Valeria Lucifora, di Adrano, ha coronato oggi il suo sogno: un percorso reso per nulla difficile dalla sordità con cui convive dalla nascita. Al suo fianco, da sempre, l’Afae. Un traguardo importante quello raggiunto da Valeria, una giovane studentessa di Adrano in Scienze Politiche con indirizzo amministrativo, che dopo anni di sacrifici e di studi ha finalmente indossato oggi la corona d’alloro, raggiungendo l’obbiettivo più ambito: la laurea.
Valeria Lucifora è una ragazza come tante, caparbia, decisa, che ama la vita, pronta ad ogni sacrificio per raggiungere ottimi risultati e che dalla nascita convive con un nemico chiamato “sordità”. Un nemico che nel corso degli anni ha saputo dominare, grazie anche all’importante supporto ricevuto dai tanti specialisti del settore educativo che l’hanno affiancata in questo suo percorso di vita. Sin dalla più tenera età, Valeria, non solo è stata affiancata nel percorso scolastico da assistenti alla comunicazione, ma ha anche frequentato il centro socio educativo dell’Afae – Associazione Famiglie degli Audiolesi Etnei – che nel quadro della politica di integrazione dei servizi tra pubblico e privato, costituisce un importante punto di riferimento per quanto riguarda gli aspetti dell’integrazione scolastica e sociale delle persone sorde, con specifico riferimento alle problematiche dell’apprendimento e dello sviluppo delle potenzialità comunicativo-linguistiche.
L’Associazione rappresenta certamente un auto-aiuto e un luogo di confronto per le famiglie sul problema della sordità, soprattutto per coloro che si approcciano per la prima volta a tale disabilità. Valeria oggi e Rosaria, Floriana, Claudio, Toni, Veronica, Maria, Domenico, Deborah, Enza, Paola, Michele e tanti altri ancora ieri, possono essere un esempio tangibile del fatto che anche i sordi possono raggiungere importanti traguardi all’interno di una disabilità che non ha come culmine la sola assenza di udito, ma rappresenta una vera e propria deprivazione linguistica e culturale connessa. Un traguardo tangibile anche per chi negli anni sostiene questi giovani sordi – e in particolare l’A.F.A.E. – che ha garantito quegli interventi specialistici nel pieno sviluppo delle specifiche potenzialità di ognuno.
Grazie ad interventi mirati, diversi utenti sordi partecipano quotidianamente alle attività previste nell’ambito del servizio socio-educativo che l’A.F.A.E. svolge da oltre trent’anni anni, in convenzione con la Città Metropolitana, ponendosi l’obiettivo di ridurre al minimo le conseguenze del deficit sensoriale uditivo con l’attuazione di un intervento globale che consente la promozione armoniosa di tutte le dimensioni della personalità del sordo e la sua piena integrazione personale e sociale.
Assieme al sostegno didattico specializzato, il servizio svolto dall’Afae prevede interventi di educazione psicomotoria, di educazione alla comunicazione, attività didattiche, espressive e di laboratorio per sviluppare al massimo tutte le capacità della persona sorda.
Fondamentali nel percorso di crescita dei sordi sono le famiglie, che sostengono i giovani in tutto il loro percorso di crescita, con un atteggiamento propositivo. Obiettivi importanti come quello di una laurea, sia essa di primo livello che magistrale, rappresentano un’ulteriore conferma rispetto all’importanza dei risultati che possono essere conseguiti in presenza di sordità, quando vengono assicurati interventi educativi specialistici precoci che si caratterizzano anche per la loro continuità e per la fattiva cooperazione tra le diverse agenzie educative e formative.
Fondamentali nel percorso di crescita dei sordi sono le famiglie, che sostengono i giovani in tutto il loro percorso di crescita, con un atteggiamento propositivo. Obiettivi importanti come quello di una laurea, sia essa di primo livello che magistrale, rappresentano un’ulteriore conferma rispetto all’importanza dei risultati che possono essere conseguiti in presenza di sordità, quando vengono assicurati interventi educativi specialistici precoci che si caratterizzano anche per la loro continuità e per la fattiva cooperazione tra le diverse agenzie educative e formative.
Valenza di un percorso d’integrazione confermato dalla presenza oggi, all’interno dell’Afae, di oltre 15 studenti universitari (tra università ed Accademia delle Belle Arti) che si avviano al raggiungimento dell’obiettivo formativo per eccellenza. Nel corso degli anni, sono stati una quindicina gli utenti che hanno già raggiunto questo traguardo.
Importanza del centro socio-educativo spesso disconosciuta o subordinata ad altri servizi definiti “prioritari” da parte delle istituzioni che solo ultimamente in ordine cronologico – attraverso un regolamento uscito dal cilindro magico senza alcuna consultazione dei destinatari dei servizi – ha rischiato di cancellare tutto questo.
Ricordiamo infatti le battaglie congiunte dello scorso luglio tra Afae, ENS di Catania ed Istituto Maddalena di Canossa, che hanno portato in piazza a manifestare tantissimi sordi che vedevano cancellato dall’oggi al domani, dalla Città Metropolitana di Catania, il servizio socio-educativo. Manifestazioni che hanno di fatto sensibilizzato il “supersindaco” Enzo Bianco che con un proprio atto ha congelato il regolamento incriminato aprendo un tavolo tecnico tra le parti per la redazione di un documento condiviso.
Tavolo tecnico che nella mente di Bianco avrebbe dovuto risolvere ogni controversia – anche in sede di TAR, considerato che le associazioni si erano rivolte al Tribunale amministrativo regionale richiedendo la sospensione dell’atto – ma che dopo i primi due incontri avvenuti nel mese di settembre e ottobre si è assistiti all’inspiegabile arenarsi della discussione, un po’ come una balena spiaggiata che ha perso la rotta del suo libero navigare nelle acque dell’oceano.
Quale futuro per i sordi della provincia di Catania? Questa è la domanda che da qualche tempo assilla quotidianamente non solo gli utenti disabili ma anche gli operatori del settore e le loro famiglie. La questione disabilità in Sicilia certamente va affrontata ed in maniera seria, non solo a livello di Regione Siciliana ma anche in quelle che ormai sono le ex provincie regionali che con la trasformazione in Città metropolitane non hanno di certo migliorato i servizi offerti. Chi vivrà vedrà, ma a farne le spese saranno sempre i più deboli.
Maria Calanni. Fonte: yvii24.it
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