giovedì 23 maggio 2019

La prima donna sorda italiana candidata alle Europee durante l'Incontro all'associazione "Perché io segno"

Ida Collu: “Abbiamo qualcosa in più rispetto agli altri, non in meno”
“Non mi sento handicappata è la società a creare gli handicap”. Ida Collu lancia la sfida. È la prima donna sorda italiana candidata alle Europee e punta a essere pure la prima eletta. Per rompere un muro.


“A chi chiede se un sordo possa fare politica – spiega Collu – replico che è un pregiudizio che prescinde dall’intelligenza, la volontà o la competenza della persona. Questi aspetti nemmeno li prendono in considerazione. Non vedono la capacità della persona sorda”. Sono loro che non ci sentono. Chi l’udito ce l’ha.

“Noi abbiamo qualcosa in più rispetto agli altri, più sensibilità, non qualcosa in meno”.

Ieri sera all’associazione Perché io segno, in molti sono venuti a conoscerla. È in lista con Fratelli d’Italia, ma la sua è una candidatura da indipendente. “Mi presento perché c’è un muro da abbattere, ci obbligano a tirare su la testa, essere combattenti”.

Ida Collu non è sorda dalla nascita. “Lo sono diventata a cinque anni per una meningite”. Da lì sono cominciati gli ostacoli. A scuola. L’istituto per sordi e poi le superiori. “Trent’anni fa la situazione era diversa – ricorda Collu – ho dovuto contare solo sulle mie forze. Quando mi vedevano, mi dicevano, vai con gli handicappati. Mi mandavano via e io rientravo dalla finestra”.

È stata presidente dell’Ente nazionale sordi, molto attiva, si è anche candidata al comune di Verona. “Dopo il capolista sono stata la più votata – ricorda – ho lavorato accanto al sindaco sulla disabilità”. Erano i primi anni Novanta. “Per un triennio è stata una bella esperienza, poi è arrivata Tangentopoli e io non sono stata arrestata forse perché sono sorda…”.

Dei sordi sostiene che abbiano poca autostima. Per questo non ce ne sono molti impegnati nella politica. “Il mio slogan è: io ci sono. È una sfida per i diritti di tutti”.

Proviene dal Partito Socialista e ha accettato di correre con FdI, da tempo glielo proponevano. “Ho parlato con Giorgia Meloni Fabio Rampelli. Ho detto loro che mi sarei occupata di diritti e mi hanno lasciato libertà, hanno avuto rispetto dei miei convincimenti e delle mie opinioni”.

Nella sala dell’associazione si parla, c’è scambio con i presenti. Si parla nel silenzio. Usando la lingua dei segni e per una volta, la minoranza è quello che ha bisogno della traduzione in italiano. Il giornalista presente.

Ed è per la lingua dei segni una delle battaglie, per il riconoscimento, ma occorre molto altro. Servono risorse, interpreti, logopedisti. Serve un accesso all’informazione, come tutti ne hanno diritto. Dovrebbe garantirlo la Rai. “Ma dicono sempre – sottolinea Collu – che non ci sono risorse”.

Qualcuno dal pubblico interviene. Chi le dice che Giorgia Meloni non le piace. Ostacolo superabile con le preferenze e chi invita tutti a uno scatto d’orgoglio: “Perché votare chi non conosciamo? Abbiamo una chance, diamola a Ida”.

L’appoggio le arriva anche dalla presidente dell’associazione Perché io segno, Federica Miralli: “Ho maturato esperienza in politica – dice Miralli – dando il voto ad altri, la candidata sorda resta a casa e passano altri. Poi andate a chiedere qualcosa al politico che avete fatto eleggere. Lei conosce le nostre difficoltà gli altri lo sanno?”.

Applausi dalla sala. “Noi abbiamo poca autostima, dobbiamo cambiare– conclude Collu – se ce la faccio, non vinco io, vinciamo tutti”.

Giuseppe Ferlicca. Fonte: tusciaweb.it

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Associazione Perché io segno
Ida Collu



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