In Italia, riuscire a ottenere la pensione di invalidità è un vero e proprio percorso ad ostacoli burocratici. Visto che i tempi di attesa, in continuo aumento, possono arrivare a sfiorare un anno.
Oggi, infatti, al netto delle numerose difficoltà per presentare la domanda, per la convocazione alla prima visita si devono attendere circa 8 mesi (erano 6 nel 2011). Mentre, per ricevere il verbale se ne aspettano più o meno 11. In aumento rispetto ai 9 di due anni fa.
Che sommati fanno in totale 278 giorni per l’invalidità civile, 325 per la cecità e 344 per la sordità.
Un’ingiustizia che non penalizza solo i cittadini, ma costa cara anche allo Stato. Cittadinanzattiva ha calcolato, nel suo rapporto nazionale 2013, che tra interessi passivi sulle prestazioni pensionistiche e costi per i medici convenzionati INPS, per tutta questa lentezza e burocrazia spendiamo ben €58 milioni l’anno.
Roberta Lunghini
Roberta Lunghini
PER SAPERE DI PIU'
Sito: Cittadinanzattiva
Disabilità: tagliare gli sprechi veri
Quanto spreca l’Italia per l’accertamento dell’invalidità? E quanto deriverebbe in termini di risparmio dalla semplificazione amministrativa? È l’oggetto di una elaborazione propositiva che la Federazione per il Superamento dell’Handicap invierà nei prossimi giorni ai Ministeri della Salute, della Funzione Pubblica, del Lavoro e delle politiche sociali, e dell’Economia.
L’intero ambito della disabilità è regolamentato da norme disorganiche prive, fra l’altro, di attenzione ai costi dell’impianto di valutazione e di verifica delle condizioni soggettive. Nelle norme italiane si rinvengono numerosissime definizioni “medico-legali”, quasi mai sovrapponibili, legate ad altrettanti status. Per ciascuno status sono previste modalità diverse che innescano percorsi differenziati. Costi su costi, visite su visite, spesso inutili e superflue: si pensi che la legge prevede che al 18esimo anno di età qualsiasi persona con invalidità debba essere rivalutata, anche se affetta da una menomazione gravissima.
Oppure si pensi alla moltiplicazione delle visite per poter accedere alla riabilitazione (una del medico territoriale, l’altra del medico della struttura convenzionata) o per ottenere il sostegno scolastico, o per iscriversi alle liste di collocamento.
La FISH nella sua analisi evidenzia l’elevatissimo numero di operatori, in particolare medici, coinvolti nelle attività di accertamento, valutazione, verifica, conferma, controllo delle diverse condizioni sanitarie. Ciò comporta un costo elevatissimo e non giustificabile, oltre che sottrarre risorse utili ad altri servizi e prestazioni.
Ad esempio ogni Commissione ASL di accertamento di invalidità è composta da tre medici ASL (dipendenti o convenzionati), un medico INPS, un medico rappresentate delle Associazioni di categoria (a carico dello Stato). Per un totale di 5 medici. Ma i verbali rilasciati da questa prima commissione vengono poi verificati da una seconda commissione dell’INPS di uguale composizione.
Nel solo 2011 le domande di accertamento per invalidità (o handicap o disabilità) sono state 1.200.000 con altrettante valutazioni e relativi costi.
La FISH riporta, fra gli esempi, il caso non infrequente dei bambini nati con una severa patologia congenita: prima dei venti anni di vita la persona viene visitata mediamente, per i motivi “fiscali” più disparati, 7 volte, con il coinvolgimento di 67 medici. E il numero può aumentare se la persona viene anche convocata a controlli straordinari.
A questo si aggiungano i costi spaventosi per i controlli straordinari sulle invalidità (800mila dal 2009 al 2011, altri 450mila nei prossimi tre anni). Si pensi che, solo per pagare medici esterni all’Istituto, la spesa INPS è passata da 9 milioni nel 2010 a 25 milioni nel 2011. E questa è solo una parte minima della spesa complessiva: 1.250.000 lettere di convocazione, le spese amministrative, i medici dipendenti coinvolti, i costi dell’assistenza dei Caaf e i successivi ricorsi.
Infatti tale impianto normativo e burocratico è poi motivo di contenzioso. 325.926 sono le cause civili pendenti in materia di invalidità (Fonte: Corte dei Conti, Determinazione 91/2012), per un giro d’affari stimato – per legali, periti e patronati – in circa 2 miliardi di euro.
E per non parlare della lentezza del sistema: fra la presentazione della domanda di accertamento e l’erogazione delle provvidenze economiche trascorrono in media 278 giorni per l’invalidità civile, 325 giorni per la cecità civile e 344 giorni per la sordità.
Ciò che tale situazione comporta – sorvolando sull’enorme disagio subito dai Cittadini – è meritevole di un intervento di semplificazione e di revisione immediata.
È in questa direzione che la FISH proporrà una revisione dei criteri di valutazione di invalidità, un intervento normativo di revisione delle disposizioni vigenti per renderle omogenee, una massiccia semplificazione normativa che restituisca ai soli servizi pubblici territoriali il compito di valutare la disabilità in funzione dell’inclusione sociale e dell’autonomia personale.
Disabilità: tagliare gli sprechi veri
Quanto spreca l’Italia per l’accertamento dell’invalidità? E quanto deriverebbe in termini di risparmio dalla semplificazione amministrativa? È l’oggetto di una elaborazione propositiva che la Federazione per il Superamento dell’Handicap invierà nei prossimi giorni ai Ministeri della Salute, della Funzione Pubblica, del Lavoro e delle politiche sociali, e dell’Economia.
L’intero ambito della disabilità è regolamentato da norme disorganiche prive, fra l’altro, di attenzione ai costi dell’impianto di valutazione e di verifica delle condizioni soggettive. Nelle norme italiane si rinvengono numerosissime definizioni “medico-legali”, quasi mai sovrapponibili, legate ad altrettanti status. Per ciascuno status sono previste modalità diverse che innescano percorsi differenziati. Costi su costi, visite su visite, spesso inutili e superflue: si pensi che la legge prevede che al 18esimo anno di età qualsiasi persona con invalidità debba essere rivalutata, anche se affetta da una menomazione gravissima.
Oppure si pensi alla moltiplicazione delle visite per poter accedere alla riabilitazione (una del medico territoriale, l’altra del medico della struttura convenzionata) o per ottenere il sostegno scolastico, o per iscriversi alle liste di collocamento.
La FISH nella sua analisi evidenzia l’elevatissimo numero di operatori, in particolare medici, coinvolti nelle attività di accertamento, valutazione, verifica, conferma, controllo delle diverse condizioni sanitarie. Ciò comporta un costo elevatissimo e non giustificabile, oltre che sottrarre risorse utili ad altri servizi e prestazioni.
Ad esempio ogni Commissione ASL di accertamento di invalidità è composta da tre medici ASL (dipendenti o convenzionati), un medico INPS, un medico rappresentate delle Associazioni di categoria (a carico dello Stato). Per un totale di 5 medici. Ma i verbali rilasciati da questa prima commissione vengono poi verificati da una seconda commissione dell’INPS di uguale composizione.
Nel solo 2011 le domande di accertamento per invalidità (o handicap o disabilità) sono state 1.200.000 con altrettante valutazioni e relativi costi.
La FISH riporta, fra gli esempi, il caso non infrequente dei bambini nati con una severa patologia congenita: prima dei venti anni di vita la persona viene visitata mediamente, per i motivi “fiscali” più disparati, 7 volte, con il coinvolgimento di 67 medici. E il numero può aumentare se la persona viene anche convocata a controlli straordinari.
A questo si aggiungano i costi spaventosi per i controlli straordinari sulle invalidità (800mila dal 2009 al 2011, altri 450mila nei prossimi tre anni). Si pensi che, solo per pagare medici esterni all’Istituto, la spesa INPS è passata da 9 milioni nel 2010 a 25 milioni nel 2011. E questa è solo una parte minima della spesa complessiva: 1.250.000 lettere di convocazione, le spese amministrative, i medici dipendenti coinvolti, i costi dell’assistenza dei Caaf e i successivi ricorsi.
Infatti tale impianto normativo e burocratico è poi motivo di contenzioso. 325.926 sono le cause civili pendenti in materia di invalidità (Fonte: Corte dei Conti, Determinazione 91/2012), per un giro d’affari stimato – per legali, periti e patronati – in circa 2 miliardi di euro.
E per non parlare della lentezza del sistema: fra la presentazione della domanda di accertamento e l’erogazione delle provvidenze economiche trascorrono in media 278 giorni per l’invalidità civile, 325 giorni per la cecità civile e 344 giorni per la sordità.
Ciò che tale situazione comporta – sorvolando sull’enorme disagio subito dai Cittadini – è meritevole di un intervento di semplificazione e di revisione immediata.
È in questa direzione che la FISH proporrà una revisione dei criteri di valutazione di invalidità, un intervento normativo di revisione delle disposizioni vigenti per renderle omogenee, una massiccia semplificazione normativa che restituisca ai soli servizi pubblici territoriali il compito di valutare la disabilità in funzione dell’inclusione sociale e dell’autonomia personale.
_________________________________________________________________________________
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it.
"Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità", ideato, fondato e diretto da Franco Zatini