Laura Fasiolo del Pd in riferimento al ddl sulla lingua dei segni, che verrà approvato martedì prossimo (23 maggio).
"Anche se con imperdonabile ritardo, possiamo allinearci agli altri Paesi europei dando riconoscimento alla lingua dei segni italiana e alla LIS tattile.
I diversi provvedimenti legislativi che hanno poi trovato una sintesi nel testo proposto dalla Commissione erano tutti finalizzati a migliorare le condizioni d'inclusione nella vita sociale delle persone con disabilità uditiva o sordocieche nel processo di normalizzazione delle attività, nella facilitazione all'accesso all'istruzione, al mondo del lavoro e nel rapporto con la pubblica amministrazione. Tutti questi principi sono diritti sanciti nella Carta costituzionale, per questo con il ddl che sarà approvato martedì prossimo si compie un passo di civiltà" commenta in una nota Laura Fasiolo, senatrice del Partito Democratico.
I diversi provvedimenti legislativi che hanno poi trovato una sintesi nel testo proposto dalla Commissione erano tutti finalizzati a migliorare le condizioni d'inclusione nella vita sociale delle persone con disabilità uditiva o sordocieche nel processo di normalizzazione delle attività, nella facilitazione all'accesso all'istruzione, al mondo del lavoro e nel rapporto con la pubblica amministrazione. Tutti questi principi sono diritti sanciti nella Carta costituzionale, per questo con il ddl che sarà approvato martedì prossimo si compie un passo di civiltà" commenta in una nota Laura Fasiolo, senatrice del Partito Democratico.
"Al mondo della scuola e della formazione è noto come gestire le diversità sia un'operazione complessa, difficile e meritevole di andare avanti. Per questo è molto positivo che, fermo restando l'insegnamento della lingua italiana parlata e scritta il MIUR voglia garantire l'accesso a percorsi educativi che, in base alla libera scelta degli studenti con disabilità uditiva in genere e sordociechi e delle loro famiglie, promuovano il bilinguismo tra la lingua italiana parlata e scritta e la LIS o, nel caso di studenti sordociechi, la comunicazione totale. - si precisa - In tutte le fasi, dalla culla alla fine della vita, viene garantito un diritto per chi non sente e per chi non sente e non vede, che deve essere fatto valere seriamente ed efficacemente, eliminando le barriere della comunicazione e includendo sempre, con una comunicazione gestuale o tattile, tecnologica e soprattutto umana chi vive nel silenzio e, a volte, nel silenzio e anche nel buio. A tal fine credo che la formazione continua di professionisti qualificati sia fondamentale e indispensabile."
Fonte: mainfatti.it
Testo completo dell’intervento:
Onorevoli Senatori, colleghi,
Finalmente, possiamo allinearci, lo ha sottolineato il relatore, agli altri Paesi europei dando riconoscimento alla Lingua dei segni Italiana e alla Lis tattile. Ora ci siamo. Anche il nostro paese avrà la lingua italiana dei segni.
I provvedimenti legislativi, che trovano una sintesi nel testo proposto dalla commissione, sono tutti indirizzati verso la finalità di migliorare le condizioni di inclusione nella vita sociale delle persone con disabilità uditiva, o sordocieche, nel processo di “normalizzazione” delle attività, nella facilitazione all’accesso all’istruzione, al mondo del lavoro e nel rapporto con la pubblica amministrazione. Tutti questi princìpi sono diritti sanciti nella carta costituzionale.
Prezioso si rivela l’art.5 del DDL, per la garanzia della prestazione di tutti i servizi volti al sostegno e all’inclusione dell’alunno sordo, con disabilità uditiva o sordocieco, tra cui la presenza, a seconda delle necessità di ciascuno, dell’insegnante di sostegno, dell’assistente alla comunicazione nel caso di alunni sordi e dell’assistente all’autonomia e alla comunicazione nel caso di alunni sordociechi, dell’interprete in LIS e LIS tattile, di ausili tecnologici e di altre risorse e operatori che assicurino la piena partecipazione e l’accessibilità alle attività scolastiche ed extrascolastiche
Molto positivo inoltre che, fermo restando l’insegnamento della lingua italiana parlata e scritta, il MIUR garantisca l’accesso a percorsi educativi che, in base alla libera scelta degli studenti sordi, purché su approcci scientificamente validati, con disabilità uditiva in genere e sordociechi e delle loro famiglie, promuovano il bilinguismo tra la lingua italiana parlata e scritta e la LIS o, nel caso di studenti sordociechi, la comunicazione totale.
La Repubblica dunque promuove, nei rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione, l’uso di ogni metodologia comunicativa accessibile e inclusiva, quali la LIS e la LIS tattile, e di ogni strumento tecnico e informatico, accessibile ed inclusivo, idoneo a favorire la comunicazione delle e con le persone sorde e sordocieche, ivi inclusi smartphone, tablet e analoghi dispositivi. Promuove altresì la prestazione di servizi di interpretariato in LIS e LIS tattile e la disponibilità di tutti i canali comunicativi e degli strumenti atti a favorire per tutte le persone sorde la piena fruizione dei servizi e delle risorse offerti alla generalità dei cittadini.
Ma altri sono gli articoli finalizzati a facilitare l’inclusione, a favorire l’accesso agli ambiti sanitari (art.8), al mondo della cultura e dell’arte (art.9), alla mobilità attraverso i mezzi di trasporto (art.10), alla partecipazione politica, dove al comma 2 dell’art.11 ritroviamo il disposto che la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica, le regioni e gli enti locali promuovono servizi di interpretariato in LIS e LIS tattile e di sottotitolazione in occasione di riunioni plenarie di carattere pubblico e di qualsiasi altro evento di interesse generale.
La modernità di uno Stato si misura anche attraverso l’impiego diffuso della tecnologia e un sistema di stato sociale che garantisca pari diritti e il raggiungimento di un’uguaglianza e una pari opportunità soprattutto per quelle persone che sono, loro malgrado, meno fortunate.
La convenzione ONU del 2009 sul riconoscimento della LIS trova dunque finalmente attuazione nel nostro ordinamento il che, voglio sperare, sia anche il preludio ad una estensione delle tutele garantite dalla legge 104/92 “per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” , ovvero tutti i servizi all’interno degli ospedali, delle scuole, delle università. L’articolo 9, comma 1 della legge 104 non basta: questo è un ulteriore passo.
Al mondo della scuola e della formazione è noto come gestire le diversità, sia un’operazione necessaria ma molto complessa e articolata. Per i più la sola percezione è che esista un “mondo a parte”, molto complesso ed eterogeneo: basti pensare alla differenza tra “oralisti” ovvero coloro che non sanno che cosa sia la LIS perchè dalla nascita sono stati inseriti nel mondo degli udenti ed i “bilingui”, cioè coloro che parlano con la LIS tra di loro e normalmente con tutte le altre persone. Cito, per rafforzare il concetto, le differenze all’interno della LIS, che cambia anche da regione a regione per tanti segni che corrispondono, per chiarirci, alle differenze dialettali. Un mondo parallelo, complesso che deve trova oggi la giusta attenzione da parte delle istituzioni e dello Stato.
Voglio ricordare , per concludere, l’attività meritoria che hanno realizzato, per raggiungere gli obiettive per la piena inclusione le più antiche scuole per i sordi o ipoacusici, quella di Roma, 1784, di Verona, del 1835, di Parma, del 1826, di Gorizia (allora impero austriaco) del 1835. Qui due maestri, Pagon e Thoman, raccolsero alcuni sordomuti di ambo i sessi per istruirli ed educarli con il metodo convenzionale. L’Ispettore scolastico Valentino Stanig, apprezzati i risultati degli insegnanti, fondò lo “Stabilimento dei sordomuti” sotto l’amministrazione pubblica sostenendolo economicamente nel 1840.
Già allora i Comuni di Gorizia, di Trieste, di Istria e del Governo austriaco nonché le elargizioni dei privati concorsero all’iniziativa dell’Istituto che fece rifiorire rapidamente l’istituzione che arrivò al bel numero di una ottantina di alunni per tutta la zona della Regione.
Non proseguo oltre, mi pare però meritevole osservare il valore dell’Istituto per i ciechi ed i sordociechi, il Rittmayer di Trieste, nell’ambito delle disabilità plurime, scuola di eccellenza nazionale e internazionale, che promuove ricerca, formazione ed eroga servizi di altissima qualità, le cui buone pratiche e la cui esperienza si sono rivelate preziose per favorire la piena partecipazione e inclusione sociale delle persone sorde alla vita collettiva e per il riconoscimento della lingua dei segni italiana. Un grazie oggi all’ENS per la formazione degli interpreti della LIS e per la formazione dei sordi
In tutte le fasi, dalla culla al fine vita, viene garantito un diritto che per chi non vede e non sente deve essere fatto valere seriamente, efficacemente, eliminando le barriere della comunicazione ed includendo sempre con una comunicazione gestuale o tattile , tecnologica e soprattutto umana chi vive nel silenzio e a volte nel silenzio e nel buio. A tal fine la formazione continua di professionisti qualificati è indispensabile. Questo l’auspicio di tutti.
Un provvedimento dovuto, segno di civiltà del nostro Paese.
Disabilita': lingua dei segni, il Senato spinge la legge attesa da 20 anni
Riprende martedì prossimo (25 maggio n.d.r.) in aula al Senato la discussione, cominciata giovedì scorso, della legge sul riconoscimento della lingua dei segni italiana, strumento di comunicazione che consente, in primo luogo, ai bambini sordi un pieno sviluppo cognitivo e l’accesso all’istruzione, alla cultura e all’inserimento lavorativo e sociale. Si tratta di un provvedimento ancora in prima lettura a Palazzo Madama, che dovrà successivamente approdare alla Camera, ma molto atteso per due ordini di motivi. In Italia le persone sorde sono circa 960.000, cifra che comprende i nati sordi (e che quindi non hanno potuto acquisire il linguaggio parlato come i bambini udenti) e coloro che lo sono diventati per effetto di incidenti o malattie. L’espressione ‘molto atteso’ sottolinea anche lo scarto di due decenni con cui l’Italia recepisce le risoluzioni in materia di linguaggio dei segni, fatte dal Parlamento europeo nel 1988 e poi nel 1998. “La legge che riconosce piena dignità alla lingua dei segni italiana – ha confermato il senatore Pd Francesco Russo, relatore del testo sulla Lis, intervenendo nell’aula di Palazzo Madama – arriva con almeno 20 anni di ritardo”. ”Presentiamo una norma di civiltà – ha aggiunto il senatore Pd, che ha svolto la prima parte della sua relazione in aula comunicando proprio con la Lis – provando a cancellare la vergogna di vivere nell’ultimo paese in Europa che non ha ancora una legge che riconosca pienamente i diritti essenziali delle persone sorde”. Il ddl stabilisce il riconoscimento della Lis ”quale lingua propria della comunità dei sordi, equiparandola pertanto a una qualsiasi lingua di minoranza linguistica”, che tra la propria origine da una base etnica. La Lis, invece, come si legge nella relazione, viene considerata una ”lingua non territoriale” della comunità dei sordi. In termini pratici vuol dire che la Lis verrà utilizzata nei rapporti con le amministrazioni pubbliche e con gli enti locali, nonché nei procedimenti giudiziari civili e penali. La legge garantisce l’insegnamento della lingua dei sordi nella scuola primaria e secondaria di primo grado nonché l’utilizzo dell’interprete della Lis nelle scuole superiori e nelle università. Verranno inoltre incentivate le trasmissioni televisive nelle quali è utilizzata la Lis e quelle gestite dai sordi. “Questo provvedimento – ha spiegato ancora Francesco Russo – ribadisce l’impegno a utilizzare tutti i canali comunicativi e linguistici, la sottotitolazione, le nuove tecnologie, i servizi di interpretariato in Lis e Lis tattile, per eliminare le barriere a comprensione e comunicazione, per promuovere la piena inclusione scolastica e universitaria, l’accessibilità ai luoghi di lavoro, alle strutture e ai servizi della pubblica amministrazione”. Non sembrano esserci ostacoli sulla strada dell’approvazione, anche se c’è chi chiede qualche aggiustamento in corso d’opera, perché, come puntualizza la senatrice di Mdp-Articolo 1, Nerina Dirindin, ”il provvedimento presenta ancora debolezze e ridondanze che andrebbero superate in aula“. Ad esempio, aggiunge, ”vanno evitate enunciazioni di principio non concretamente traducibili in azioni positive, adeguatamente finanziate e percorribili in tutto il territorio nazionale. Va garantita la diagnosi precoce e, nel rispetto della libertà di scelta, vanno assicurati tutti gli interventi che possono consentire al bambino sordo di sviluppare capacità di parlare e di comprendere gli altri“.
a cura di Filomena Fotia. Fonte: MeteoWeb.eu
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