venerdì 19 aprile 2013

Grammatica, lessico e dimensioni di variazione nella Lis. Recensione di Marco Lué

È stato dato alle stampe dall'Editore Franco Angeli, grazie al contributo per un programma di Ricerca di rilevante interesse nazionale, il volume «Grammatica, lessico e dimensioni di variazione nella Lis» (Lingua dei Segni Italiana), a cura di Anna Cardinaletti, Carlo Cecchetto e Caterina Donati, rinomati docenti delle Università Ca' Foscari di Venezia, Bicocca di Milano e La Sapienza di Roma, dove appunto la LIS può dirsi di casa, i quali per stendere quella approfondita e attuale tesi sulla Lingua dei Segni Italiana si sono avvalsi della consulenza di un Comitato scientifico composto di 9 ricercatori impegnati nell'apposita questione e del contributo di ben 22 altri "autori" per descrivere e trattare i problemi impliciti del campo linguistico non verbale.

Nell'introduzione i tre docenti affermano che quanto raccolto nel volume è orientato sulla ricerca più recente sulla lingua dei segni italiana soffermandosi in particolare su alcuni aspetti grammaticali e lessicali soggetti a variazione. Vengono presentate anche le motivazioni, il percorso e le scelte metodologiche che hanno portato alla creazione del Corpus LIS, consistente di filmati che documentano le produzioni di 165 segnanti provenienti da 10 città (Torino, Milano, Brescia, Bologna, Firenze, Roma, Salerno, Bari, Catanzaro, Ragusa) ed è rappresentativo delle varietà di LIS utilizzate nel territorio nazionale.

Uno degli aspetti delle lingue dei segni che più sorprende la popolazione udente è scoprire che non esiste un'unica lingua dei segni usata da tutti i sordi del mondo ma che comunità sorde di nazionalità diverse utilizzano lingue dei segni differenti. Il Progetto Corpus LIS, com'è chiamato questo studio, si pone come obiettivo principale l'analisi delle varietà linguistiche della Lingua dei Segni Italiana.

Virginia Volterra, prima ricercatrice italiana del CNR di Roma (in pensione dal 2007) analizza, nel secondo paragrafo dell'Introduzione, la storia della ricerca sulla Lingua dei Segni Italiana, ricordando che a Roma, nel 1979, si tenne il terzo Simposio internazionale sulle lingue dei segni e precisando che nel 1982, sempre a Roma, fu istituito per la prima volta in Italia un corso di Lingua dei Segni, poi copiato da altre città per formare gli interpreti linguistici che erano necessari per la reale partecipazione politica e sociale dei sordi.

Dai contatti che si ebbero con gli USA, furono istituite a partire dal 1986 le borse di studio della Mason Perkins Deafness Fund, allora diretta da Elena Radutzky, e fra i primi studenti italiani che trascorsero un intero anno accademico presso la Università Gallaudet, a Washington, sono ancora oggi ricordati Orazio Romeo di Catania, Serena Corazza di Trieste, Paolo Girardi di Brescia e Caterina Bagnara di Genova, tutte persone, come molti anche fra tutti gli studenti italiani "borsisti" successivi, che una volta rientrati da quell'esperienza universitaria, si sono adoperati per diffondere quanto visto e appreso nel corso del loro soggiorno oltre oceano.

Nel successivo capitolato, "Le lingue dei segni e i corpora", i relatori espongano le variazioni che si possono verificare anche in lingua dei segni da paese a paese come per i dialetti, che sono evidenti anche in ambito internazionale, ma il corpus, lo studio sulle lingue dei segni sono ancora recenti, poiché solo negli ultimi 20 anni si sono potuti raccogliere lunghi filmati da analizzare adeguatamente. 

Nel capitolo su "Grammatica, lessico e analisi sociolinguistica", è analizzata la relazione di ordine fra oggetto e verbo in LIS, dove si rimarca come diversi fattori linguistici interagiscono nel determinare le scelte dei segnanti, arrivando alla consapevolezza che i vari filoni d'indagine pongono interrogativi complementari che richiedono metodologie di analisi e raccolta dati sempre più approfonditi, poiché la ricerca linguistica è un settore interdisciplinare, dove le risposte devono essere cercate in più direzioni, tenendo presente che, comunque, il cambiamento fonologico, avrebbe conseguenze anche a livello morfologico.

Il quarto capitolo, «La LIS in popolazioni e situazioni speciali», si evidenziano gli studi sino a oggi compiuti su una varietà molto speciale di LIS, quella tattile (LISt), che è utilizzata dalle persone sordo cieche segnanti LA DONNA CHE HA DATO UNA LINGUA AI SORDI

Questo capitolato tratta pure dei fenomeni di bilinguismo e bi modalità a confronto, giungendo alla conclusione che, in ogni caso, l'accesso simultaneo alla grammatica e al lessico di entrambe le lingue è caratteristica comune a tutti i bilingui.

Il quinto e ultimo capitolo «Un ricordo di Elena Antinoro Pizzuto» è dedicato alla psicologa, linguista e scienziata di fama internazionale, scomparsa prematuramente nel 2011, a 59 anni, e ricordata come la ricercatrice del CNR di Roma che "ha dato una lingua ai sordi, e la cui morte ha lasciato un vuoto incolmabile, oltre che nella comunità scientifica, nei cuori di chi, sordo o udente, le fu accanto da collega o da amico.



La sua eredità scientifica, in ogni caso, continua a vivere in tutti coloro che seguitano il suo lavoro presso l'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione di Roma, e il libro ora recensito è una testimonianza della continuazione di quell'impegno.

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«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
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«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini