Il sociale nel 2017. Dopo il 2016, “anno delle leggi per la disabilità”, il 2017 ha segnato una battuta d'arresto. Sembravano esserci buone speranze per le leggi su caregiver e barriere architettoniche, ma lo scioglimento delle Camere le lascia entrambe ferme al Senato
Potremmo definirlo l'anno dell'attesa e dell'auspicio: che si conclude, però, con un nulla di fatto. Così è stato il “2017 della disabilità”, almeno dal punto di vista politico istituzionale: nessuna legge di rilievo approvata, a parte quella sul biotestamento che, in qualche modo, incrocia e interessa il tema della grave disabilità. Per il resto, la fine della legislatura segna anche la fine delle speranze per almeno due leggi molto attese: la prima sul riconoscimento del caregiver, la seconda sul superamento delle barriere architettoniche. Per entrambe, niente da fare: restano ferme in Senato.
Legge sul caregiver, l'attesa continua. Lo scioglimento delle Camere interrompe l'iter faticosamente intrapreso dalla legge sul caregiver, il cui testo unificato, dibattutto e contestato, era stato adottato in Senato a settembre: un testo che metteva insieme i tre principali disegni di legge presentati, non contentando però, nella sua sintesi, le richieste di tutela avanzate dalle associazioni. Unica consolazione, per i caregiver familiari, l'approvazione del fondo a loro dedicato, sotto forma di emendamento alla manovra finanziaria: una novità insufficiente per soddisfare i loro bisogni e le loro richieste, ma almeno un primo timido passo verso il riconoscimento.
Barriere architettoniche, dopo il sì della Camera, lo stop al Senato. Si arresta anche l'iter, ultimamente piuttosto vivace, della legge per il superamento delle barriere architettoniche: poco più di due mesi fa era infatti stata approvata alla Camera la proposta di legge 1013 “Disposizioni per il coordinamento della disciplina in materia di abbattimento delle barriere architettoniche”. Obiettivo: superare la frammentazione della normativa sul superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati e negli spazi e servizi pubblici. Un'altra iniziativa destinata ad arrestarsi in Senato.
Assunzioni in attesa. Non è andata meglio ad una delle norme più attese contenute nei decreti attuativi del Jobs Act, quella che avrebbe introdotto, per i datori di lavoro privati che occupano un numero di risorse comprese tra 15 e 35 dipendenti, l’obbligo di assumere, anche se non sono in programma nuove assunzioni, un lavoratore disabile nel proprio organico. Una prospettiva che vista la platea dei datori di lavoro interessati – secondo calcoli della Federazione italiana superamento handicap (Fish) – avrebbe aperto la concreta aspettativa di assunzione di un numero presumibile fra le 70 e le 90.000 persone con disabilità. Avrebbe, perché la norma, che doveva entrare il vigore a fine febbraio 2017, pochi giorni prima (con il decreto Milleproroghe) è stata rinviata al 2018, lasciando a bocca asciutta tutti gli iscritti al collocamento obbligatorio.
Il biotestamento. Unica iniziativa legislativa compiuta in materia è dunque l'approvazione della cosiddetta legge sul testamento biologico, che contiene le norme in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento. Una legge che in qualche modo incrocia il tema della disabilità, limitatamente a grave disabilità e invalidità permanente: in determinati casi, infatti, rifiutare le terapie, comprese nutrizione e idratazione artificiali, diventa un diritto. Mentre è vietato l'accanimento terapeutico.
Un anno con poche soddisfazioni, in sintesi, il 2017 che si sta chiudendo, soprattutto rispetto al suo predecessore, foriero di tre importanti novità legislative: la legge per il Dopo di noi, il decreto sui nuovi Lea e, proprio sul finire dell’anno, l’aumento del fondo per la non autosufficienza. Dopo questo “terno” del 2016, il 2017 se ne va lasciando l'amaro in bocca, con l'estremo vano appello dei caregiver al presidente Matterella: “Non si sciolgano le Camere prima dell'approvazione della legge”. Un appello che però non è stato raccolto. E la legge sui caregiver, attesa in Italia da 25 anni, si farà desiderare ancora un po'. (cl)
Fonte: redattoresociale.it
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