L'ennesima sentenza del Corte di Cassazione sulla pensione dell'invalido civile totale (100%) che deve sommare anche il reddito del coniuge. Questa sentenza non riguarda la pensione dei sordi e dei ciechi ma c'é il rischio della conseguenza circa la disuguaglianza fra gli invalidi civili totali, i sordi e i ciechi sulla norma del limite di reddito individuale per avere il diritto dell'assegno mensile (pensione).
Pensione inabilità: reddito dell’invalido si somma a quello del coniugeLa Cassazione cambia idea: per le pensioni di invalidità il reddito dell’invalido si deve sommare a quello del proprio coniuge.
Non ha diritto alla pensione di inabilità l’invalido civile assoluto se il suo reddito, sommato a quello del proprio coniuge, supera il tetto massimo previsto dalla legge. A dettare questa massima di assoluto rigore è una recente sentenza della Cassazione [1].
L’esito della decisione della Suprema Corte era, in questi giorni, particolarmente atteso: in passato infatti, i giudici di legittimità avevano sposato l’orientamento opposto [2], ritenendo che ai fini del calcolo della soglia massima per la pensione di inabilità bisognasse tenere conto solo del reddito dell’invalido.
Invece, oggi, secondo la Corte, ai fini dell’accertamento del requisito reddituale previsto per l’attribuzione della pensione di inabilità [3], deve tenersi conto anche del reddito del coniuge dell’invalido [4]. Ciò perché la solidarietà familiare ha una funzione integrativa dell’intervento assistenziale pubblico [5].
Da oggi, quindi, lo Stato pagherà meno pensioni agli invalidi i quali, dal canto loro, dovranno chiedere sostegno economico al proprio coniuge.
[1] Cass. sent. n. 7320 del 22.03.2013.
[2] Cass. sent. n. 18825/2008, n. 7529/2009 e n. 20426/2010.[3] Prevista dalla L. 30 marzo 1971, n. 118, art. 12.
[4] Secondo quanto stabilito dalla L. 29 febbraio 1980, n. 33, art. 14 septies, comma 4.
[5] Non può quindi trovare applicazione la regola – stabilita dallo stesso art. 14 septies, successivo comma 5, solo per l’assegno mensile di cui alla L. n. 118 del 1971 citata – della esclusione dal computo dei redditi percepiti da altri componenti del nucleo familiare dell’interessato.
Fonte: la legge per tutti 22 marzo 2013
Non ha diritto alla pensione di inabilità l’invalido civile assoluto se il suo reddito, sommato a quello del proprio coniuge, supera il tetto massimo previsto dalla legge. A dettare questa massima di assoluto rigore è una recente sentenza della Cassazione [1].
L’esito della decisione della Suprema Corte era, in questi giorni, particolarmente atteso: in passato infatti, i giudici di legittimità avevano sposato l’orientamento opposto [2], ritenendo che ai fini del calcolo della soglia massima per la pensione di inabilità bisognasse tenere conto solo del reddito dell’invalido.
Invece, oggi, secondo la Corte, ai fini dell’accertamento del requisito reddituale previsto per l’attribuzione della pensione di inabilità [3], deve tenersi conto anche del reddito del coniuge dell’invalido [4]. Ciò perché la solidarietà familiare ha una funzione integrativa dell’intervento assistenziale pubblico [5].
Da oggi, quindi, lo Stato pagherà meno pensioni agli invalidi i quali, dal canto loro, dovranno chiedere sostegno economico al proprio coniuge.
[1] Cass. sent. n. 7320 del 22.03.2013.
[2] Cass. sent. n. 18825/2008, n. 7529/2009 e n. 20426/2010.[3] Prevista dalla L. 30 marzo 1971, n. 118, art. 12.
[4] Secondo quanto stabilito dalla L. 29 febbraio 1980, n. 33, art. 14 septies, comma 4.
[5] Non può quindi trovare applicazione la regola – stabilita dallo stesso art. 14 septies, successivo comma 5, solo per l’assegno mensile di cui alla L. n. 118 del 1971 citata – della esclusione dal computo dei redditi percepiti da altri componenti del nucleo familiare dell’interessato.
Fonte: la legge per tutti 22 marzo 2013
Limiti di reddito degli invalidi totali: nuova Sentenza di Cassazione
In questi giorni la Corte di Cassazione (Sentenza n. 7320 del 22 marzo 2013) si è nuovamente pronunciata sulla questione dei limiti reddituali da applicare ai fini della concessione della pensione agli invalidi civili. Per la seconda volta la Corte, dopo indicazioni di segno opposto, afferma che il reddito a cui fare riferimento non è solo quello individuale, ma deve essere sommato a quello del coniuge, se presente. Ribadisce, quindi, quanto già affermato nella Sentenza del 2011 (Sezione Lavoro, n. 4677 del 25 febbraio 2011).
La nuova Sentenza ha ingenerato rinnovati timori nei diretti interessati anche se la Sentenza della Cassazione non è cogente al di fuori del caso di specie e non ha, men che meno, il valore di una legge o di una disposizione amministrativa verso gli altri invalidi civili interessati che percepiscano assegni o pensioni di invalidità.
Nel sito HandyLex.org ricostruiamo la vicenda e ipotizziamo quelli che potrebbero essere gli scenari futuri.
La nuova Sentenza ha ingenerato rinnovati timori nei diretti interessati anche se la Sentenza della Cassazione non è cogente al di fuori del caso di specie e non ha, men che meno, il valore di una legge o di una disposizione amministrativa verso gli altri invalidi civili interessati che percepiscano assegni o pensioni di invalidità.
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Carlo Giacobini.
PER SAPERE DI PIU'
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it.
"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini
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