Così interviene il prof. Dario Ianes nel suo ultimo libro L'evoluzione dell'insegnante di sostegno. Verso una didattica inclusiva(edito da Erickson). Ianes, docente di pedagogia e didattica speciale all'università di Bolzano e co-fondatore del Centro studi Erickson, esperto di tematiche della disabilità e di apprendimento.
La proposta è dirompente: non affidare più agli insegnanti di sostegno gli alunni in difficoltà, ma utilizzare i docenti curriculari «aiutati» dagli specialisti che ruotano in tutte le classi. Solo così l'inclusione sarà reale. Al prof. Ianes è stato chiesto le motivazioni dell’aumento degli alunni “certificati” con disabilità.
La risposta è stata che c’è stato un «allargamento delle condizioni considerate Bes (bisogni educativi speciali)» e che ciò ha indotto la Commissione dell’ASL ad individuare un giudizio troppo personalizzato anche perché - accanto alle disabilità - vi sono oggiAggiungi un appuntamento per oggi gli alunni diagnosticati con Dsa (disturbi specifici di apprendimento). Tuttavia Ianes ammette che questo aumento non può dirsi negativo se avesse una risposta adeguata alle esigente reali (o proprie) dell’alunno.
Il professore dell’Università di Bolzano afferma che «L'integrazione degli alunni con disabilità fa sempre più notizia e le famiglie si agitano perché l'inclusione, con o senza Bes, non rende migliore la condizione di apprendimento dell’alunno disabile. La principale sofferenza è nella delega dei "casi" di disabilità, ma spesso anche di Dsa, solo agli insegnanti di sostegno, che spesso sono oggetto (ma talvolta anche protagonisti attivi) di processi di micro esclusione.»
Ianes fa a questo punto una proposta. Egli dice che ci sono 110.000 insegnanti "speciali" per alunni "speciali", che strutturano un'area speciale. Deduce che se l’80% di questo gruppo divenisse curricolare in compresenza didattica reale e completa e un 20% specialisti che girino per le scuole del territorio a dare un supporto tecnico concreto se ne gioverebbe assai l’istituzione. Il professore appare ottimista della sua proposta affermando che già viene attuata in talune scuole e che sta aspettando di avere i dati per favorire una didattica normale in senso più inclusivo.
Renato Pigliacampo
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