Scopro ora – ma lo immaginavo già – leggendo l'ultimo Tabloid della Federazione dei Giornalisti di Lombardia, che il passaggio delle funzioni, dall'era di Gutemberg (fine 1400) all'attuale "sistema Zuckerberg", il creatore di Facebook, si è verificato in un attimo.
Però cambiano i mezzi, ma non le regole che sono necessarie per fornire una buona informazione, e in questo senso il giornalismo non tramonterà mai.
Solo mi chiedo, da giornalista sordo, che fine hanno fatto i miei ex colleghi giornalisti miei simili che scrivevano sul giornale dell'Ente Nazionale Sordi , al tempo della presidenza di Ida Collu, evaporato pure quello. Parrebbe che i colleghi siano stati tutti epurati da qualcuno, perché persone indegne o sospette dal punto di vista politico o morale, o per il fatto che pure all'Ente ci si è dati all'innovazione.
Nell'era del digitale, che fare dei giornalisti? Forse è necessaria una ridefinizione del concetto stesso di giornalismo.
Il giornalismo come lo conosciamo oggi è già tramontato, si è di fronte a una rivoluzione culturale paragonabile a quella determinata dall'invenzione della stampa alla fine del 1400.
Oggi si leggono, in Italia, meno di 5 milioni di copie di giornali, esattamente come nel 1939, ma allora l'analfabetismo era imperante, mentre oggi le notizie e le informazioni sono più che altro guardate di sfuggita, il lettore medio impiega nella lettura di un quotidiano, non più di 16 minuti. Anche le notizie che si cercano sul web sono veloci, e per di più cliccate secondo una graduatoria un po' dispersiva:
1) ricerca di terremoti e nubifragi;
2) Cronaca nera;
3) Truffe ai cittadini
4) Storie strane.
Inoltre, il sondaggio si riferisce alle notizie, non ai commenti. Quelli interessano a pochi. I lettori web preferiscono commentare da soli, nei forum o sotto i blog.
Il problema sta nel dettaglio che quelle notizie, trasferite sul web, sono gratis, corte e senza orpelli, perfette per un fruitore di fast food, un "cibo veloce", per persone che hanno fretta e non intendono pagare. Anche la sintesi ha un suo valore, ma gratis è la parola magica che moltiplica i contatti.
Tutti guadagnano dal web, tranne i produttori di quelle notizie, ma tutti devono attraversare il guado della multimedialità, pena l'invecchiamento professionale.
Il mondo corre, ma nei giornali non devono attecchire né passività. né paura, perché la società avrà sempre bisogno di buoni giornalisti pronti a confezionare buone informazioni. La tecnologia è uno strumento, Meno di venti anni fa uno spot lanciava un messaggio che oggi ci pare ridicolo: «Il fax rende liberi». E chi lo usa più, il fax?
Occorre prestare attenzione a cogliere ogni opportunità multimediale, ma serve anche essere veloci nell'acchiappare l'idea.
E anche i giornalisti sordi devono restare vigili e pronti, e avere "stoffa".
Marco Lué
PER SAPERE DI PIU'
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«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it.
"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini
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