domenica 17 gennaio 2010

Suor Giuseppina Viola. 51 anni di vita religiosa

Angela, era nata a Volpiano (TO) il 5 marzo 1933, figlia unica, in una famiglia profondamente religiosa assorbe i valori cristiani e cresce nella fede attraverso la partecipazione attiva alla vita della Parrocchia: «beniamina, rosariante, giovanissima, frequenta la scuola materna, elementare, media e magistrale ed insegna, dai 18 ai 24 anni nella scuola elementare di Volpiano aiutando nei compiti tanti bambini che necessitavano di amorevole sostegno».

Si profila per lei un altro campo di apostolato oltre l’insegnamento, la Parrocchia, le varie attività caritative. Risponde con generosità e coraggio alla chiamata del Signore, i genitori nella fede pronunciano il loro sì e 1'8 settembre 1957 inizia il Noviziato a Borgaro Torinese (TO).

Il fascino della carità che la Santa Madre Fondatrice le presenta, conquista il suo cuore ed inizia per lei il cammino del dono di sé. “Coraggio e abbandono in Dio contrassegnano la sua vita, e le consentono di passare con semplicità nei vari servizi che le vengono affidati: la scuola a Costigliole Saluzzo (CN) e poi a Torino, all'Istituto Prinotti per audiolesi, l'incarico di Consigliera, di Superiora Provinciale, di Sorella servente a Giaveno (TO), a Vallecrosia (IM) e, negli ultimi anni, a Borgaro(TO)”.
Chiamata al servizio dell’autorità, a reggere la Provincia Religiosa di Torino, lascia il campo di apostolato che, per lei resterà il più caro quello degli audiolesi “ne seguiva con gioia il progressivo cammino di promozione e partecipava volentieri, quando poteva, ai loro incontri. Commovente è stato l'intervento durante la celebrazione funebre di un sordo-parlante che ha espresso gratitudine e riconoscenza”

Aveva un temperamento pronto, attivo e dinamico. “Era sempre la prima in tutto, disponibile per qualsiasi servizio, anche per quelli che richiedevano fatica e umiltà. Ha sempre dimostrato grande amore per la Congregazione, ne approfondiva i testi, si inseriva, con passione, nei vari cammini di rinnovamento. Era convinta della necessità di una continua formazione per lei e per le suore che le venivano affidate, sia in qualità di Superiora Provinciale, sia come Sorella Servente”.

Dotata di volontà, buona intelligenza e memoria le tornava facile scrivere, per questo sapeva, nelle varie occasioni, far arrivare puntuali i suoi messaggi alle tante persone conosciute, alle Suore in particolare, che seguiva con attenzione e dedizione. Non si risparmiava: affrontava con determinazione fatiche e difficoltà per farsi presente alle comunità. Stimata e benvoluta ha lasciato un caro ricordo di sé.

Le molte case da chiudere, i trasferimenti, l’età delle Suore, i loro disagi, le infermità e la morte stessa sono state affrontate da lei con la certezza di chi sa che ha posto la sua fiducia in Colui che non delude e non abbandona. Sentiva forte l’esigenza della fraternità, del dialogo, della formazione, degli incontri comunitari, convinta della loro validità, per crescere nella vita fraterna. Le risposte alle nuove povertà richiedevano un diverso modo di essere della Suora della Carità, non più nelle strutture ma nel vissuto concreto della gente: in comunità alloggio e nelle Case di accoglienza.

Tutto questo e il peso della responsabilità le chiedeva un più di configurazione a Gesù Crocifisso e Risorto, nell’affrontare, sia la croce dell'incomprensione che della salute malferma degli ultimi anni: in silenzio, con amore, senza farla pesare sugli altri.
Terminato il suo servizio, come Superiora Provinciale, accetta quello di Sorella Servente in una Comunità Scolastica a Vallecrosia (IM) e successivamente fa ritorno a Borgaro (TO) che non è più la Casa Provinciale del suo passato, e qui l’attende la consumazione ultima.

Nessuno pensava ad una dipartita quasi improvvisa e la sua morte inaspettata ha colto, quanti la conoscevano di sorpresa:"Come un tessitore hai arrotolato la mia vita, in un giorno e una notte mi hai condotto alla fine, ma noi i viventi rendiamo grazie al Signore per la fedeltà del suo amore". Deceduta a Borgaro (TO) il 30 agosto 2009, in età di anni 76 di cui 51 di vita religiosa, resta il segno di un passaggio epocale che scopre, ancora nella carità, il suo modo di essere annuncio dell’Amore del Signore ai piccoli e ai poveri di ogni tempo. L’ultimo commiato convoca, nella ex Casa Provinciale, le Suore della Carità della Provincia Italia Nord, per dimostrare la forza della fraternità che unisce oltre i vincoli della carne e del sangue.
La sua casa di Volpiano l’aveva lasciata alla Congregazione per continuare una presenza delle Suore della Carità nel suo paese natale.


PER SAPERE DI PIU'
Educatorio Prinotti


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«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
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