Anziani e Udito. Sentire bene per allenare la mente. Due opuscoli utili per conoscere la sordità a cura della Storia dei Sordi. Per presbiacusia s’intende la ridotta sensibilità uditiva dell’età avanzata. È la più frequente causa di sordità permanente e una delle più comuni malattie invalidanti dell’anziano. È sempre più evidente come le attuali strategie riabilitative siano efficaci nel prevenire queste conseguenze.
Tuttavia a dispetto dell’elevata prevalenza nella popolazione e del potenziale invalidante, non si registra un adeguato interesse sociosanitario verso questa condizione.
La persona affetta da presbiacusia necessita dell’amplificazione dei segnali acustici che può essere realizzata mediante apparecchi acustici indossabili. Il concetto dei vecchi, ingombranti e antiestetici
apparecchi acustici è ormai superato. Grazie alla digitalizzazione, quelli di ultima generazione sono dei piccolissimi strumenti elettronici che ricevono, analizzano e amplificano i suoni ambientali per poi riproporli con un’amplificazione chiara, controllata e confortevole all’orecchio.
Le pagine seguenti hanno l’obiettivo di fornire informazioni utili sulla presbiacusia, i suoi sintomi, la diagnosi e le possibili soluzioni, sgombrando il campo da eventuali pregiudizi che allontanano l’anziano dalla riabilitazione.
Gli Autori
Il futuro della sordità e la prevenzione necessaria
Anche se le difficoltà uditive possono manifestarsi in qualsiasi momento della vita, la loro prevalenza aumenta considerevolmente con l’età. Più del 40% delle persone tra 60-69 anni di età presenta infatti una forma significativa di ipoacusia e l’incidenza di questo disturbo aumenta fino al 90% nelle persone con più di ottant’anni. Con una popolazione mondiale in continua crescita, anche grazie a migliori cure sanitarie e a una più attenta alimentazione, nel prossimo futuro è previsto un incremento considerevole di persone over 60; secondo le Nazioni Unite entro il 2050 ci saranno nel mondo 1,95 miliardi di ultrasessantenni, pari al 21% della popolazione globale. L’invecchiamento della popolazione sta altresì alimentando il numero di persone affette da forme di demenza e decadimento cognitivo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il numero attuale di persone affette da demenza sia di 36 milioni, ma prevede che questo numero triplicherà entro il 2050.
Varie ricerche dimostrano come le persone affette da sordità siano maggiormente predisposte a sviluppare forme di decadimento cognitivo. Un’ampia ricerca ha evidenziato come, rispetto ad un gruppo di controllo di normoudenti, le persone affette da sordità di grado lieve, medio e grave abbiano rispettivamente una possibilità di 2, 3 o 5 volte maggiore di sviluppare un deterioramento delle funzioni cognitive. Anche se il legame specifico fra le due condizioni resta sconosciuto, è stata suggerita l’ipotesi che il maggior sforzo mentale, associato ad un maggiore isolamento sociale legato alla sordità, possa rappresentare una delle maggiori cause cui imputare l’aumento dei casi di demenza.
Questo documento esamina le informazioni attualmente disponibili in relazione al beneficio potenziale della riabilitazione uditiva nel mantenimento e nell’aumento delle abilità cognitive. Le informazioni attuali sono limitate e non sono esaustive, tuttavia tendono a suggerire un effetto positivo dell’uso delle soluzioni uditive. Nel caso in cui fosse possibile dimostrare attraverso una ricerca clinica che gli apparecchi acustici possono ritardare il deterioramento delle abilità cognitive, gli effetti sarebbero di enorme valore.
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
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"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini