giovedì 28 dicembre 2017

La lingua dei segni sconosciuta allo Stato

Lo Stato italiano ancora non riconosce la Lis, il linguaggio dei segni, come sistema di comunicazione da garantire a chi non sente. Sofia Ines Musumano si batte tramite la sua arte perché la situazione cambi al più presto. Al suo fianco c’è la Scuola d’arte di Sant’Ambrogio diretta da Beatrice Mariotto.


«“Ciò che rende questa mostra speciale è che Sofia, attraverso l’esposizione delle sue tele, si realizza non solo come pittrice ma anche come ambasciatrice che dà “voce” alla comunità sorda», spiega Mariotto. 
L’esecuzione di un brano nella lingua dei segni

«L’Italia è l’unico Paese, assieme al Lussemburgo, che ancora non ha riconosciuto la lingua dei segni dopo la convenzione Onu del 2006. Da alcuni mesi è iniziata la discussione in Senato della proposta di legge sul riconoscimento della Lis al fine di garantire l’accessibilità delle persone sorde e sordo cieche ai servizi di emergenza e pronto intervento, l’accesso ai trasporti pubblici e a tanti altri servizi, la disponibilità di corsi di formazione per interpreti e insegnanti di sostegno nelle scuole. 

Anche la nostra Scuola di Sant’Ambrogio, attraverso l’arte e le mostre di Sofia, cerca di dare un contributo utile a rimuovere barriere materiali e culturali. Ringrazio il Comune di Cavaion che ha dato questa opportunità a Sofia e a noi con lei». C.M.
Fonte: larena.it

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Legge Quadro sospeso dalla Camera dei Deputati




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