sabato 17 febbraio 2018

Giornata mondiale della sindrome di Asperger 18 febbraio


Come relazionarsi con un bambino Asperger? Un piccolo vademecum.
Il 18 febbraio 1906 nasceva Hans Asperger, il futuro pediatra austriaco al cui nome è associato dal 1994 la cosiddetta Sindrome di Asperger, che oggi rientra tra i disturbi dello spettro autistico.


Capricciosi, goffi, ossessivi, stravaganti o, forse, "semplicemente" persone Asperger. Il Centro Studi Erickson figura da anni in prima linea nell'attività volta da un lato alla diffusione della conoscenza e alla sensibilizzazione sul tema, i cui confini risultano spesso tanto sfumati da renderlo difficilmente diagnosticabile e, dall'altro, a favorire l'inclusione sociale dei soggetti Asperger. Come afferma il Professor Paolo Cornaglia Ferraris, direttore della collana Io sento diverso, edita da Erickson, infatti, "I bambini (Asperger, ndr) non si mettono in disparte quanto quelli con autismo, ma hanno enormi difficoltà a capire e interagire, giocare insieme. Eppure è forte il loro desiderio di inserirsi socialmente e di avere degli amici, il che ne fa dei frustrati e, alla lunga, dei depressi per il fastidio che l’isolamento comporta. Il loro problema è la mancanza di efficacia nelle interazioni". 

In occasione della Giornata mondiale della Sindrome di Asperger, il Centro Studi Erickson propone un piccolo vademecum del professor Cornaglia Ferraris per relazionarsi al meglio con i bambini Asperger: per genitori, insegnanti, per tutti, uno stimolo al rispetto e all’inclusione.

Non prova piacere nell’essere toccato o baciato, ma può volerlo se è lui stesso a iniziare.

Perché?
L’essere toccato può infastidirlo perché l’azione è inaspettata.

Come comportarsi? Che cosa fare?
Avvertitelo quando sarà preso in braccio o baciato. Spiegate a parenti e amici le sue preferenze, evitando situazioni spiacevoli o imbarazzanti. 

Evita materiali come sabbia, creta, colle, creme, ecc.

Perché?
Il senso del tatto con alcuni materiali lo infastidisce o impaurisce perché violento o troppo stimolante.

Come comportarsi? Che cosa fare?
Incoraggiatelo a tollerare (senza costringerlo) questi materiali, attraverso un’esposizione controllata, graduale e molto rispettosa delle sue paure. Preparatelo ad attività che prevedano l’uso di questi materiali spiegando o disegnando poster o vignette. Progettate giochi che il bambino trova piacevoli inserendo questi materiali con gradualità e prudenza. Eliminate attività spiacevoli e non necessarie alla sua educazione oppure fatele sempre seguire da attività che gli piacciono. Appena diventa più tollerante, aumentate gradatamente il tempo di contatto con il materiale che prima rifiutava. 

Parla da solo quando fa un compito o esegue un esercizio.

Perché?
Può avere bisogno di un input ulteriore per aiutarlo a mantenere l’attenzione focalizzata sul compito. Il suono della propria voce può impedire altri input sensoriali acustici. Può avere scarsa fiducia nelle sue abilità motorie.

Come comportarsi? Che cosa fare?
Permettetegli di parlare da solo, se questo non infastidisce gli altri. Utilizzate un movimento con la mano per aiutare a far diminuire l’ansia o per migliorare la sua autoregolazione. 

È infastidito dai rumori degli elettrodomestici di casa.

Perché?
Qualche volta tono e frequenza dei motori degli elettrodomestici possono distrarlo o infastidirlo.

Come comportarsi? Che cosa fare?
Esponetelo al rumore «irritante» a piccole dosi, aumentando gradualmente la durata quando lo sopporta meglio. Avvertitelo sempre che l’apparecchio sta per essere acceso così non sarà colto di sorpresa. Fategli usare l’apparecchio, quando possibile. Associate il rumore a un’attività preferita.

Rifiuta i cambiamenti.

Perché?
L’attività di routine lo aiuta a capire e a organizzarsi l’esistenza. Ha bisogno di prevedere ciò che accadrà, specialmente se non «sente il controllo» sul proprio corpo. Ha bisogno di avere ben definiti gli orari della giornata perché gli è difficile o impossibile capire il fluire del tempo e gestirlo. Non sa cosa fare quando interviene un cambiamento.

Come comportarsi? Che cosa fare?
Usate un segnale prima di un cambiamento. Preparatelo alle novità usando supporti visivi. Accompagnate il cambiamento con una sensazione di pressione profonda. Dategli il compito di descrivere su un foglio quando accade un evento inaspettato.

Non sa vestirsi; è sempre trascurato o spettinato.

Perché?
Non sembra curarsi del proprio abbigliamento, ha difficoltà ad accorgersi che i vestiti non sono in ordine.

Come comportarsi? Che cosa fare?
Create un poster con disegni e orari per mettersi in ordine. Scegliete per lui un abbigliamento «comodo», eliminando bottoni e sostituendoli con elastici o velcro. Insegnategli una sequenza sempre uguale per vestirsi e per controllare il proprio aspetto davanti allo specchio (tracce di dentifricio, camicia abbottonata, pantaloni allacciati, scarpe allacciate, ecc.).

Reagisce con fastidio durante il pranzo, va in collera, grida o rifiuta le regole o se ne vuole andare.
Perché?

L’ambiente è troppo rumoroso, voci, sbattere di posate, piatti, bicchieri, televisore acceso, movimento di sedie, ecc. L’ambiente è pregno di odori forti provenienti dalla cucina o di profumi che possono essere stressanti.  

Come comportarsi? Che cosa fare?
Permettete che mangi da solo e a scuola vada in mensa prima degli altri. Permettete che mangi in classe o in un altro ambiente senza troppi stimoli. Diminuite il tempo per il pranzo. Assistetelo per il pasto (aprite la bottiglia, versate la pietanza, aiutatelo a tagliare e a prendere il cibo).

Non sembra capire i compagni di scuola, i loro gesti o le loro espressioni non verbali.

Perché?
Può essere disturbato dall’osservare parti del corpo, movimenti e facce degli altri. Troppi stimoli tutti insieme. Può avere difficoltà a concentrare l’attenzione sulle varie parti del corpo e sulle espressioni facciali. La consapevolezza della presenza di altre persone che lo circondano può essere limitata da un’intensa preoccupazione. Mantiene la distanza dagli altri per evitare il contatto fisico e ciò limita l’abilità a percepire gesti e espressioni. Può fidarsi delle informazioni acustiche e avere difficoltà a distinguere le informazioni visive dai dettagli sullo sfondo.

Come comportarsi? Che cosa fare?
Fornite suggerimenti acustici graditi per dirigere l’attenzione. Insegnategli i significati delle espressioni facciali, del corpo e dei gesti. Eliminate elementi di distrazione presenti nell’ambiente. Rispettate i suoi bisogni di tenersi distante per evitare il contatto fisico oppure odori a lui sgraditi. Rassicuratelo verbalmente. Accompagnate le espressioni facciali, i movimenti del corpo e i gesti con una spiegazione verbale. L’uso di suggerimenti non verbali, sottintesi, paradossali e ironici e quant’altro ha significato traslato o metaforico deve sempre essere spiegato perché quasi mai è intuito spontaneamente. Offrite poche modalità sensoriali alla volta.

PER SAPERE DI PIU'
Hans Asperger



«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini