A fine estate del 1993, usciva nelle librerie di Ancona e delle Marche, un romanzo scritto dal poeta e scrittore del Silenzio Renato Pigliacampo, come già era conosciuto sia nel mondo dei sordi che fra gli scrittori udenti. Un romanzo, nel tempo, sarà considerato profetico perché l’autore, molto attento al sociale, dava voce-narrativa a Roberto Deogratias, il protagonista della vicenda. Nella lotta impari col Dux e il gruppo di seguaci. Thulcandra assurge a metafora di un… Pianeta del Silenzio, finalmente trova serenità e floridezza nello sviluppo di idee e progetti, quando il Dux è vinto.
Nella quarta di copertina, il curatore editoriale della collana, scriveva: “ L’obiettivo di Roberto è duplice: abbattere i condizionamenti psicologici e politici attraverso i quali il tiranno manipola, a proprio vantaggio, la minorità dei suoi sudditi (…)” . È incredibile quanto lo scrittore abbia indovinato, 25 anni prima, la vita e gli eventi a Thulcandra, considerato che il libro, di appena 121 pagine, è stato scritto molto tempo prima della pubblicazione del 1993. (F.Z.)
Thulcandra, Transeuropa, Ancona 1993, è un libro di Renato Pigliacampo inquietante e sofferto, non solo per l’autore, ma anche per chi lo legge dopo tanti decenni per accorgerci che, le vicende narrate, hanno un riscontro nell’entourage del Pianeta Thulcandra del nostro tempo!
Il Pianeta immaginato dall’autore è sotto il dominio del Dux. I sudditi del Silenzio si ribellano, finalmente!. Divenuti cittadini liberi, senza più controllo dei Guardiani, ossia i Pomavo, i Politici mangiatori di voti, o di prebende, o di oscuri e innominati vantaggi, Thulcandra sperimenta una stagione di sviluppo culturale senza precedenti dove, il BES, ossia i Bisogni Educativi Speciali prevalgono per tutta la popolazione. I protagonisti si fanno valere con i propri rappresentanti migliori. I Gran Cu (consigliere udente di Regione) hanno avuto l’ostracismo: è il trionfo della democrazia e della libertà a Thulcandra!. Roberto Deogratis è battagliero, egli aveva dato l’ostracismo al potente Dux. Ecco come è descritto a pag. 25: «Il tiranno non tollerava che qualcuno di Thulcandra rompesse l’unità dei Sm, con idee nuove, capaci d’emancipare i suoi sudditi. Occorreva che tutti pensassero allo stesso modo, cioè secondo i suoi dettami: poiché se qualcuno si fosse provato a propagandare una politica sociale e assistenziale diversa da quella pianificata dal tiranno, l’unica voce interlocutrice del governo degli udenti – la voce del Dux – avrebbe perduto un po’ del proprio potere, della propria autorità.» L’autore ci conduce ‘dentro Thulcandra’ descrivendone efficacemente le strutture del potere e come esso è condizionato e rafforzato, o come viene raggiunto il consenso. Il libro si rivela anche didattico e educativo, per gli abitanti di Thulcandra, stimolandoli a interrogarsi su che cos’è la «libertà».
Roberto fa propria la definizione di Albert Camus: «Essere liberi non è che la possibilità d’essere migliori.» Se adesso non sei migliore di prima non sei persona libera! Se utilizzi imbrogli e sotterfugi per schiacciare la democrazia, sei «un» Dux. Roberto Deogratis capisce che alla fine ci sarà un capro espiatorio: uno che deve pagare per tutti, cioè lui. E infatti l’auspicata Thulcandra della speranza per l’autogoverno è annientata dall’Invidia e Gelosia fra i vari protagonisti. Il Pianeta ha scelto d’essere rappresentato dai Pomavo. Ecco che Thulcandra precipita al tempo della tutela dei sordi, al Codice Rocco! E i nuovi Dux gridano «Sottotutela!», serve loro per giustificare la presenza d’essere Guardiani. Ma c’è sempre qualcuno che non accetta l’imposizione perché, dice Ralph Waldo Emerson: «È l’ostrica ferita che ripara la sua conchiglia con una perla.» Roberto aveva letto gli scritti del geniale visionario e profeta statunitense. Il sogno di Thulcandra si sarebbe avverato quando il governo avesse compreso che gli abitanti del Pianeta del Silenzio fossero bene istruita e la cultura albergasse stabilmente fra gli abitanti di Thulcandra!
Oggi viviamo ancora a Thulcandra? Come sarà il futuro degli abitanti del Pianeta Silenzio? Siamo nell’attesa, senza che i Dux si facciano la domanda di fondo perché, se loro se la ponessero, non sarebbero Dux: «Perché facciamo i Guardiani a gente meravigliosamente speciale? A pro di chi?» Ci sarà almeno qualcuno che risponderà da solo: agisco così’ per far soldi? o per conservare il potere su questa gente di Silenzio? o per dimostrare a chi mi è accanto che ho fatto carriera? e a tante domande a cui DEVE rispondersi con la sua onestà – se l’ha!
Tutto qui. Thulcandra si ripeterà sempre nel corso dei secoli sino a quando non sradicheremo l’egoismo, la superbia e il Silenzio.
Roberto fa propria la definizione di Albert Camus: «Essere liberi non è che la possibilità d’essere migliori.» Se adesso non sei migliore di prima non sei persona libera! Se utilizzi imbrogli e sotterfugi per schiacciare la democrazia, sei «un» Dux. Roberto Deogratis capisce che alla fine ci sarà un capro espiatorio: uno che deve pagare per tutti, cioè lui. E infatti l’auspicata Thulcandra della speranza per l’autogoverno è annientata dall’Invidia e Gelosia fra i vari protagonisti. Il Pianeta ha scelto d’essere rappresentato dai Pomavo. Ecco che Thulcandra precipita al tempo della tutela dei sordi, al Codice Rocco! E i nuovi Dux gridano «Sottotutela!», serve loro per giustificare la presenza d’essere Guardiani. Ma c’è sempre qualcuno che non accetta l’imposizione perché, dice Ralph Waldo Emerson: «È l’ostrica ferita che ripara la sua conchiglia con una perla.» Roberto aveva letto gli scritti del geniale visionario e profeta statunitense. Il sogno di Thulcandra si sarebbe avverato quando il governo avesse compreso che gli abitanti del Pianeta del Silenzio fossero bene istruita e la cultura albergasse stabilmente fra gli abitanti di Thulcandra!
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Rispettare le proposte dei «Protagonisti» per un dibattito costruttivo
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«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
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«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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