Nato in Dalmazia, nell’odierna Croazia, uomo di grande cultura letteraria, compì a Roma tutti gli studi e qui fu battezzato; rapito poi dal fascino di una vita di contemplazione, abbracciò la vita ascetica e, recatosi in Oriente, fu ordinato sacerdote. Tornato a Roma, divenne segretario di papa Damaso e, stabilitosi poi a Betlemme di Giuda, si ritirò a vita monastica.
Visse a lungo a Betlemme studiando e traducendo in latino la Bibbia.
Nel suo commento (1,3) alla lettera di S. Paolo ai Galati (3,2), S. Girolamo dice che per arrivare alla fede non sono necessarie le orecchie esteriori. Anche i sordi possono apprendere il Vangelo con i gesti espressivi di tutto il corpo: “anche i sordi possono apprendere l’Evangelo con i gesti e con la quotidiana, dirò pur così, conversazione della mimica espressione di tutto il corpo; e poi anche questo, che la parola di Dio, per la quale niente è sordo, più parla a quelle orecchie di cui Egli dice nell’Evangelo: “Chi ha orecchie da intendere intenda” (Lc 7,8) e nell’Apocalisse (2,11): “Chi ha orecchie ascolti quel che dice lo Spirito”. E conclude dicendo che chi ha le orecchie dell’animo, non ha un gran bisogno di quelle del corpo.
La memoria di S. Girolamo si fa il 30 settembre, quando si celebra anche la giornata mondiale degli interpreti.
P. Vincenzo Di Blasio
PER SAPERE DI PIU'
San Girolamo 340-420
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«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
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