (la piazza) sia stimolato alla conoscenza e alla devozione verso San Filippo, suo concittadino e protettore delle fasce più deboli della società e delle povertà presenti nelle periferie esistenziali – espressione più volte ripetuta da Papa Francesco.
Sr Maria Bernarda Sacco Fonte: L’opera di Filippo Smaldone, n. 2 del 2013.


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