domenica 1 marzo 2020

70° Sanremo e la lingua dei segni italiana

Giovanna Rinaldi di Nettuno pioniera delle coreografie Lis a Sanremo. E’ di Nettuno, e ci tiene a sottolinearlo, Giovanna Rinaldi che è stata la coreografa ufficiale Lis al Festival di Sanremo e che, alla luce del grandissimo successo ottenuto, sta vagliando una serie di progetti per la massima diffusione del linguaggio dei segni in tv per abbattere le barriere della comunicazione audiovisiva per i non udenti.

Giovanna ha partecipato, con molte altre realtà, al bando della Rai per questo evento mediatico e si è imposta su tutti grazie alla grande esperienza in un settore in cui tutto è agli esordi e in cui c’è voluta fantasia e inventiva per codificare un messaggio comprensibile ed emozionante anche per chi non è abituato a questo genere di ‘dialogo’ visivo. “La mia passione – spiega Giovanna – è sempre stata la danza prima e la coreografia poi, quando è uscito il bando ho avuto l’occasione di spiegare il mio progetto, che ho sperimentato nel orso degli ultimi anni nei teatri locali da Latina a Nettuno, e mi hanno presa”.

Giovanna è una delle poche persone che non si è vista sul palco del festival, il suo lavoro si è svolto essenzialmente dietro le quinte, il suo ruolo è stato quello di far cantare una quindicina di ragazzi e ragazze – alcuni sordi, altri figli di non udenti – in Lis, la lingua dei segni sullo sfondo di canzoni che, fino a ieri i non udenti non avevano modo di apprezzare in nessun modo.

“Per la prima volta, quest’anno, il Festival di Sanremo è comprensibile anche ai sordi – spiega Giovanna – ed è un fatto splendido ed una grande responsabilità per chi tenta l’impresa – io motivo i ragazzi, faccio capire loro l’importanza di quello che stiamo facendo, li supporto in questa esperienza – sottolinea la coreografa – che è semplicemente stupenda”». La passione di Giovanna per la lingua dei segni nasce da giovanissima, quando dopo essersi diplomata al Liceo Le Muse a Nettuno, sua città natale, Giovanna vince il concorso Città di Perugia con una performance basata solo sulla gestualità. Da lì la scuola – cinque anni – per apprendere la Lis, l’insegnamento, i primi spettacoli per sordi, accessibili a un mondo che fino a quel momento era tagliato fuori da questo genere di progetti culturali.

Un muro che si sta per abbattere. Il prossimo appuntamento certo per Giovanna è quello del il 18 luglio a Nettuno con la performance teatrale “La voce del silenzio” ma sono tante le idee che bollono in pentola, compresa una collaborazione con le tv nazionali per ampliare i servici per i non udenti.  “Il festival è stata una grande occasione – ci ha spiegato – quella di riuscire a far passare davanti ad un pubblico vastissimo un messaggio, far emergere attraverso i segni le emozioni che dà una canzone, soprattutto per i bambini e ringrazio chi mi ha dato questa opportunità”. Il canale Sanremo Live Lis su Rai Play ha trasmesso le parti salienti del festival in Lis con ascolti ottimi ora sta al servizio pubblico investire sulla comunicazione ed è davvero un piacere il fatto che una pioniera di un linguaggio inclusivo sia proprio di Nettuno.
Fonte: ilcaffe.tv

Festival di Sanremo: anche due salernitane nella versione Lis trasmessa su RaiPlay
I Lis perfomer non sono stati semplici traduttori delle canzoni ma hanno fornito un'esperienza artistica multisensoriale

La Rai, in occasione del settantesimo Festival di Sanremo, ha fornito, per la prima volta, il servizio di traduzione simultanea per i sordi in lingua dei segni. Oltre agli ormai consolidati sottotitoli, infatti, su RaiPlay è stato possibile seguire parallelamente le serate del Festival tramite Sanremo Live LIS.
Anche due salernitane sono state tra le traduttrici di quest'edizione del Festival della Canzone Italiana che hanno lavorato fianco a fianco con i Lis performer: Assunta Galluzzi ed Antonietta Bertone, entrambe interpreti dei tg Rai. 

I Lis perfomer, due dei quali sordi a loro volta, non sono stati semplici traduttori delle canzoni ma hanno fornito un'esperienza artistica multisensoriale. La direzione artistica del Festival Accessibile è stata affidata a Laura Santarelli e prevedeva, oltre alla versione per non udenti anche una per non vedenti ed ipovedenti con le audiodescrizione di tutte le serate. E' possibile vedere le intere puntate in Lis tramite il servizio RaiPlay.
Fonte: salernoday.it

Zena, l’infermiere di Caserta che traduce Sanremo nella Lingua dei Segni
La prima serata del Festival di Sanremo si è conclusa tra emozioni e sorprese. Le Vibrazioni guidano la classifica provvisoria, con il brano “Dov’è” che ha conquistato il pubblico dell’Ariston. Una performance spettacolare che nasconde uno splendido dettaglio: la presenza di un interprete che traduce il loro brano nella Lingua dei Segni. Si tratta di un servizio pensato dalla Rai per questa 70esima edizione, e non tutti sanno che questa iniziativa coinvolge anche un infermiere casertano: Zena Vanacore.

Come si apprende dal sito codaitalia.org, Zena è originario di Maddaloni, in provincia di Caserta. È figlio di una CODA (acronimo di “child of deaf adult”, figlio di adulto Sordo), e deve a sua madre la conoscenza della Lingua dei Segni Italiana.
Ben presto il mondo dei Sordi è diventato una vera e propria missione per lui. Zena Vanacore si è laureato in Infermieristica presso l’Università Federico II di Napoli con una tesi sperimentale dal titolo: “Approccio infermieristico al paziente sordo, stato dell’arte, problematiche, limiti e possibili soluzioni”.
C’è stato un evento, in particolare, che ha segnato la vita del ragazzo in modo indelebile: la perdita della madre. Un evento tragico, che ha contribuito però ad accrescere la sua vocazione: assistere i Sordi. “Oggi mi ritrovo a lavorare fianco a fianco con le stesse persone con cui ha collaborato mia madre”, afferma Zena in un intervista rilasciata a CODA Italia a firma di Michele Peretti.
“Certe volte noto negli occhi delle persone che mi circondano un accenno di commozione. I modi, i toni o lo sguardo che assumo rimandano a mia madre. Il mio obiettivo è portare avanti ciò che aveva cominciato e cercare di tenere alto il suo nome“.

Con il tempo, Zena Vanacore ha collaborato al progetto “LIS/Braille” dell’Ordine Professioni Sanitarie, traducendo testi in ambito sanitario. Attualmente è collaboratore dell’Associazione Insegniamo e della DILIS Onlus, si occupa di formazione in corsi ECM (Educazione Continua in Medicina) rivolti ai professionisti sanitari circa l’approccio alla persona sorda in ambito clinico e assistenziale.
Oggi Zena lavora come infermiere presso l’ospedale AORN e di Alta Specializzazione Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, nella UO di Pediatria e PS. Pediatrico. Adesso, però, da Caserta è stato chiamato per un servizio speciale a Sanremo, per rendere migliori le serate di chi non può ascoltare. Un’occasione per molti di riscoprire la vera bellezza del Festival: un’opportunità di incontro e di unione per tutti gli italiani.
Marina Di Fraia. Fonte: vesuviolive.it

E' messinese il primo interprete Lis nella storia di Sanremo: "Risultato straordinario, lavorare per i sordi è un orgoglio"
La storia di Massimiliano Mondello, dalle esperienze al Tg1 fino al compito di tradurre Amadeus sul palco dell'Ariston. La sua passione per la lingua dei segni e l'impegno a promuovere l'inclusione sociale.

L'edizione 2020 di Sanremo va in onda anche nella lingua dei segni. Un avvenimento storico che dà un forte un segnale di inclusione sociale e di cui è assoluto protagonista il messinese Massimiliano Mondello.

E' lui, infatti, il primo interprete Lis a trasmettere ai sordi l'emozione del Festival. Un traguardo che fino a pochi anni fa sembrava irraggiungibile.

Massimiliano è entrato in contatto con la lingua dei segni per puro caso. E da allora in lui è scattato qualcosa. "Avevo 19 anni - racconta a Messina Today - un giorno ho assistito a una traduzione in Lis in un contesto religioso. Ho capito che in quel modo si potevano aiutare tantissime persone e ho iniziato il volontariato".

I primi passi Massimiliano li ha percorsi a Messina, in un contesto non certo agevole. "In città - spiega - c'erano pochi corsi per apprendere la lingua dei segni ed i sordi vivevano spesso in uno stato di emarginazione. Ricordo di aver iniziato a tradurre i versi della bibbia e sono stato accettato nella loro comunità. Ho abbattuto un muro a volte fatto di pregiudizi, non è stato facile ad esempio far capire ai miei concittadini che essere sordi non significa essere anche muti".

Dopo aver ottenuto la qualifica di tecnico della lingua dei segni e successivamente di Interprete Lis, Massimiliano Mondello inizia la collaborazione con l'università di Messina mentre a Roma si guadagna l'accesso nell’associazione nazionale degli interpreti LIS ANIOS sostenendo un difficile esame.

Ma nel 2008 si trova davanti ad un'occasione da non lasciarsi sfuggire. "Ho partecipato ad un bando della Rai per la selezione di interpreti Lis. Dopo aver fatto il provino sono stato ingaggiato e ho iniziato il mio percorso professionale lavorando per il Tg3, nella nuova edizione dedicata ai sordi".

E grazie alla sua passione Massimiliano ha trovato anche l'amore. Sua moglie Maria Milo condivide infatti il suo stesso percorso professionale in Rai.  "Facciamo insieme questo bellissimo lavoro e siamo i primi interpreti ad aver lavorato in coppia".
Massimiliano Mondello si può considerare un pioniere per la televisione italiana in lingua dei segni. "Sono stato il primo - afferma - a tradurre notizie di politica. Dopo è arrivato il Tg1 per il quale ho seguito l'ultima crisi di governo. Ma il cambio di direzione in Rai ha aperto la strada a tanti progetti dedicati ai sordi e questo è un motivo di grande soddisfazione".
Ma inaspettatamente arriva anche Sanremo. "Devo dire grazie - spiega Mondello - alla consulente Rai per la disabilità Laura Santarelli. E' lei ad avermi scelto come interprete nel primo Festival in lingua dei segni. Io vesto i panni di Amadeus e ho lavorato in diretta anche con mia moglie durante la puntata in cui è stata ospite Diletta Leotta. Non c'era mai stato un programma in prima serata in lingua Lis e quando mi hanno comunicato di essere stato seguito da oltre 100mila persone è stata un'emozione indescrivibile".

Il lavoro di interprete è emozionante quanto impegnativo. "La parte più difficile - racconta Mondello - è quando sei chiamato ad improvvisare. In pochi sencondi devi saperti muovere e mantenere alta l'attenzione del pubblico da casa. La diretta è piena di colpi di scena e momenti inattesi, occorre la massima attenzione. Ma Sanremo mi dà la possibilità di apprezzare anche il lavoro dei performer che si esibiscono durante le canzoni. Sono dei ragazzi che trasformano le melodie in segni per trasmettere ai sordi l'emozione della musica".

Per il futuro Massimiliano ha solo un obiettivo. "Vorrei fare sempre più programmi in Lis, è un sogno che condivido con i sordi. Si tratta di persone che hanno tanta fame di conoscenza e sono orgogliosi della propria identità. Essere in grado di aiutarli mi rende orgoglioso di svolgere questa professione".
Andrea Castorina. Fonte: messinatoday.it

Il nettunese Mauro Iandolo in LIS con Le Vibrazioni: a Sanremo 2020 un progetto artistico inedito.
Mauro Iandolo a Sanremo 2020 con “Le Vibrazioni”: nella perfomance che li ha visti insieme sul palco per presentare la canzone in gara “Dov’è”, l’Interprete e Performer in Lingua dei Segni Italiana – caratteristica particolare poiché non tutti i performer sono anche interpreti – ha attratto lo sguardo dell’Ariston e del pubblico con un’interpretazione efficace dal punto di vista comunicativo e artistico, con un significato che le sue mani hanno contribuito a portare al cuore di milioni di italiani parlando non solo alle persone sorde.

Grazie alla scelta di “Le Vibrazioni” di avere accanto Iandolo nel suo ruolo di perfomer, la LIS è stata ospite del prestigioso palco di Sanremo realizzando una performance artistico-musicale inedita nella storia del Festival. Insieme hanno infatti scelto di puntare su un momento d’arte e non solo su una traduzione multicanale configurando un traguardo importante nella promozione di una cultura universale. Il lavoro di interpretazione visivo-gestuale sul testo è stato compiuto insieme con gli autori e lo sforzo corale ha portato ad un risultato sinergico che il pubblico ha apprezzato dando anche il riconoscimento del primo posto nella classifica parziale della prima serata.

“Dov’è” è stata cantata con voce, mani, mimica e conclusa da un duetto a due nell’ultima strofa tra il frontman Francesco Sarcina e il Performer Mauro Iandolo che – a sottolineare l’intenzione comunicativa del progetto – è arrivato accanto al cantante per concludere insieme la canzone con un segno condiviso. Attraverso l’arte gestuale di Mauro Iandolo la musica di Le Vibrazioni ha preso corpo lasciando che la Lingua dei Segni Italiana emergesse con la forza espressiva propria di una vera lingua e veicolo di una cultura capace di parlare a tutti.
Fonte: ilcorrieredellacitta.com

Un servizio davvero inclusivo e innovativo che darà modo di conoscere il mondo dei sordi, la loro cultura e il grande lavoro degli interpreti di lingua dei segni
Sanremo accessibile per i sordi: al festival anche l’interprete Lis Davide Falco (foto) . Per la prima volta in assoluto la diretta Lis é stata trasmessa dallo Studio 4 di via Teulada e potrà essere seguita su Rai Play e nei collegamenti in diretta dal palco dell’Ariston

Cosa racconta il testo di una canzone? E che dicono gli ospiti sul palco dell’Ariston? Per la prima volta in assoluto tutto questo é accessibile anche per le persone sorde.

Il festival di Sanremo 2020 é stato  infatti interamente trasmesso in diretta anche nella lingua dei segni. Tutto grazie alla presenza di ben 15 intepreti Lis, tra i quali ci é stato anche il coratino Davide Falco.

La diretta Lis é stata trasmessa dallo Studio 4 di via Teulada e ha potuto essere seguita su Rai Play e nei collegamenti in diretta dal palco dell’Ariston.



In tutte e cinque le serate del festival i “performer” sono stati interpretati in Lis i brani dei big in gara, ma anche gli interventi degli ospiti. Il team di Sanremo accessibile sono protagonisti tre ragazzi sordi, dodici udenti, una coreografa, la direttrice artistica Laura Santarelli e la capo accessibilità Rai Maria Chiara Andriello.

Un servizio davvero inclusivo e innovativo che darà modo di conoscere il mondo dei sordi, la loro cultura e il grande lavoro degli interpreti di lingua dei segni.
Fonte: coratolive.it

“Abbiamo portato le canzoni del Festival di Sanremo nelle case dei sordi”. 
Gloria Antognozzi, figlia di genitori sordi, CODA, udente, parla all’Associazione SuperAbile Viterbo di come il suo gruppo, dopo 70 anni, per la prima volta, abbia reso accessibile il Festival della canzone italiana.
Nato da un’idea di Laura Santarelli, Presidente FIAS, il progetto, dopo un lungo casting, ha visto 13 ragazzi (11 udenti e 2 sordi) farsi portavoce dei brani. Compito di Gloria e degli altri ragazzi era proprio quello di trasferire, su un canale virtuale, parallelo, in contemporanea con il programma della serata, il contenuto, il ritmo e le emozioni delle varie canzoni sul palco dell’Ariston.

Come è stata questa esperienza Gloria?
“E’ stata una bellissima esperienza che rifarei di corsa. Ma tengo a precisare che la differenza l’ha fatta la squadra, non il singolo. Abbiamo lavorato tanto insieme. C’è stata tanta partecipazione corale. Un plauso soprattutto a Laura Santarelli ideatrice ed a capo del casting”.

Dove ti trovi in questo momento?
“Da due mesi sono in Spagna, precisamente a Valencia per un Erasmus. Ero partita giusto appunto dopo il lavoro come performer per Sanremo. Sono purtroppo chiusa in casa anche io e la mia esperienza comunitaria è andata, di fatto, a farsi benedire. Recupererò con il programma a distanza. Un Erasmus chiusa in casa, senza incontrare nessuno, senza scambio culturale e sociale, certo, non è proprio il massimo. Ma tant’è”.

Era la prima volta che cantavi?
“No. In realtà ho fatto l’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Facevo lirica. Poi all’età di 15 anni, vedendo che mia madre sorda, seduta in platea, aveva difficoltà a seguirmi ho lasciato perdere. Non mi andava di metterla in difficoltà e a dirla tutta non mi piaceva moltissimo la lirica. Da non udente, applaudiva sempre dopo gli altri perché si adeguava alla folla”.

Secondo te, nel complesso, è piaciuta alla comunità dei sordi questa performance?
“Sono stata letteralmente subissata di complimenti”.

Vale a dire?
“Me ne sono arrivati tanti sia per come ho interpretato il ruolo sia per il messaggio che abbiamo cercato di trasmettere a casa. Il giovedì è stata la volta dei successi di una volta. La comunità dei sordi ha potuto così fare la differenza tra i brani vecchi e quelli attuali del 2020”.

Un cambiamento enorme…
“Sinceramente si. Le canzoni per un sordo hanno sempre rappresentato un tabù. Stavolta, come detto grazie al lavoro di tutta la squadra e dopo 70 anni le hanno potute in qualche modo ascoltare. Credo sia davvero un momento particolare. Bisogna continuare su questa strada”.


A proposito a che punto è il percorso legislativo in Parlamento per il riconoscimento della lingua dei segni?
“Dopo l’approvazione della proposta di legge al Senato del 3 ottobre 2017 non è successo più nulla. Il percorso prevedeva il passaggio alla Camera entro dicembre dello stesso anno ma non fu più presentata. Da quel giorno non ci sono stati aggiornamenti. Tutto è rimasto come allora. Siamo ad un binario morto. Ci sono poi delle diatribe interne tra oralisti e segnanti che ne stanno condizionando pesantemente questo riconoscimento.

Qualcosa comunque si sta muovendo. Alle conferenze stampa sia della Protezione Civile che in quelle del Governo dal 25 febbraio c’è sempre un’interprete della lingua dei segni…
“Dopo tanti sforzi finalmente, grazie all’Ens stiamo riuscendo a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della LIS. Mi fa piacere che ci sia sempre un interprete che veicoli le informazioni preziose ad una platea di 260mila non udenti di cui 70mila sordi in Italia. Una di quelle, Susanna Di Pietra, è mia sorella. Insieme a lei ed altre 3 ragazze abbiamo fondato CODA Italia…”

A proposito, parlarci brevemente della tua associazione di cui sei anche Presidente…
“Coda Italia nasce nell’ottobre del 2014 ed è stata fondata da figli di genitori sordi. Le difficoltà ed i limiti che hanno caratterizzato la nostra vita ed il nostro sviluppo personale ci hanno spinto a costituire questa associazione. Siamo orgogliosi di come siamo cresciuti, siamo felici di aver scoperto che la diversità è bellezza e ricchezza. Ognuno di noi è diverso. I limiti, qualunque essi siano, possono essere superati. L’obiettivo della nostra associazione, grazie alle nostre esperienze maturate direttamente, è proprio quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su questi argomenti. Noi organizziamo tanti eventi come incontri e campi estivi per i bambini. Al momento però – per via del Coronavirus – le nostre attività sono ferme. Stiamo lavorando per pianificare le attività post Covid-19”

Gaetano Alaimo. Fonte: newtuscia.it




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Sanremo
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"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini