Recensione del libro di Oriana Fallaci, La Rabbia e l’Orgoglio, Rizzoli, Milano 2004. Mi permetto di riproporre, al direttore Franco Zatini di «Storia dei sordi», la recensione di 11 anni fa. La ritengo attuale della nota scrittrice e giornalista Toscana.
Il testo presentato è un grido disperato che la scrittrice fiorentina lancia all’Occidente, ai paesi europei, all’Italia, alla sua Toscana (sic). Ogni libro della Fallaci “lascia il segno”, nel senso che fa riflettere anche al più pigro lettore. Proprio per questo, quest’ultima sentinella tra il Bene e il Male, finisce per creare contrasti e diatribe a non finire. E’ amata e odiata in misura uguale in Italia. E’ respinta dai no global, accusata di razzismo, tenuta lontana dai politici perché le sue tesi, a dire di molti di loro, sono contro la solidarietà e la libertà propria di una (certa) sinistra.
La Rabbia e l’Orgoglio è preceduta da oltre 40 pagine che introducono «Ai lettori». Come se la scrittrice sentisse l’intenso bisogno di “confessare” il perché del libro. Finendo per togliersi dei sassolini dalle scarpe contro chi, tanti, l'hanno accusata, offesa e minacciata. Nella foga ci azzecca la nostra Oriana: nella politica, nell’arte, nella faziosità di alcuni che vivono su questi intrallazzi e ambiguità. Non ne scorda nessuno. Si salva solo il Dalai Lama. Lei, atea, finisce per essere sedotta dalla religione buddista, l’unica che non ha fatto proseliti scannando o bruciando gli altri. Ricordando che il buddismo non utilizza mai la parola nemico. In Francia la Fallaci è stata accusata di razzismo da alcune associazioni ma i giudici l’hanno assolta asserendo la libertà di espressione. Il filosofo Henry Lévy ha dichiarato: «Un processo senza senso.»
Il libro, giunto in Italia alla 24esima edizione, uscì nel 2001 dopo l’orrore delle “Torri Gemelle”. Lei era nella sua casa di New York e seguì le drammatiche ore successive. Lo choc del Paese non può essere aggettivato. Sono passati pochi mesi dall’evento e Oriana capisce che siamo di fronte ad un Mostro. Il suo grido s’alza forte e sicuro per allarmare l’Occidente. La Rabbia la conduce a ricercare domande e risposte. Cosa vuole l’islam e perché vuole distruggere l’occidente? La loro cultura è superiore? Ma quale? Sono fanatici i kamikaze. «L’aldilà di cui parla il Corano, il Paradiso dove gli eroi si scopano le vergini Urì.» I kamikaze sono menti plagiate, illusi. E quindi pazzi perché non esiste un Dio di giustizia che vuole la distruzione dell’uomo. Quanti pazzi musulmani la Fallaci ha incontrato nel suo girovagare per impegni professionali. Khomeini per darle un’intervista la obbligò a mettere il chador e a togliersi lo smalto rosso dalle unghie. Fa un’acuta riflessione sulle due culture: da una parte l’islam con le sue ingiustizie sulla donna, essere inferiore, con la poligamia eccetera, dall’altra una cultura che ha creato benessere, libertà.
Parla dell’Italia e della sua Firenze con amore, non dimenticando lo sconcio degli islamici accampatisi a quattro passi dalla casa natale, vicino Santa Maria Novella, lasciati lì dalle autorità a insudiciare per settimane. E Oriana a denunciare il fatto al sindaco di Firenze, a protestare col ministro, sicché stufa delle promesse telefona all’autorità di polizia per dichiarare che commetterà un reato contro i musulmani, per farsi arrestare. La polizia di lì a due ore fa sloggiare gli occupanti abusivi della piazza. Oriana afferma che è stata la vittoria di Pirro perché il casino lo spostarono altrove. Con la complicità anche di taluni politici. Poi l’amaro sfogo: «Se crolla l’America, crolla l’Europa. Crolla l’Occidente, crolliamo noi. E non solo in senso finanziario cioè nel senso che, mi pare, preoccupi di più gli italiani anzi gli europei.» (p.82) La scrittrice afferma che non valutiamo che tutti i paesi islamici sono vittime di un regime teocratico. L’avanzare dell’islam in Europa nasconde una colonizzazione che non può essere licenziata col solo fatto che sono poveracci scappati per sopravvivere.
Ci vogliono più di dieci milioni di lire per andarsene dai paesi d’origine, soldi che quei disgraziati non hanno, la domanda cui approda la Fallaci è: chi li finanzia? L’accorata difesa infine dell’Italia, della cultura e della Patria. Fa un certo senso veder leggere «Patria» nel momento in cui Bossi vuole la “separazione” delle regioni. Infine, orgogliosa: «E l’Italia io non gliela regalo.» Ciò non lo abbiamo ancora capito. Presto ce ne avvedremo. Facile profetessa. Eppure ci sono uomini di cultura e di politica, vedi Bocca che dice: «Una sparata per vendere libri», gli fa eco il Sen. Andreotti «Non ha capito la posta n gioco». A mio parere entrambi sbagliano. Oriana ha compreso benissimo e per questo, sentinella dell’Occidente, resta sola nella difesa della Cultura e della Libertà, con la maiuscola perché l’islam ce le renderà in minuscolo, proprio l’obiettivo prefissato.
Renato Pigliacampo
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La Rabbia e l'Orgoglio
La Rabbia e l'Orgoglio
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«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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