S. Isaia fu il maggiore dei Profeti. S. Girolamo lo riguarda non solo come profeta, ma anche come evangelista e apostolo. Le sue profezie sono di una tale chiarezza che sembrano una storia del passato piuttosto che una predizione.
Vissuto nel 700 avanti Cristo circa profetizzò la venuta di Cristo salvatore:
«Coraggio e non temete, ecco il vostro Dio che adduce la vendetta della retribuzione! Egli stesso verrà e vi salverà!» Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e le orecchie dei sordi si schiuderanno. Allora lo zoppo salterà come un cervo, e la lingua dei muti si scioglierà...»”. (Is. 35,4ss).
Poco prima lo stesso profeta aveva annunciato: “... e in quel giorno i sordi udiranno le parole del libro e gli occhi dei ciechi usciti dalle tenebre e dalla caligine vedranno”(Is. 29,18).
A queste profezie si rifarà Gesù quando porterà la guarigione dei sordi come prova della sua divinità per i discepoli di Giovanni Battista. La Chiesa fa memoria di S. Isaia il 9 maggio.
P. Vincenzo Di Blasio
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«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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