L'INTERVENTO
Ad emergere come una delle questioni fondamentali, quella di «Far comprendere alle famiglie dei ragazzi sordi l'utilità di frequentare una scuola specializzata, in un ambiente che riconosce e valorizza la loro diversità», spiega Arianna Caccaro, direttore della sede padovana del Magarotto. «Attualmente osserva quest'ultima pochi sordi frequentano le scuole specializzate, e molti genitori, soprattutto udenti, aspirano piuttosto a inserire i loro figli, privi del senso dell'udito, in scuole ordinarie, spesso indotti a ciò dall'ambiente medico, che in diversi casi consiglia le famiglie di non far imparare ai figli la lingua dei segni. Invece si è visto che nonostante il progresso medico avanzi e offra buoni contributi per il recupero dell'udito, tuttavia permangono in molti casi difficoltà sia linguistiche che comunicative; i casi di recupero totale sono ancora pochi e, per tutti gli altri, sarebbe importante poter vivere in un contesto che riconosca la diversità, e ponga particolare attenzione all'acquisizione della lingua italiana anche usando la Lis, che è la lingua naturale dei sordi».
Isabella Scalabrin. Da Il Gazzettino
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"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini