E ora fa video di make up. Solare ed empatica: Maria Teresa Pangia, 29enne originaria di Rotello e interprete di Lis, racconta a Primonumero in un’intervista come è nata la passione per la lingua dei segni, quella utilizzata dai sordi per comunicare, la decisione di impararla e la nascita, successivamente, del suo progetto per cui sta realizzando dei Tutorial di make up in lingua dei segni. Fidanzata da quattro anni con Mirko, ragazzo sordo conosciuto alcuni anni fa proprio durante il corso frequentato a Pescara, Maria Teresa spiega il motivo di questa iniziativa: «Stando con Mirko e guardando con lui la televisione mi sono resa conto che c’erano tante cose che lui non riusciva a capire, anche se sa leggere le labbra. Spesso mi chiedeva di segnargli delle cose - ha raccontato - così mi è venuta in mente l’idea di avviare un progetto che potesse coinvolgere sia i sordi che gli udenti. Sono partita dal Make up perché è una cosa che a me piace, ma mi piacerebbe trattare anche altri argomenti».
Solare, empatica e comunicativa: la prima cosa che colpisce di Maria Teresa è quel suo lato caratteriale pieno di energia positiva. 29 anni, laureata in Scienze Manageriali a Pescara, si è trovata per caso ad apprendere la lingua dei segni, quella utilizzata dai sordi (ma non solo) per comunicare. «Perché proprio la Lis, cioè la lingua italiana dei segni?» La racconta così: «Da ragazza mi capitò di vedere in un centro commerciale di Lanciano due ragazzi sordi che segnavano ("Segnare" altro non è il modo che i sordi hanno di comunicare tra loro attraverso segni, ndr). Mi affascinò tantissimo questa cosa, così, quando qualche anno fa mi capitò di aprire per caso il giornale e di imbattermi casualmente nell’annuncio di un corso per interpreti nella lingua dei segni mi sono subito iscritta. Ho iniziato in questo modo... e così ho conosciuto anche il mio ragazzo, Mirko. Lui è sordo. Siamo fidanzati da 4 anni e da due conviviamo».
Solare, empatica e comunicativa: la prima cosa che colpisce di Maria Teresa è quel suo lato caratteriale pieno di energia positiva. 29 anni, laureata in Scienze Manageriali a Pescara, si è trovata per caso ad apprendere la lingua dei segni, quella utilizzata dai sordi (ma non solo) per comunicare. «Perché proprio la Lis, cioè la lingua italiana dei segni?» La racconta così: «Da ragazza mi capitò di vedere in un centro commerciale di Lanciano due ragazzi sordi che segnavano ("Segnare" altro non è il modo che i sordi hanno di comunicare tra loro attraverso segni, ndr). Mi affascinò tantissimo questa cosa, così, quando qualche anno fa mi capitò di aprire per caso il giornale e di imbattermi casualmente nell’annuncio di un corso per interpreti nella lingua dei segni mi sono subito iscritta. Ho iniziato in questo modo... e così ho conosciuto anche il mio ragazzo, Mirko. Lui è sordo. Siamo fidanzati da 4 anni e da due conviviamo».
Il progetto di Maria Teresa, quello di creare dei Tutorial di make up in lingua dei segni (concepito tuttavia in modo informale, come se fosse una "chiacchierata tra amici"), con la videata divisa a metà, come accade anche nei Tg nazionali in cui le interpreti segnano le notizie di cronaca in modo da renderle fruibili anche ai non udenti, nasce proprio da qui, ovvero dall’interesse di Maria Teresa per la lingua dei segni. «Stando con Mirko e guardando con lui la televisione mi sono resa conto che c’erano tante cose che lui non riusciva a capire, anche se sa leggere le labbra. Spesso mi chiedeva di segnargli delle cose - ha raccontato - così mi è venuta in mente l’idea di avviare un progetto che potesse coinvolgere sia i sordi che gli udenti. Sono partita dal Make up perché è una cosa che a me piace, ma mi piacerebbe trattare anche altri argomenti».
Cosa rappresenta per te questo progetto e in cosa consiste?
Cosa rappresenta per te questo progetto e in cosa consiste?
«Sicuramente un inizio e un qualcosa che mi piacerebbe coltivare nel tempo. Nel caso specifico di questi video sul make up posso dire di aver coniugato due grandi passioni: la lingua dei segni, da un lato, e dall’altro il trucco. Con un programma che mi consente di affiancare due immagini contemporaneamente riesco in questo modo a spiegare come truccarsi sia facendolo vedere praticamente, sia illustrando il tutto attraverso la Lis. Ci tengo a precisare che il video è concepito come se stessi facendo una chiacchierata con un’amica. Solitamente gli interpreti, figure altamente professionali, sono abituati a segnare vestiti di nero, davanti a uno sfondo bianco. Le donne non indossano gioielli vistosi e sono abbastanza "formali" nella traduzione. In generale ci sono regole ben precise da rispettare. Io invece nei miei video ho voluto essere più informale perché in fondo, nel quotidiano, quando parlo con Mirko o con altre persone sorde comunichiamo in modo meno "rigido", talvolta anche usando dei modi di dire associabili a una sorta di ’slang’».
E Mirko cosa ne pensa?
«A lui la mia idea piace e in realtà ho iniziato proprio perché mi sono resa conto che in tv trasmettono tanti programmi che chi è sordo non riesce a seguire. L’idea mi è venuta così. Quando faccio un video lo mostro a Mirko e vedo se lui riesce a capirlo».
Come mai ti sei avvicinata alla lingua dei segni?
«Casualmente. Ma mi ha sempre affascinato, così, quando ho letto di un corso da interprete ho colto al volo l’occasione. Ho frequentato a Pescara e ho avuto docenti eccezionali tra i quali Claudio Nasuti, madrelingua, Annarita Giancristofaro, Selenia D’Intino e Simona D’Intino. L’associazione di categoria presso cui sono iscritta come interprete si chiama "Animu". Ho mantenuto ottimi rapporti con i miei docenti Annarita e Claudio, sono stati loro ad essere presenti quando ho girato il primo video».
Il tuo fidanzato l’hai conosciuto in questo modo? Tra voi ci sono state difficoltà a comunicare?
«Sì, frequentavo la scuola per interpreti. Durante un viaggio organizzato a Perugia durante l’Eurochocolate, è venuto anche lui. Ci siamo conosciuti così. Non è stato difficile e siamo entrati subito in sintonia. Con lui ho imparato tanti modi di dire della lingua dei segni che non conoscevo e molte altre cose ancora. Per il resto viviamo normalmente».
Rosella Travaglini. Fonte: primonumero.it
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«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it
"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini
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