L’Asp di Siracusa si è classificata al primo posto tra le Aziende sanitarie siciliane per il più alto numero di indagini uditive neonatali effettuate nei punti nascita degli ospedali di Siracusa, Avola-Noto e Lentini-Augusta. A fronte di circa 2.900 parti l’anno, nei primi sei mesi del 2013, sono state effettuate 1.646 indagini.
A comunicare i primi risultati del progetto obiettivo del Piano sanitario nazionale riguardante l’attuazione dello “Screening uditivo neonatale universale” in Sicilia è stato il Dipartimento Regionale per le Attività sanitarie dell’Assessorato della Salute.
Nato come progetto pilota sei anni fa nel laboratorio di Audiologia dell’Unità operativa di Otorinolaringoiatria dell’ospedale Umberto primo diretto da Giuseppe Reale (foto), lo screening uditivo neonatale ha avuto piena attuazione a partire dal gennaio 2013 sotto l’egida del commissario straordinario Mario Zappia.
Attualmente il primo livello di screening viene effettuato nei punti nascita degli ospedali di Siracusa, Avola-Noto e Lentini-Augusta, mentre il secondo livello diagnostico, con i retest dei casi dubbi, per approfondimento della diagnosi, viene effettuato presso l’Otorino di Siracusa.
“L’importanza di questo screening – sottolinea Giuseppe Reale – è data dal poter effettuare precocemente la diagnosi di sordità. Lo screening neonatale con le emissioni otoacustiche è effettuabile già nelle prime ore di vita del bambino, non è invasivo, è rapido, specifico, sensibile e basso costo. Essere in grado di conoscere già dai primi giorni di vita del bambino se l’organo dell’udito presenta delle alterazioni, riveste una importanza fondamentale, perché ci dà la possibilità di agire così precocemente da garantire che lo svolgimento delle fasi di sviluppo della comunicazione linguistica e l’utilizzo dell’organo dell’udito stesso seguano le fasi “fisiologiche”. Quanto prima si agisce quanto più l’organizzazione delle informazioni sonore esterne vengono immagazzinate per un loro corretto utilizzo. La sordità congenita colpisce il 2 per mille dei neonati, ed il costo sociale di un soggetto affetto da ipoacusia congenita viene calcolato in 738.000 euro. La diagnosi precoce della sordità congenita, permette di poter effettuare un impianto cocleare, ovvero l’applicazione di un apparecchio protesico che stimolando direttamente il nervo acustico ripristina la funzione uditiva ed annulla la sordità.
La diagnosi effettuata tardivamente, dopo un anno di età, ovvero dopo che la maturazione del cervello è già molto avanzata, è incapace a risolvere la sordità determinando il così detto sordomutismo. Oggi la parola sordomutismo è solo l’espressione di negligenza nel non aver effettuato una diagnosi precoce e la successiva rieducazione. Nel nostro laboratorio di audiologia ogni anno vengono intercettati da tre a quattro casi di sordità congenita. Alcuni sono stati protesizzati altri sono stati avviati all’impianto cocleare con completo recupero delle capacità comunicative”.
Fonte: lanota7.it
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