sabato 10 agosto 2013

Lingua dei segni durante la messa? «Lo chiederemo a Papa Francesco»

Sant'ANNA D'ALFAEDO. L'«esperimento» di Telepace, a Cerna, ha attirato molti non udenti. Boaretti: «E allo Stato la richiesta è riconoscere per legge la Lis, come accade già all'estero».
La lingua dei segni per superare le barriere della comunicazione e permettere ai sordi di partecipare alla vita lavorativa, ricreativa, sociale. E anche alla messa e ai momenti religiosi, a costo di andare a chiederlo al Papa in persona.
Centinaia di persone non udenti di Verona e da tutto il Veneto hanno raggiunto Cerna, nelle scorse settimane, e affollato il Santuario Maria Stella dell'Evangelizzazione, nella sede di Telepace, per partecipare a una messa speciale e un pomeriggio d'incontro e sensibilizzazione sulla Lis, la lingua dei segni, che permette anche a chi non sente di capire, pregare, sentirsi comunità.

La cerimonia, trasmessa da Telepace, è stata celebrata da monsignor Roberto Vesentini, vicario diocesano per la Pastorale della Salute, e dal fondatore e direttore della tv cattolica don Guido Todeschini. Padre Vincenzo Di Blasio, della Fondazione Gualandi di Bologna, ha concelebrato usando i segni che sostituiscono le parole e possono essere compresi dai sordi.

In prima linea anche l'interprete Lis Rosaria Zampieri. La messa, inoltre, è stata accompagnata dall'originale coro «Mani di luce»: cinque persone sorde di Treviso, tra cui due bambini, che cantano senza usare i suoni, ma con le mani e le espressioni del volto. Ora un nutrito gruppo di sordi, loro rappresentanti e interpreti, chiederà di incontrare Papa Francesco in Vaticano. 

La proposta l'hanno rilanciata a Cerna il presidente della Sezione Provinciale Ens veronese, Tino Boaretti, insieme ad altri membri del Consiglio provinciale, la fondatrice del movimento territoriale «Siamo Gente Comune» Rosi Mauro, ex leghista e fino al 13 marzo vicepresidente del Senato, e le sue collaboratrici locali, Maria Rosa Cereghini e Martina Chesini. «Per la prima volta a Verona e provincia», afferma Cereghini, «una messa è stata celebrata in modo da essere compresa dai sordi. 

La commozione era palpabile e vedere la felicità di queste persone ripaga del lavoro fatto e da fare. Dà la forza di continuare con tenacia per aiutarli. E, se serve, andremo a Roma». Spiega Boaretti: «Desideriamo conoscere di persona il Papa e soprattutto manifestargli come, da fedeli, siamo vicini alla Chiesa ma ci sentiamo trascurati per la mancanza di interpreti nelle messe». La richiesta, però, è ben più ampia e riguarda il riconoscimento della lingua dei segni per legge dallo stato italiano. continua il presidente scaligero dell'Ens, «come già accade nei Paesi esteri, dove la Lis è già stata riconosciuta». Come dire, Papa Francesco pensaci tu. 
C.M. - Fonte: l'arena.it
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