Conferenza disabilità, "Il diritto al lavoro c'é ma non é garantito". L'analisi dell'associazione Tutti nessuno escluso": la riforma della legge 68/99 introduce, con la chiamata nominativa, un principio di discrezionalità. "I datori di lavoro potranno scegliere chi inserire. E le associazioni indicheranno i propri soci migliori. Solo la graduatoria è garanzia di equità.
I diritti esistono, ma non sono garantiti: la Conferenza nazionale sulla disabilità pensi a come renderli concreti. E' questa, in sintesi, la posizione espressa dall'associazione Tutti nessuno escluso, che negli ultimi anni ha monitorato soprattutto la questione dell'inserimento lavorativo e della riforma della legge 68/99, organizzando anche presidi, in particolare contro la "chiamata nominativa", introdotta dal Jobs Act. Abbiamo quindi chiesto al vicepresidente dell'associazione, Giampaolo Celani, papà di un ragazzo con sindrome di Down, di leggere e commentare con noi il capitolo della bozza di Programma d'azione (che sarà discusso a Firenze) relativo al lavoro.
Chiamata nominativa. "Siamo convinti che il diritto alla dignità e contro ogni discriminazione venga apertamente leso quando, col Decreto 151/2015, diventa esclusiva la chiamata nominativa non più parziale, superando l'obbligo di assunzione attraverso le graduatorie presso i Centri per l'Impiego - ci spiega Celani - Lo Stato che dovrebbe assicurare l'uguaglianza di trattamento di tutti i cittadini di fronte alla legge, di fatto affida ai privati il compito dell'inserimento lavorativo". La novità introdotta dalla legge tramite, in particolare, la chiamata nominativa, farà sì che "come nel caso degli abili, ora anche per le persone con disabilità, i datori di lavoro possano scegliere chi inserire. E le associazioni potranno a loro volta assicurare le aziende i migliori soci a disposizione". In altre parole, "per trovare lavoro, la persona con disabilità dovrà diventare socio di un'associazione, con indubbio vantaggio economico per quelle associazioni che hanno visto riconosciuto il loro mandato di sostegno all'inserimento lavorativo. Una graduatoria, invece, è garanzia di uguaglianza, così come un ente pubblico chiamato ad amministrarla. Avendo fatto fallire scientificamente i Centri per l'impiego, si introduce un principio di discrezionalità".
Legge inapplicata. C'è però anche un'altra considerazione, in merito a questa "linea d'intervento": di fatto, "il tasso di disapplicazione della legge è molto elevato, sia nel pubblico, che in aziende a intero o prevalente capitale pubblico e nel privato - riferisce Celani - Ciò deriva dalla disabitudine italiana a vedere disabili al lavoro, ma certamente molto dipende anche dal progressivo depotenziamento del sistema di controllo, delle sanzioni assolutamente irrisorie senza alcuna conseguenza permanente per l'organizzazione multata e dell'incapacità degli enti di controllo a far poi applicare in pienezza la norma"
La trasparenza che non c'è. Altro problema è quello della trasparenza: se da un lato "la legge n. 15/2005 stabilisce l'obbligo per tutte le pubbliche amministrazioni di rendere visibile e controllabile all'esterno il proprio operato", dall'altro "i Centri per l'impiego e i datori di lavoro non sono trasparenti nel cominciare contenuti delle convenzioni stipulate, né i soggetti coinvolti: non ci sono documenti accessibili per tutti, né su richiesta né in rete. Di fatto, il diritto alla trasparenza non si traduce, neanche per il pubblico, in un obbligo".
Questi, per Celani e l'associazione "Tutti nessuno escluso", sono i nodi centrali e critici dell'inserimento lavorativo delle persone con disabilità in Italia. Allora, si chiede Celani, "perché di questi temi non si discute nelle conferenze nazionali, né in occasione degli Stati generali? Non è forse giunto il momento di affrontare questo tema fondamentale del riconoscimento dei diritti e della loro esigibilità". L'auspicio è che anche di questo si discuta alla Conferenza di Firenze. E che questi temi entrino nel secondo Programma d'azione per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità. (cl)
Fonte: superabile.it
Anpal, politiche attive e collocamento obbligatorio: revisione di disciplina e sanzioni (da ipsoa.it)
Il decreto correttivo del Jobs Act, approvato dal Consiglio del Ministri il 23 settembre, interviene in materia di Anpal, Ispettorato, politiche attive del lavoro e collocamento obbligatorio, modificando i decreti legislativi n. 149, 150 e 151 del 2015. Il decreto assegna nuove funzioni all’Anpal, definisce alcuni profili organizzativi e determina le sanzioni per l’inosservanza dell’obbligo assuntivo di lavoratori disabili.
Leggi tutto
Assunzione disabili, ultime novità: in arrivo sanzioni più alte. Ecco cosa cambia
Con le ultime modifiche approvate contenenti correttivi al Jobs Act cambiano le sanzioni previste per il mancato adempimento dell’obbligo di assunzione disabili il c.d. collocamento obbligatorio previsto dalla Legge per agevolare l’inserimento dei lavoratori affetti da disabilità nel mondo del lavoro.
In base alla nuova normativa in tema di collocamento obbligatorio, le aziende che non rispettano l’obbligo di assumere disabili rischiano sanzioni più alte rispetto al passato.
Vediamo quali sono le ultime novità per le aziende in materia di assunzioni disabili e come cambiano le sanzioni previste per il mancato adempimento dell’obbligo di assunzione disabili.
Assunzioni disabili: come funziona il collocamento obbligatorio
Con le ultime modifiche ai decreti attuativi del Jobs Act, cambia la disciplina prevista per il collocamento obbligatorio. In particolare per le aziende aumentano le sanzioni previste per il mancato rispetto dell’obbligo di assunzione disabili in azienda.
Come noto, le aziende sono tenute a rispettare delle quote di assunzione obbligatorie ben precise che garantiscono l’effettiva presenza in azienda anche di lavoratori affetti da disabilità.
Le aziende con più di 14 dipendenti devono riservare una quota a lavoratori invalidi civili e appartenenti alle c.d. categorie protette.
L’obbligo di assunzione disabili cambia per le aziende in base al numero di lavoratori:
dai 15 ai 35: sono obbligate ad assumere 1 disabile. L’obbligo si applica solo in caso di nuove assunzioni fino al 31 dicembre 2016;
dai 36 ai 50: devono assumere 2 disabili;
oltre i 50: devono riservare il 7% dei posti a favore dei disabili più l’1% a favore dei familiari degli invalidi e dei profughi rimpatriati.
Assunzioni disabili: quali sono le nuove sanzioni?
In base ai correttivi sul Jobs Act le aziende che non rispettano le quote di assunzione obbligatorie previste dalla legge dovrà pagare una sanzione amministrativa che è stata incrementata rispetto al passato.
Difatti il nuovo importo della sanzione per mancato rispetto dell’obbligo di assunzione obbligatorie di disabili sarà calcolato moltiplicando per 5 volte la misura del contributo esonerativo.
L’importo, che sarà verrà rivalutato ogni cinque anni, sarà pari a 153,20 euro per ogni lavoratore disabile non assunto e per ogni giorno di lavoro non prestato in azienda.
Tale sanzione amministrativa dovrà essere pagata se entro 60 giorni dalla decorrenza dell’obbligo di assunzione disabili non verrà effettuata alcuna assunzione in violazione della normativa sul collocamento obbligatorio.e
Assunzione disabili: incentivo 2016 e agevolazioni fiscali
A partire dal 1 gennaio 2016 è in vigore un nuovo incentivo per le assunzioni dei disabili volto a favorire l’occupazione dei lavoratori affetti da disabilità.
Tale incentivo per l’assunzione di lavoratori disabili viene erogato dall’Inps e deve essere richiesto attraverso un’apposita procedura telematica.
Per tutti i dettagli sull’incentivo 2016 per le assunzioni dei disabili:
Assunzione disabili incentivo 2016: ecco la guida completa con le istruzioni dell’Inps
Grazie poi alla recente approvazione della Legge Dopo di Noi, lo Stato ha introdotto una serie di agevolazioni fiscali per le persone affette da disabilità.
Per approfondimenti, ecco una guida alle agevolazioni fiscali per i disabili:
Disabili: guida alle agevolazioni fiscali nella legge Dopo di Noi
Chiara Toncarelli. Fonte: Fortexinfo.it
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Chiara Toncarelli. Fonte: Fortexinfo.it
PER SAPERE DI PIU'
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it
"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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